domenica 19 aprile 2015

Libertà è partecipazione

Si è concluso alla Spezia il primo Festival della Cultura indipendente. Organizzato da Cut-up edizioni, Edizioni Giacché e La Spezia oggi, giornale on line, ha animato per 10 giorni la città con iniziative di vario tipo e ha fatto registrare una notevole affluenza di pubblico.
Gli incontri si sono svolti quasi sempre all'aperto, per strada, oppure in locali privati testimoniando una volta di più la totale mancanza di luoghi di discussione e di aggregazione che siano gratuitamente messi a disposizione dei cittadini. Se è vero che l'incontrarsi all'aperto offre una maggiore visibilità e possibilità per chiunque di avvicinarsi all'evento, è anche vero che imporre un pagamento per l'utilizzo di spazi che pure vengono definiti “pubblici” ha il chiaro intento di scoraggiare qualsiasi tentativo dei cittadini di confrontarsi ed esprimersi.
I cittadini della Spezia, e non solo loro, continuamente sperimentano sulla propria pelle l'arroganza, la superficialità, le bugie, le offese rivolte loro da chi dovrebbe, per conto loro e con loro, amministrare. Per fortuna sempre meno i cittadini accettano questo modo di fare, sempre più chiedono di sapere e di conoscere, di partecipare alle scelte, e soprattutto sempre più manifestano vicinanza, interesse e amore per il bene comune territorio/ambiente/paesaggio che, non dimentichiamolo mai, è tutelato dall'articolo 9 della Costituzione. 


Eventi come La cultura in piazza favoriscono la riflessione, la vicinanza tra cittadini e tra i cittadini e il loro ambiente, anche con una riappropriazione fisica di quest'ultimo. Questi eventi sono l'equivalente del camminare lentamente, camminare osservando e annusando, sentendo il territorio sotto i propri piedi e facendolo entrare negli occhi e nel cuore. Insomma, tutto l'opposto della velocità, quasi sempre fine a se stessa, che sta diventando il valore del XXI secolo.
Speriamo che questo festival sia solo il primo di una lunga serie di appuntamenti, ci auguriamo che nel futuro alcuni eventi potranno essere realizzati anche nei comuni limitrofi favorendo nel Golfo la rinascita di quel sentimento di comunità che la parcellizzazione degli interventi e il prevalere degli interessi dei singoli vorrebbe soffocare.
E magari, chissà, trasformandosi in appuntamento fisso questo festival potrebbe diventare veicolo per un turismo di qualità, dove il turista non sia un semplice consumatore di luoghi che porta (poca) ricchezza da un punto di vista esclusivamente economico, ma un turista che porta ricchezza di relazione e conoscenza e al quale la comunità ha molto da restituire.
Nel frattempo noi resisteremo e continueremo a indignarci.
Grazie a Irene, Katia, Paola e Fabio





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