Gli incontri si sono
svolti quasi sempre all'aperto, per strada, oppure in locali privati
testimoniando una volta di più la totale mancanza di luoghi di
discussione e di aggregazione che siano gratuitamente messi a
disposizione dei cittadini. Se è vero che
l'incontrarsi all'aperto offre una maggiore visibilità e possibilità
per chiunque di avvicinarsi all'evento, è anche vero che imporre un
pagamento per l'utilizzo di spazi che pure vengono definiti
“pubblici” ha il chiaro intento di scoraggiare qualsiasi
tentativo dei cittadini di confrontarsi ed esprimersi.
I
cittadini della Spezia, e non solo loro, continuamente sperimentano
sulla propria pelle l'arroganza, la superficialità, le bugie, le
offese rivolte loro da chi dovrebbe, per conto loro e con
loro, amministrare. Per
fortuna sempre meno i cittadini accettano questo modo di fare, sempre
più chiedono di sapere e di conoscere, di partecipare alle scelte, e
soprattutto sempre più manifestano vicinanza, interesse e amore per
il bene comune territorio/ambiente/paesaggio che, non dimentichiamolo
mai, è tutelato dall'articolo 9 della Costituzione.
Eventi come La cultura
in piazza favoriscono la riflessione, la vicinanza tra cittadini
e tra i cittadini e il loro ambiente, anche con una riappropriazione
fisica di quest'ultimo. Questi eventi sono l'equivalente del
camminare lentamente, camminare osservando e annusando, sentendo il
territorio sotto i propri piedi e facendolo entrare negli occhi e nel
cuore. Insomma, tutto l'opposto della velocità, quasi sempre fine a
se stessa, che sta diventando il valore del XXI secolo.
Speriamo che questo
festival sia solo il primo di una lunga serie di appuntamenti, ci
auguriamo che nel futuro alcuni eventi potranno essere realizzati
anche nei comuni limitrofi favorendo nel Golfo la rinascita di quel
sentimento di comunità che la parcellizzazione degli interventi e il
prevalere degli interessi dei singoli vorrebbe soffocare.
E magari, chissà,
trasformandosi in appuntamento fisso questo festival potrebbe
diventare veicolo per un turismo di qualità, dove il turista non sia
un semplice consumatore di luoghi che porta (poca) ricchezza da un
punto di vista esclusivamente economico, ma un turista che porta
ricchezza di relazione e conoscenza e al quale la comunità ha molto
da restituire.
Nel frattempo noi
resisteremo e continueremo a indignarci.
Grazie a Irene, Katia,
Paola e Fabio
Nessun commento:
Posta un commento