Cantieri Urbanistica

       La nostra Associazione è nata a seguito di una Ricerca Sperimentale che vedeva impegnati il Comune di Porto Venere, la Provincia della Spezia e l’Università di Firenze, Dipartimento di Urbanistica della Facoltà di Architettura. Tale ricerca, in attuazione della Convenzione Europea del Paesaggio, aveva come obiettivo indagare sul rapporto tra popolazione e luoghi e venne denominata “I Paesaggi partecipati”. Responsabile scientifico del progetto fu nominato il prof. Giorgio Pizziolo che, con un gruppo di ricercatori dell'Università di Firenze, lavorò insieme agli abitanti producendo anche un questionario i cui dati vennero poi rielaborati e discussi.
      Gli abitanti, aggregatisi spontaneamente intorno al prof. Pizziolo, costituirono i "Cantieri dell'Urbanistica Partecipata" quando, nel 2006, venne firmata tra il Comune di Porto Venere, l’Autorità Portuale e l’Università di Firenze una Convenzione “per la collaborazione alla stesura degli atti relativi alla predisposizione del bando di Concorso di Idee per la Baia delle Grazie e per l’incarico per la definizione dell’assetto urbanistico della linea di costa tra gli abitati di Cadimare e Fezzano”. Anche per questo studio veniva nominato responsabile il prof. Pizziolo “che coordinerà le attività di progettazione partecipata, insieme con i Cantieri dell’Urbanistica Partecipata e con la collaborazione di altri esperti da lui designati”.
      Questa esperienza fu però costretta in ambiti sempre più stretti. Nell'autunno 2008 la nuova amministrazione comunale restrinse il campo di studio, con una nuova convenzione, ad una piccola parte della Baia delle Grazie e il lavoro consegnato dai Cantieri non venne neppure discusso in Consiglio Comunale. Anche la proposta dei Cantieri di estendere l’indagine al borgo di Porto Venere e al Parco non ebbe ascolto.
         Riportiamo qui di seguito il Documento Preparatorio al Concorso di Idee per Le Grazie e il Piano Guida Orientativo del Fezzano, consegnati nel 2007, e il documento che è stato scritto nella primavera 2008 quando si pensava ancora che il lavoro dei Cantieri potesse essere rilanciato e le Linee Guida elaborate per i borghi del Fezzano e delle Grazie potessero essere accolte dall'Amministrazione Comunale. Alleghiamo anche il documento finale della seconda fase di progettazione terminata nella primavera 2009.
    


Le Grazie - DOCUMENTO PREPARATORIO AL CONCORSO DI IDEE DEL WATER/FRONT


PIANO-GUIDA RELAZIONE

I Progetti per il. Water Front del Golfo delle Grazie dovranno fornire proposte progettuali di idee sia per l'insieme del Golfo e del Borgo, valutati nel contesto del loro territorio di riferimento, sia per dare indicazioni utili per il Piano Particolareggiato previsto per la zona centrale dell'insediamento, quella oggi caratterizzata dalla presenza dei cantieri e delle aree ed attività contermini.
Allo scopo il presente documento, che esprime gli indirizzi progettuali emersi dalle valutazioni e dalle proposte dei "Cantieri dell'Urbanistica Partecipata" (con il coordinamento del Dipartimento di Urbanistica della facoltà di Architettura di Firenze), fa riferimento prioritariamente alla recente L. R. della Liguria sul Piano del Porto del Golfo di La Spezia, nonché alla previsione di Piano Particolareggiato prevista nel PUC di Portovenere per l'area centrale dell'insediamento.
Per il livello di elaborazione che si è venuto progressivamente determinando nel corso delle attività della partecipazione, il presente documento di indirizzi progettuali, corredato degli opportuni elaborati grafici, si può configurare quindi come l'equivalente di un "PIANO GUIDA" rivolto ai progettisti del Concorso di Idee.
Infatti, l'attività della partecipazione si è rivolta tanto ad una lettura critica dello stato di fatto, quanto ad una puntuale indicazione di proposta (sia in termini di dettaglio locale sia in termini di disegno complessivo) del Borgo e del suo golfo.
In tale modo su questa base è stato allora possibile costruire un esaustivo quadro di indirizzi progettuali che vanno ben oltre la generica indicazione di alcuni "desideri", ma che invece prefigurano ipotesi e "visioni" di assetto territoriale ed urbano, meditate e condivise, senza ovviamente indicare le soluzioni progettuali vere e proprie,  lasciate al Concorso di Idee.
Il presente documento riporta questo specifico livello raggiunto dalla riflessione partecipata e si compone :
-          1- della presente Relazione
-          2--di una Tavola di inquadramento territoriale di indirizzo, con le localizzazioni di massima delle proposte per il Fronte/Mare, nei confronti sia delle Grazie (oggetto del Concorso), sia dell'ambito Fezzano/Cadimare, (limitatamente al comune di Portovenere), un ambito questo che è stato oggetto di una diversa procedura progettuale, (sempre comunque interessata dalla Partecipazione), il tutto entro una visione d'insieme dell'intero territorio comunale.
-          3 - degli elaborati veri e propri di "indirizzo", strutturati a loro volta in:
una tavola degli indirizzi progettuali, tanto di insieme che locali, che fa riferimento e contiene al suo interno alcune "Mappe programmatiche dei "Contesti di Vita". Tali contesti si ricomporranno a loro volta nel complessivo "Ambiente di vita del Borgo e del Golfo delle Grazie", e verranno illustrati con alcuni allegati e descritti anche nella presente relazione. Sul significato e sulla natura di tali "Mappe", vedi capoversi successivi.
-          4- di un allegato con il documento della precedente fase della partecipazione (luglio 2006), che può fornire utili indicazioni sul processo seguito dalla partecipazione stessa, e sulla conseguente "impostazione generale", che è stata assunta dalla partecipazione.

Nota metodologica

Natura e significato del concetto di Ambiente di vita entro i processi della partecipazione
Le Mappe Programmatiche
.Per illustrare e dare conto dei risultati acquisiti dalle attività della partecipazione, a nostro avviso occorrono modalità di comunicazione grafica e scritta in parte diverse e più articolate di quelle degli strumenti tradizionali del piano e del progetto, se non si vuole banalizzare la complessità ed anche la ricchezza delle proposte che in genere la partecipazione suscita sia tra le persone partecipanti che nei confronti del territorio.
In particolare in questa fase del processo partecipativo, ancora aperta, e nell'occasione della redazione dei documenti di indirizzo del Concorso di Idee, non si può certo produrre ne elaborati "di Piano" né elaborati "di Progetto", che sono di competenza del Concorso.
D'altra parte le proposte emerse dalla partecipazione sono sempre più definite e tendono a configurarsi con modalità di proposizione significativa nello spazio e nel tempo, poiché tendono a definire sia assetti spaziali possibili sia modalità e tempi di organizzazione per raggiungere le finalità che ci si è riproposti.
Occorre allora dotarsi di uno strumento di rappresentazione che sia ad un tempo spaziale, temporale, e programmatico,  così come lo sono le proposte della partecipazione.
Se volessimo fare un paragone potremmo dire di volere disporre di una "partitura", nella quale fossero scritti diversi Temi espressivi, con i loro ambienti, i loro ritmi e movimenti, ma anche con le dinamiche della loro promozione. e del loro divenire.
Tutto questo ci rimanda, in riferimento al territorio, ad un'altra idea, quella di Paesaggio, almeno come essa appare nella Convenzione Europea del Paesaggio stesso.
La nostra esperienza, che già dalla prima fase era denominata dei "Paesaggi partecipati", si riferisce infatti esplicitamente alla Convenzione, laddove essa assume il Paesaggio come un fenomeno dinamico, olistico/complesso, relazionale, a un tempo materiale/territoriale e pure scientifico/artistico/ culturale, ma più che altro sociale, in evoluzione, sia nelle percezioni e nelle proposte sociali che negli assetti del territorio.
In questa ricca e articolata visione della relazione uomo/ambiente espressa dal paesaggio, sempre dentro la Convenzione, si può riconoscere e fare emergere un ulteriore interessante concetto, quello di paesaggio come componente essenziale dell'Ambiente di vita.
L'Ambiente di vita in realtà è un'importante acquisizione sia sociale che ecologica, tanto della mente che della natura.
L'Ambiente di vita ha una ricaduta straordinaria nelle pratiche partecipative, sia in quanto è riconosciuto generalmente da tutti gli interessati come fenomeno di grande interesse, personale e collettivo, sia perché diviene l'ambito della proposta progettuale che comprende sia i luoghi (personali e della comunità), che le condizioni di vita sociali ed individuali, che il contesto ecologico vitale.
Abbiamo deciso di adottare questa idea anche dentro la nostra proposta e così le diverse indicazioni e riflessioni faranno tutte riferimento a questa idea dell'Ambiente di vita,  articolata poi in "contesti di vita", per ogni specifica condizione di progettazione partecipativa.
Così ogni "Mappa programmatica", fa riferimento ad uno specifico "Contesto di vita", definisce al suo interno spazi e luoghi, tempi e processi di sviluppo, programmi e modalità di partecipazione e di attuazione delle proposte partecipative, individua gli "itinerari di processo", quasi come "temi" (paesistico/musicali), come linee melodiche della "partitura paesaggio".
Si avranno così "mappe programmatiche", riferite ai "contesti di vita" e all'ambiente di vita complessivo, strutturati al loro interno in Itinerari tematici di processo,
Questa riflessione metodologica,  che potrebbe anche sembrare un po' troppo rarefatta, in realtà tenta di esprimere,  a posteriori e non certo a priori, a valle del procedimento e non certo a monte dello stesso, quello che è realmente avvenuto nell'esperienza partecipativa, e che è stato acquisito come frutto del metodo della Ricerca/Azione che abbiamo costantemente adottato per tutto il corso dell'esperienza partecipata.



Le indicazioni dei Cantieri dell’Urbanistica partecipata.

Indirizzi generali.
La Legge Regionale citata definisce gli obiettivi del "Piano” per Le Grazie:
 " Seno delle Grazie : tale seno è caratterizzato dall’insediamento storico del borgo omonimo e dalla presenza di attività diportistiche ed artigianali nonché dalla presenza della Marina Militare in corrispondenza del Varignano.
Il PRP conferma quale funzione caratterizzante quella urbana, inserendo tra le funzioni compatibili. quella turistica (passeggeri e diportistica) e quella artigianale, funzioni non compatibili: industriale e commerciale.
Viene perimetrato lo specchio acqueo destinato allo ‘sviluppo di strutture galleggianti per la nautica da diporto e funzioni compatibili’.
Non sono previsti interventi strutturali di moli e banchine, "
Concordiamo perfettamente con un simile indirizzo di carattere generale anche perché ad analoghe conclusioni eravamo pervenuti nella ricerca dei "Paesaggi partecipati", come si può verificare consultando l'allegato sul documento 2006.
Così gli indirizzi della L.R. divengono anche i nostri stessi indirizzi, in particolare laddove si afferma che il Borgo è l'elemento caratterizzante dell'intero sistema territoriale del Golfo delle Grazie, e dove conseguentemente il progetto del recupero del centro abitato e del suo intorno territoriale sono l'obbiettivo primario, mentre le attività compatibili possono essere solo di carattere artigianale, e comunque tali da divenire elemento di qualificazione e non di estraneità o peggio di ostacolo alla riqualificazione del borgo stesso.
 Quanto al turismo esso è da concepire come una modalità di accoglienza entro un Borgo vissuto dagli abitanti e dove il turista viene inserito in questa struttura attiva, senza prevaricarla, con l'ulteriore conseguenza che gli utili di questa attività di "turismo sostenibile" dovrebbero potere ricadere su tutta la comunità locale, dando così la possibilità che anche i giovani possano inserirsi in questo modello sociale/economico /ecologico
Questi sono gli indirizzi generali della proposta per l'Ambiente di vita "Borgo delle Grazie ed il suo Seno", che non sono affatto utopistici, poiché ancora il territorio ed il Borgo non sono del tutto compromessi, e, ad oggi, basta ancora la volontà di volere raggiungere questi obbiettivi, senza operare scelte compromettenti, avviando invece concretamente i programmi e le scelte indicati dalla Legge Regionale e che emergono chiaramente, specificamente dettagliati e coniugati articolatamente, dall'esperienza della Partecipazione.
La proposta della Partecipazione dunque attua pienamente la Legge Regionale, e la articola e la approfondisce in termini di Piano /Programma e di Prefigurazione Progettuale, come indicato negli elaborati della presente proposta ed in particolare nelle "Mappe Programmatiche"



I Contesti di vita:
Introduzione.
Descrivendo progressivamente i singoli "Contesti di Vita", si perviene anche ad una descrizione dettagliata della proposta complessiva, che sarà comunque riepilogata al termine di questa descrizione, e riconsiderata nella sua totalità,come chiaramente appare nell’elaborato n.3 (tavola degli indirizzi).

Contesto di vita"Le radici delle Grazie".
Il Complesso Olivetani/Villa Romana è il cuore dell'insediamento originario, e tuttora si presenta, nonostante le forti limitazioni imposte dalla presenza militare del Varignano, come una località significativa, integrata e complementare al Borgo stesso. 


L'idea allora è quella di farne un luogo di grande rilevanza ambientale e culturale, mettendo in evidenza e non alterando le sue diverse parti, oggi semplicemente giustapposte, anzi esaltando per ognuna il suo messaggio nascosto e riconsiderando il complesso come un insieme di grande prestigio.
Si tratta di giungere alle radici storico/ambientali dell'insediamento e di renderle, attraverso un progetto ed un programma di gestione, di nuovo percepibili e vivibili in una esperienza contemporanea, ritrovando gli intrecci degli affioramenti e le trasparenze dal passato, ancora oggi percepibili
L'esito di questa operazione programmatica e progettuale potrebbe essere l'ingresso nel Parco Regionale anche di questa parte del territorio, magari tramite un collegamento anche fisico con il parco stesso (previsione di un parco o Preparco agro/collinare), e allo stesso tempo potrebbe essere anche la messa in evidenza, a livello di Borgo e di Golfo delle Grazie di un'area di riqualificazione urbana di un complesso di grande significato e bellezza, che dota l'intero borgo di una figuratività e di un "monumento" complesso, fatto di storia, di archeologia,  di giardini murati, di oliveti (magari sperimentalmente ricollegati con le pratiche di produzione alimentare antiche), di sacralità, e anche di effetto/mare (entro la baia), ricostituendo così anche un "corridoio ecologico" di grande rilevanza, un "corridoio" peraltro abitabile e comunicativo.
Operando in tal modo, la componente di riqualificazione ambientale e la componente di riqualificazione urbana si intrecciano in maniera fluida, e così divengono reciprocamente sinergiche.
In questo andamento le diverse modalità di fruizione delle singole parti possono dare luogo a processi di gestione diversamente partecipati, garantendo in ogni caso una corretta reciproca gestione.
Tale gestione interattiva si dovrà estendere al fronte mare che deve essere concepito come un "cono marino aperto", sempre comunque riferibile alla natura di" luogo della storia e della natura" che questo specifico "contesto di vita" deve progressivamente riacquistare, andando a definire così un itinerario di processo del tematismo locale.
In proposito si tenga inoltre presente che la partecipazione potrebbe opportunamente e creativamente applicarsi alle modalità stesse di gestione di molte parti del contesto, sia individualmente, sia in termini di cooperazione.
Sulla base di questa impostazione per la rinascita del Contesto, si possono ora valutare nel dettaglio le singole parti che lo compongono, pur mantenendo sempre la logica di una messa in evidenza dei resti archeologici e delle emergenze monumentali e paesaggistiche attraverso un progetto integrale.

.I temi specifici, componenti il progetto integrale:
-          Manutenzione e "sottolineatura" degli edifici sacri ancora in uso (chiesa e cimitero), sia nei loro valori, che nelle loro funzioni contemporanee, ed anche nella loro importanza strategica dal punto di vista paesistico.
-          - Complesso degli Olivetani, ritrovare per quanto possibile tutti gli usi pubblici, museali e documentari di ogni sua parte compresi gli edifici annessi (cantine dell'olio) recuperando anche le testimonianze frammentate(Vasche dell'olio e simili), in una interazione anche di convenzioni con gli attuali utenti, a cominciare dalla parrocchia.
-          Villa Romana. Garantire la conoscenza e l'approfondimento scientifico del complesso archeologico. Progettare un'accessibilità "leggera" ma efficace al monumento. Verificare le possibilità di ripristinare (anche con un intervento artistico) il rapporto antico con il contesto territoriale e marino della villa romana, andando oltre o reinterpretando le cesure esistenti fino a cercare nuovi accordi convenzionati con la Marina Militare.


-          Rete dei sentieri- Ripristino, manutenzione e recupero della rete dei sentieri e sua estensione alla trama collinare, verso Portovenere e verso il Parco regionale (specialmente in previsione di una sua estensione)
-          Giardini murati del fronte mare. Si tratta di una preziosa testimonianza, ancora viva e ben tenuta, ma anche contemporaneamente largamente sottovalutata. Garantire un loro apprezzamento ed evitare qualunque loro manomissione.
-          Oliveti storici- Loro manutenzione, anche tramite convenzioni con strutture economiche giovanili e con proprietà pubbliche e private, in funzione di un recupero di attività agricole storiche ma ancora oggi significative.
-          Valle degli Orbi. Prevedere l'inserimento di tutta la valle nel parco regionale garantendo la manutenzione degli oliveti ed il recupero naturalistico della vecchia cava. predisponendo nella parte piana limitrofa al lungomare un nuovo progetto per definire un centro di sostegno agli anziani residenti, a un solo piano, con strutture aperte all'esterno in un giardino pubblico collegato alla passeggiata, che divenga punto di incontro tra cittadini ed anziani, in uno spazio di tipo "mediterraneo", con doppio effetto positivo per il paese e la passeggiata (dotata così di un verde pedecollinare) e per gli ospiti, inseriti in tal modo nella vita del Borgo.


-          Varignano vecchio.  è da prevedere un piano di recupero preliminare della zona l cui interno sia previsto un modello di accessibilità meccanizzato con esclusione di nuova viabilità

Contesto di vita “Il centro del Borgo, il suo nuovo cuore”
Questo contesto fa riferimento al tema progettualmente più importante dell'intero Concorso e rappresenta anche il "centro" della nostra proposta.
Oggi in questa località convergono i nodi irrisolti di tutto l'insediamento, sia a terra che in mare.
 Ed in più ogni nodo, qui, tende ad involversi su se stesso.

 Esaminiamo allora brevemente lo stato di fatto
-          la (nuova, mancata) centralità dell'insediamento- Il borgo originario, si affacciava su una spiaggia che poi continuava, verso gli orti e su un'insenatura usata per attività multiple. Dopo la fase di crescita dell'insediamento, nel dopoguerra, questa zona è venuta a trovarsi al centro della nuova configurazione urbana, ma la sua utilizzazione è rimasta condizionata dagli usi parziali e oggi impropri che la hanno progressivamente caratterizzata.
-          Il lungomare del golfo- Questa è l'aspirazione decennale di tutta la popolazione e di tutti i piani che giustamente vedono in questa struttura la ricomposizione sia urbana che ambientale che estetica di tutto l'insediamento ed in particolare del Fronte/Mare vero e proprio. Oggi questa idea è negata proprio nella sua zona centrale, sia per la presenza del Cantiere navale, che la blocca, sia per quella del campo sportivo, che la rende poco praticabile.
-          Il cantiere navale- La presenza di questa attività, che ha carattere industriale e commerciale, e non quindi artigianale come chiederebbe anche la Legge Regionale, è assai contraddittoria, sia per la sua storia, sia per la sua attuale gestione, che tende a "controllare" tutto lo spazio disponibile, usufruendo di concessioni e di accordi problematici. Urbanisticamente la zona è sottoposta a Piano Particolareggiato, proprio per la complessità e l'importanza urbanistica che il nodo strategicamente riveste,  ed il concorso viene fatto anche per acquisire idee in proposito. Pertanto ogni anticipazione di soluzioni che potrebbe divenire irremovibili e pregiudizievoli, non sembra né opportuno nei contenuti né legalmente possibile Viceversa sarebbe auspicabile una proposta nuova, in attuazione della Legge Regionale e delle tendenze in atto (presenza alle Grazie delle "Vele d'epoca"). E' quanto tenta anche la nostra proposta 


-          Il campo sportivo- Se da un lato rappresenta una "conquista" che la comunità aveva un tempo attenuta con impegno e sacrificio, oggi esso rappresenta un vincolo notevole ad uno sviluppo e ad una gestione più articolata di tutti gli interessi sportivi e ricreativi, delle giovani generazioni, locali e dell'intera popolazione, congelando un'area strategica ad un uso e ad un'utilità limitati di poche persone. Il progetto di ulteriore regolarizzazione e ampliamento del campo comprometterebbe ancora di più le possibilità di una soluzione organica del Fronte/Mare e dell'intero complesso urbano. In ogni caso tale problematica non può essere ignorata da nessuna soluzione.
-          Gli orti urbani. - La presenza di una situazione di rischio idraulico relativa a dei corsi d'acqua, piccoli ma di carattere torrentizio, ha finora limitato drasticamente ogni possibilità di intervento su una vasta zona di orti, posti tra l'insediamento e il lungomare, occupato dal cantiere e dal campo sportivo. Questa condizione precaria ha peraltro conservato una situazione di notevole rarità per un borgo ligure, generalmente molto costipato verso il mare. La salvaguardia e la riqualificazione di questa zona oggi trascurata, anche nei confronti di possibili appetiti edilizi, una volta eventualmente risolto il nodo idraulico, è un elemento di grandissima rilevanza strategica per l'intero futuro del paese.
-          Il complesso delle scuole- L’abitato delle Grazie dispone di tre edifici scolastici, limitrofi ma separati, alcuni anche di un certo pregio architettonico, che oggi sembrano del tutto interni al paese, quando invece,  da un lato sono assai più vicini agli orti di quanto non sembri e dall'altro sono anche prossimi all'arrivo di percorsi pedonali interni, assai precari, che i ragazzi utilizzano peraltro frequentemente. La loro potenzialità è notevole, così come lo è oggi paradossalmente il loro isolamento
-          Le attività sociali- la vita sociale delle Grazie è caratterizzata dalla presenza di alcune associazioni fortemente radicate nel tessuto sociale che hanno in questa zona o la loro sede che presenta peraltro molteplici problemi, o l'ambito della loro attività, senza peraltro disporre di sedi adeguate. E' peraltro molto sentita la necessità di trovare soluzioni a queste esigenze,  senza peraltro anche in questo caso pregiudicare soluzioni urbanisticamente significative, nell'interesse di tutta la comunità.
-          L'uso dello specchio d'acqua antistante il contesto in esame- Attualmente esso è assai generico e caricato anche di attività improprie (rifornimento dei natanti di servizio, promiscuità tra cantiere e diporto, marina degli abitanti e degli ospiti,…..). E' in ogni caso da rimarcare che esso non deve divenire un "porticciolo turistico", come espressamente riconfermato anche dalla Legge Regionale, ma che comunque deve trovare una sua sistemazione razionale e dignitosa, in assonanza con il borgo, che si ricorda essere il fattore caratterizzante dell'intero complesso. E' ovvio che la soluzione del Fronte/Mare dipende fortemente anche dalla soluzione di questo problema
-          La questione dei posteggi e del trasporto pubblico .- in particolare nel periodo estivo la questione del posteggio è ovviamente sempre più difficile, così come il trasporto pubblico, sia via terra che via mare. Molte soluzioni sono allo studio, ed anche la nostre indicazioni forniranno alcune proposte, ma la problematica rimane aperta e dovrà comunque essere riferita anche ad una scala più ampia di quella del Concorso.

Gli indirizzi progettuali e le proposte emersi dalla partecipazione
Di fronte alla tendenza di trovare soluzioni separate per ciascuna delle nove problematiche indicate sopra nello stato di fatto, secondo procedure che a nostro avviso non fanno altro che aggravare il problema complessivo e a non risolvere neppure il singolo caso, il principale indirizzo che la partecipazione propone è quello di assumere l'intero nodo come un problema unitario e di pensare l'insieme come il Nuovo Cuore delle Grazie, il Baricentro di terra e di mare dell'intero Golfo,
Certamente si tratterà di scogliere alcune difficoltà notevoli relative ad alcune controversie, ma anche per questo se si dispone di un progetto qualificante e unitario ognuno vi si potrà riferire positivamente ed in maniera innovativa.
Si pensi in particolare all'area del campo sportivo che potrà assumere funzioni e assetti di grande interesse,  ed anche economicamente significativi dal punto di vista di gestioni comunitarie, così come potrebbe essere per il nodo del cantiere che potrebbe divenire un riferimento di grande attrazione culturale e artigianale produttiva, di interesse per l'intero golfo della Spezia.
 Ma al di là delle singole soluzioni, che comunque andrebbero trovate nell'ambito del disegno complessivo, quello che qui preme evidenziare è il fatto che dovrebbe essere assunta una visione innovativa ed unitaria per questa parte di territorio, che lo vada a concepire come un progetto organico, ad un tempo nuovo centro urbano, nuovo affaccio sul mare, nuova organizzazione del golfo, nuovo polo di tutte le attività del Borgo e del Seno delle Grazie.
Le soluzioni progettuali per raggiungere questo scopo sono ovviamente molteplici e proprio su questo si dovrà esercitare il Concorso.
L'elaborazione della partecipazione ha comunque individuato una traccia di "Prefigurazione progettuale", indicata nei vari elaborati e qui di seguito esposta anche per le singole parti.
Ma, come già detto, molteplici possono essere le ipotesi progettuali, purché tutte rispondano alla costruzione del "nuovo Contesto di Vita", da intendersi come, Nodo Evolutivo dell'insediamento, alla ricerca delle relazioni perdute e di quelle a venire, intrecciando le molteplici relazioni possibili tra il contesto e le nove problematiche, adeguatamente inserite e risolte, in un vero e proprio "Centro urbano e ambientale del Borgo/Seno delle Grazie", modello per nuovi possibili rapporti contemporanei uomo/ambiente, secondo concezioni ambientali ed urbane innovative anche nella loro figuratività, e nelle loro relazioni.

La prefigurazione progettuale delle singole parti e dei diversi temi 
 - LA PIAZZA DELLE ATTIVITA' MARINARE
   Questo grande spazio articolato ha come obiettivo principale quello di ricomporre le diverse attività esistenti dentro e fuori il cantiere navale in una struttura organica urbana, che assuma la configurazione di una piazza multipla e variabile nel tempo (v. numerose piazze mediterranee, dalle piazze/mercatali italiane, a esempi famosi come la Piazza di Marrakesh, e simili), dai molteplici usi e relazioni possibili, anche nel corso della giornata o nei diversi periodi dell’anno
. Essi potranno essere:
-a) IL CANTIERE Conversione dell'attività cantieristiche sviluppando l'artigianato riferito alle navi storiche e alle vele d'epoca, entro spazi pluriuso ( v, gli "squeri" di Venezia, i cantieri/arsenale/piazza delle gondole e delle loro attività sociali e costruttive), in prima ipotesi concentrando le lavorazioni sull'area Pittaluga.
 Nell’attuale complesso si dovrà potere prevedere l’uso periodico e concordato con i concessionari degli spazi aperti e delle strutture cantieristiche, per:
            Trovare una soluzione per il passaggio a bordo mare della passeggiata, oltre a garantire comunque il percorso più interno della stessa
            Definire l’uso degli spazi chiusi e dei volumi esistenti per diverse destinazioni quali una scuola di artigianato cantieristico, un museo della cantieristica, una sala riunioni, attività paesane, etc..
            Definire l’uso degli spazi aperti per il passaggio pubblico e per le feste paesane stagionali
-b) CENTRO SOCIALE “FORZA E CORAGGIO” Riqualificazione del centro sociale, degli edifici comunali abbandonati, dei percorsi pedonali, inserendo le prospettive di riqualificazione, ampliamento e razionalizzazione nel progetto in oggetto, pur tenendo conto che la loro realizzazione potrà avere tempi e modalità autonome e più celeri.
-c) ORTI URBANI conservazione e riqualificazione degli orti urbani, dei corsi d'acqua, e dei percorsi pedonali tra gli orti fino alle scuole a integrazione del nuovo spazio collettivo. Anche se i vincoli idrogeologici dovessero essere superati gli orti devono rimanere un verde privato di valore paesistico ed ambientale per l'intero borgo, un valore insostituibile, che può prevedere convenzioni per gli usi e per incentivi con l’amministrazione comunale.


-d) COMPLESSO DEGLI EDIFICI SCOLASTICI. Si propone che l'area tra gli edifici divenga pedonale, magari strutturata come un verde pubblico dalla quale si possa accedere a tutti i percorsi pedonali dell'abitato e della campagna,  ma più che altro tale che si possa ricollegare al "sistema piazza", attraverso gli orti, valutando anche la possibilità di disporre di un "orto didattico".
-e) STRUTTURE DI SERVIZIO ALLE FESTE COMUNITARIE. Vanno ritrovate all'interno dello spazio "Piazza", preferibilmente utilizzando qualche edificio esistente, opportunamente ristrutturato.
-f) IL PARCO RICREATIVO SPORTIVO
  - Offerta sportiva e ricreativa diversificata inserita in un progetto di spazi aperti ad uso giovanile e sociale in continuità con la passeggiata e con gli usi marini. In tal senso potrebbe essere prevista un’area di balneazione differenziata, compresa la talassoterapia o attività simili.
Si privilegia l'ipotesi di un a soluzione ex novo del parco, con esclusione del gioco del calcio; da spostare altrove ( ipotesi di un campo comune a Cadimare/Fezzano)
In ogni caso, qualunque soluzione venga proposta, essa dovrà prevedere le attività sportive all'interno di in un progetto di spazi verdi accessibili, permeabili e coinvolgenti e dovrà prevedere la costituzione prioritaria e obbligatoria della passeggiata a mare
-g) AREA MARINA DELLA BAIA/SENO DELLE GRAZIE
 - Razionalizzare l'organizzazione dei pontili e dei posti barca, non aumentando il numero delle barche accolte e liberando il più possibile il fronte mare

- LA FORNACE (Area esterna al concorso, ma strategica anche per il borgo: in ogni caso i concorrenti dovranno esprimersi se condividono questa soluzione della sosta o altrimenti cosa prevedono in alternativa)
 - Concentrazione dei parcheggi, sia a supporto del centro abitato, compreso il lungomare, che per i frequentatori del parco. Costituzione di un centro di “servizio turistico”, sia in funzione del Borgo che del Parco, con molteplici funzioni, compresa una ricettività leggera (campeggio, roulottes, e simili) e con la specifica funzione di Porta del Parco.
  - Predisposizione di un collegamento meccanico o navetta con il centro abitato e possibile sua estensione dall’altro lato, verso il Parco e le sue strutture storiche

La riconquista di un Contesto di Vita: la Penisola di Punta Pezzino

Lo stato di fatto
Il terzo lato della baia è costituito da una piccola penisola che termina con la Punta Pezzino, ma che proviene direttamente dal Monte Castellana.
Questa condizione geografica ed ambientale appare ad oggi quasi non più rilevabile, poiché anche questo luogo risulta frammentato in molteplici attività diverse che ne sfruttano ciascuna qualche singola parte (la punta militarizzata, il versante nord occupato dalla Snam, l'itticultura che invade ed inquina il mare, piccole attività costiere disorganiche, una parte urbana un po' isolata, in collina un forte militare abbandonato, un ambiente collinare usato in maniera episodica,…..).
 Questo insieme eterogeneo di condizioni provoca la perdita di significato dell'intero complesso.
In realtà tutte queste situazioni appaiono scarsamente disciplinate da un punto di vista urbanistico, mentre prevale la sensazione di una sorta di "terra di nessuno", aperta a qualsiasi accaparramento.
Viceversa la struttura ambientale, sia locale che dell'insieme, è ancora riconoscibile, mentre non si deve dimenticare che questa, a livello del Golfo della Spezia è ancora una delle poche strutture territoriali dove il sistema collinare riesce ad arrivare fino al mare.



La proposta
Il contesto di vita, in generale
Anche in questo caso l'attività della partecipazione, oltre che trovare una risposta puntuale per ogni situazione rilevata, e che sarà qui di seguito presentata, ha teso ad evidenziare la necessità di un salto di scala nella logica propositiva che consenta prima di tutto di ripensare il luogo nei termini ambientali di una "Penisola" legata alla montagna e protesa in mare, che possa quindi essere rivissuto organicamente nel suo complesso, e che fornisca altresì al Golfo delle Grazie la necessaria conclusione organica.
Da qui l'idea che l'intera penisola entri a fare parte, a vario titolo del Parco Regionale(sia in termini di Parco che di Preparco) ricollegandosi alle attuali previsioni di preparco della collina boscata sopra l'area Snam, ma anche ad un futuro prevedibile collegamento con il sistema alto collinare.
Naturalmente questa idea comporta una revisione di tutte le situazioni che oggi insistono a vario titolo, più o meno legittimamente, sul quel territorio, e che sarà necessario verificare una per una separatamente.
Ancora una volta appare evidente la necessità di dovere fare riferimento aduna visione unitaria sia in termini di strumenti urbanistici sia in termini di previsione progettuale, tale che sia in grado di fornire un orientamento per attività pubbliche e private nell'opera di riconversione ambientale ed economica che una tale impostazione comporta.
Si tratta allora di sviluppare una complessa opera sia di tipo urbanistico, che programmatico ma anche di tipo progettuale, in quanto si dovranno definire le modalità di assetto, anche figurativo, di luoghi sensibili, in parte urbani in parte ambientali, variamente disposti sulla penisola "ritrovata", di cui molti esistenti da riqualificare, altri di nuovo impianto, tutti che dovranno trovare una loro modalità distintiva.

I temi delle singole località.
PENISOLA DI PUNTA PEZZINO
-          Bonifica dell'area di allevamento pesci da dismettere e da trasferire quanto prima, per la pericolosità e l’obsolescenza alimentare ed ecologica dell’impianto, e costituzione di un “giardino marino” di recupero ambientale a cura del centro di biologia marina e di monitoraggio ecologico di terra e di mare da ospitare nella villa storica di uso pubblico soprastante..Questa attività scientifica deve essere garantita da un presidio universitario, la cui funzione si intende ampliare ed approfondire. In ogni caso la destinazione della villa storica deve rimanere di uso pubblico, a servizio della comunità


-          Restauro del sentiero di Codivalle come continuazione della passeggiata costiera dando luogo ad una Cornice pedonale o "piccola via dell'Amore”. Il percorso, ritrovato un accesso qualificato e ben raccordato con la passeggiata lungomare, in un primo tratto prevederà l’organizzazione di opportune discese a mare con spiagge balneabili e attracchi leggeri. Successivamente è prevista la costituzione del sentiero/cornice e la continuazione di un "sentiero dei golfi" sul lato Panigaglia
-           Restauro del Forte Pezzino e sua destinazione ad area per eventi culturali destinati soprattutto ai giovani, ( concerti, teatro, cinema etc.), oggi del tutto assenti. Tali attività possono essere integrabili con altre attività di politica giovanile quali area ricettiva (ostello) e punto di partenza per i percorsi escursionistici del Parco, e di economie giovanili di parco.
-          Riqualificazione di tutto il tessuto residenziale, sia costiero che collinare, anche alla luce dell'inserimento nel Parco regionale, verificando le situazioni eventualmente non a norma,. escludendo previsioni di ulteriori edificazioni, favorendo viceversa adeguamenti, anche con bioedilizia, delle strutture esistenti
-          Complesso della Polizia di stato, sulla punto del promontorio. Si ritiene proponibile un accordo di programma anche con questa struttura statale per pervenire ad un uso pubblico concordato dei beni storici ed ambientali di notevole interesse, posti proprio sul promontorio.

Contesto di vita- "L'itinerario della rinascita dei golfi, la passeggiata a mare"
La proposta
Più che di un contesto di area si tratta di un grande tema paesistico/territoriale che attraversa tutti gli altri Contesti, e che volendo può essere assunto lui stesso come Contesto itinerante. In tal senso costituisce riferimento generale per tutto il Water/Front
Come abbiamo visto, per la baia delle Grazie, esso riveste un'importanza strategica, poiché da luogo e rappresenta tre elementi di primaria importanza:
-          da un punto di vista dell'immagine e della fruizione complessive, esso rappresenta il tema caratterizzante l'intero sistema borgo/golfo, una passeggiata pedonale (variamente) alberata, che diviene anche il simbolo figurativo del sistema stesso.
-          da un punto di vista del Fronte/Mare, esso rappresenta la linea d'incontro dell'interfaccia mare/terra, sia come elemento materiale, sia struttura ecologica (ecotone)
-          dal punto di vista strutturale, l'itinerario rappresenta una "Sequenza delle relazioni" che si possono instaurare. a terra e a mare, a partire dall'asse della passeggiata (una sorta di doppio pettine dei rapporti tra il borgo, il sistema ambientale, terrestre e marino, e con le attività marinare.)
Si otterrebbe così una sorta di leit-motiv ricorrente, una sorta di 'basso continuo', un vero e proprio "tema fluente", sempre più ricco di interscambi, il cui percorso diverrebbe un "viaggio", quasi un'avventura di esperienze.
Ma questa esperienza diverrebbe poi ancora più significativa, girando la punta Pezzino per ricollegarsi, sia attraverso i sentieri delle mezze coste collinari, sia tramite un percorso nella macchia mediterranea nei pressi della via napoleonica provinciale (un percorso da "barone rampante"), con Fezzano e Cadimare, venendo a costituire così in una sorta di "itinerario della rinascita dei Golfi e delle Baie del Ponente del Golfo di Spezia".
Ciò sarebbe possibile tramite la riscoperta dei diversi promontori, golfi e penisole, in un viaggio evocativo che può rimandare a molte esperienze, sia emotive, che di conoscenza ambientale, che anche artistiche (dal profilo delle baie dietro la Venere/Simonetta Vespucci del Botticelli, alle esperienze del "viaggio nel territorio di una nuova conoscenza" di P.Klee), e a tante altre ancora, che ciascun abitante e fruitore potrebbe sentire e sperimentare, in un processo sempre aperto di arricchimento partecipativo, di "apprendimento amichevole", verso una partecipazione interattiva del territorio e del paesaggio, di cui questo grande tema progettuale farebbe da supporto e da ispirazione, generando una sorta di "continuità partecipativa" nel paesaggio. In una tale visione questo tema del percorso lungomare potrebbe aprire successivamente il riuso e la riscoperta di baie oggi precluse

5. l'Ambiente di Vita. "Il Borgo/Seno delle Grazie".
I diversi Contesti di Vita che abbiamo finora esaminato, riletti in un rapporto interattivo reciproco, tramite i loro diversi e molteplici tematismi ed itinerari tematici vanno a dare luogo ad un Sistema interrelato che viene a costituire il Nuovo Ambiente di Vita di quell'insieme urbano/paesistico che potremmo chiamare appunto "Borgo/Seno delle Grazie".
In realtà le possibilità di interrelazione all'interno di questo sistema sono molteplici, e non sono neppure statiche, date una volta per tutte, e neppure prestabilite rigidamente in un unico assetto, ma invece sono aperte all'apporto interpretativo e propositivo di chi intenda rapportarsi correttamente al sistema stesso.
Ma a due condizioni, però (almeno secondo noi).
-          La prima è che si riconosca il significato dell'Ambiente di Vita che si è inteso ricostruire, e che anzi si contribuisca ad arricchirlo.
-          La seconda è che questi arricchimenti e questi apporti relazionali avvengano attraverso procedure partecipative.
Dunque procedure aperte, delle quali il presente documento e le progettazioni successive potrebbero rappresentare il primo stadio, e quindi la fase di innesco di un processo partecipativo continuo di evoluzione paesistica nel tempo.
Secondo questa impostazione, per ciascuno dei Contesti di Vita ritrovati, e per lo stesso Ambiente di vita complessivo, sarà così possibile individuare, (dopo averne precisati obbiettivi, forme e contenuti), le procedure di processo partecipativo, le verifiche in itinere, i progetti chiave, gli andamenti e le condizioni socio economiche, il tutto in vista della loro fattibilità,  attuazione, e gestione.
 Ed anche su questi aspetti le proposte del Concorso potrebbero fornire prime indicazioni utili ad una loro valutazione.
L'assetto del Borgo ritrovato, con la sua nuova centralità urbano/ambientale, con i due fianchi collinari reinseriti nel Parco Regionale, e con la baia utilizzata solo per diporto leggero e locale e per le vele d'epoca, senza porticcioli e senza attività industriali e commerciali, attraversato da itinerari pedonali e dalla passeggiata del fronte/mare, rappresenta l'Ambiente di Vita delle Grazie che la partecipazione ha chiaramente espresso e che si augura che tutti vorranno condividere e perseguire. 

 Maggio 2007



“Piano Guida orientativo” del Fronte a Mare del Fezzano

Premessa.
Dall’attività dei Cantieri dell’Urbanistica Partecipata con la collaborazione scientifica e partecipativa dell’Università di Firenze è emersa l’opportunità che il documento di indirizzo per la progettazione del Fronte/Mare di Fezzano/Cadimare (di cui alla convenzione tra Autorità Portuale, Comune di PortoVenere e Università di Firenze) possa assumere, almeno per il territorio del Fezzano, e non ancora di Cadimare, il carattere di un “Piano Guida orientativo” da trasmettere al progettista incaricato, e da acquisire anche da parte degli enti committenti.
Il carattere di Piano Guida deriva dalle precise esigenze ed indicazioni emerse proprio dall’attività di partecipazione, che si è sviluppata da lungo tempo a Fezzano e che in particolare è stata svolta nell’attuale periodo di progettazione urbanistica partecipata, di cui alla convenzione stessa.
Gli elaborati di tale Piano Guida saranno composti:
-          dal presente Documento descrittivo (con allegati),
-          da una Mappa di inquadramento territoriale
-          da una Tavola delle Indicazioni Orientative di Progetto, accompagnata da schede tematiche di indirizzo progettuale ( “mappe programmatiche”)
-           da una Tavola di Sintesi delle indicazioni operative per tutto il Water Front
Pertanto la successiva attività di progettazione del Fronte/ Mare, che è previsto che sia comunque accompagnata da un’attività di partecipazione ( estesa presumibilmente in questa fase ad entrambi i Borghi di Fezzano e di Cadimare), dovrà configurarsi prioritariamente anche come attività di verifica preliminare della fattibilità dei presenti orientamenti, emersi dalla partecipazione stessa.
Questo passaggio è dal nostro punto di vista una condizione indispensabile e preordinata alle progettazioni successive e ci auguriamo che questa esigenza venga assunta negli atti del testo dell’incarico al progettista, anche da parte dagli enti committenti.


Alcune considerazioni preliminari.
In un recente documento dei “Cantieri dell’Urbanistica partecipata” gli abitanti del Fezzano così si esprimevano sulla condizione del loro Borgo, e del suo rapporto con il mare:
    “Nella nostra baia, che ha uno sviluppo di circa 500 metri lineari, trovano stabile ormeggio circa 670 imbarcazioni, delle quali solo 170 sono di residenti. Questo comporta problemi di viabilità, di parcheggi e aumento del costo della vita, ha portato ad un forte aumento del costo delle case e - all’interno del Borgo- alla progressiva sostituzione delle abitazioni dei residenti con seconde case, con allontanamento della popolazione locale, in particolare quella giovanile.
    Pertanto, se da una parte si riconosce che lo sviluppo turistico ha portato un certo benessere e permesso l’avvio o il consolidamento di alcune attività, dall’altra riteniamo che un ulteriore ampliamento del porticciolo e degli attuali pontili pregiudicherebbe la vivibilità del posto andando a toccare la qualità della vita degli abitanti del paese (ed anche quella degli ospiti! Con dequalificazione del turismo stesso) . Per questo il leit-motiv della seguente nota è la contrarietà ad ogni nuovo insediamento di pontili, catenarie, boe e qualsivoglia tipo di ormeggio. ….”
Nelle precedenti fasi del lungo iter del processo partecipativo era inoltre emerso con chiarezza che per tutti gli abitanti del Borgo (sopra o sotto la strada napoleonica) l’intero borgo è vissuto come una sorta di “casa comune” ( di oikos, potremmo dire) di cui il Fronte/ Mare è senz’altro la parte più prestigiosa ed anche quella alla quale si è tutti maggiormente attaccati.
Oggi, per gli abitanti, il fronte mare si riduce ad un esiguo tratto della banchina con una piccola “finestra “sul Golfo.
Da qui le due principali indicazioni del Piano/guida:
-          le precise, quasi puntigliose, indicazioni per la riqualificazione/restauro del fronte a mare della banchina /passeggiata e dell’affaccio a mare del Borgo stesso, in quanto componente più qualificata e più amata da tutti gli abitanti dell’intera “casa comune” (il borgo).
-          il tentativo di alleviare la morsa che da varie parti tende a stringere il borgo in un abbraccio soffocante, sia sulla destra orografica (attività industriali della baia di Panigaglia, Porticciolo turistico) sia sulla sinistra (complesso dell’aeronautica Militare), ed in parte anche al centro (Campo Sportivo)
E’ chiaro che gli indirizzi espressi nel Piano guida sono delle ipotesi da verificare, ma sono ipotesi molto concrete, che indicano obbiettivi, necessariamente in divenire, ma da perseguire sino da ora, poiché per gli abitanti, l’occasione del progetto del Fronte / Mare forse è una delle ultime occasioni per passare dal “sogno” all’attivazione di una procedura concreta di trasformazione, ovviamente in progress, delle condizioni limitative che fino ad oggi hanno condizionato la vita del borgo e quella degli abitanti stessi.

Si forniscono pertanto due tipi di indicazioni progettuali,
-a) degli “Indirizzi progettuali” per il Fronte/Mare del Borgo, e per i suoi riferimenti al Borgo stesso.
-b) delle “indicazioni programmatiche”per gli  “Ambiti di progetto complementari” in destra e sinistra della baia del Fezzano
  I progetti successivi pertanto dovranno dare una risposta agli indirizzi e alle indicazioni programmatiche del Piano guida e inoltre dovranno –dopo la verifica di fattibilità- contenere le modalità di realizzazione e attuazione relative a ciascuno degli ambiti e delle azioni sotto indicate, in relazione all’avvio di processi di trasformazione concreta del fronte a mare

Le Indicazioni Programmatiche sul lato del “Capo Cattaneo”
  Il complesso dell’Aeronautica.
Recentemente, è’ stata da più parti ventilata l’ipotesi di dismissione da parte del Ministero della Difesa dell’area in oggetto.
 Nel caso in cui alla dismissione seguisse una vendita, chiunque dovesse essere l’acquirente, l’area dovrebbe comunque mantenere per buona parte un utilizzo sociale e pubblico, ed in particolare la sua funzione di polmone verde.
Vi è peraltro anche la probabilità che il complesso mantenga l’assetto attuale, sotto tutti i punti di vista.
In questa situazione, riteniamo allora che sarebbe interessante potere avviare una diversa ipotesi, quella di un Protocollo di intesa ovvero di un Accordo di programma tra Aeronautica e Comune di Portovenere ( e di Spezia) per una gestione concordata di alcune attività da potere svolgere sulla base di programmi convenzionati, all’interno del complesso, che rimarrebbe dell’Aeronautica.
Vi potrebbe essere infatti un intereresse comune delle entità statali e comunali ad usare intensivamente le grandi potenzialità del complesso stesso
Questo modello di accordo in realtà potrebbe essere esteso anche ad altri casi di gestione del patrimonio statale (v, p esempio, rapporto tra Marina Militare e Parco Regionale, ecc…), andando oltre la logica della dismissione e vendita o del mero mantenimento dello statu quo, verso modelli convenzionati di gestione del bene pubblico.


Per questa area vediamo con favore, in ogni caso, ed in particolare nel caso di non dismissione:
-          un utilizzo degli edifici già oggi destinati a scopi scolastici, anche come sedi staccate delle Università di Genova, Pisa, Parma o Firenze che potrebbero tenervi Corsi di Laurea Triennali o di Eccellenza, attinenti il luogo o le tematiche oggi più attuali (da ingegneria navale o aeronautica o del risparmio energetico, a biologia marina, a meteorologia, -anche in rapporto ai cambiamenti climatici-, ……) o altri corsi ancora, secondo le richieste di specializzazioni provenienti da vari enti, nazionali o locali; in ogni caso l’area da adibire a ‘campus’ interuniversitario potrebbe rimanere aperta anche alla popolazione e alle scuole locali (educazione ambientale, biblioteche, eventi culturali e scientifici)  anche in rapporto all’uso integrato dei saloni della palazzina
-          un utilizzo dei piazzali verso il mare come basi operative della Protezione Civile (atterraggio elicottero, attracco mezzi di soccorso via mare, ecc.);
-          un utilizzo degli impianti sportivi da parte delle popolazioni limitrofe; ovvero la creazione di un nuovo campo da calcio per le popolazioni dei diversi Borghi marinari, posto se possibile sul limitare dell’area dell’Aeronautica, lato Cadimare (da verificare anche con quella popolazione)
-          la possibilità di utilizzare i saloni a pian terreno della Palazzina come sedi temporanee di mostre, convegni, ecc.;
-          valutare la possibilità di segnalare alle Belle Arti la Palazzina come monumento da salvaguardare;
-          la creazione di un passaggio pedonale tra Cadimare e Fezzano che, nell’ipotesi di non dismissione, potrebbe anche essere aperto solo di giorno;
-          di importanza vitale è l’utilizzo della piana immediatamente sotto il muro che divide la zona dalla strada provinciale per la creazione di un parcheggio per gli abitanti del Fezzano, che renderebbe inoltre più sicura e scorrevole la viabilità.
Ci dichiariamo invece assolutamente contrari, e vorremmo che il Comune mettesse rigidi paletti con precise norme di Piano Regolatore, a:
-          un aumento dei volumi edilizi attuali (almeno nella parte sotto la giurisdizione del Comune di Portovenere; ma conseguentemente anche in quella di Spezia)
-          un utilizzo dell’area a mare, davanti la zona in oggetto, con pontili, catenarie, boe o qualsiasi altro tipo di ormeggio;
-          a trasformazioni che impediscano ai cittadini di godere di questo polmone verde perché impediti dai progetti espansivi o limitanti, da parte di un qualsiasi acquirente.

Gli “Indirizzi Progettuali del Fronte/Mare del Fezzano
Vengono qui di seguito indicate puntualmente le singole proposte per ogni tratto del Fronte/Mare del Fezzano, le quali richiedono la massima attenzione progettuale.
Costituisce peraltro indirizzo cogente la necessità di una ricomposizione progettuale unitaria ed organica di tutto il fronte mare, da intendersi (vedi anche punto g) come elemento di una generale sistemazione che progressivamente dovrà estendersi da Cadimare a Panigaglia, con al centro il progetto organico per il Fezzano.

a) La Spiaggia.
Siamo favorevoli alla possibilità che:
-          rimanga come area balneare libera per la concreta possibilità che, con l’entrata a regime del depuratore, le acque ritornino pulite e tutta la zona possa ritrovare la sua funzione balneare;
-          venga migliorato l’attuale accesso al mare, che è difficoltoso per bambini ed anziani, con una progettazione che tenga conto anche delle correnti e del pericolo che la spiaggia venga erosa ogni inverno;

 Siamo contrari alla eventualità che:
-          vengano posizionati pontili o catenarie nel tratto di mare antistante;
-          la spiaggia diventi “spiaggia attrezzata” con conseguente perdita di spazi per gli utenti.

b) Ristorante Tritone e molo Cavaloni.
Siamo favorevoli a che
-          rimanga così come è sempre stato con una messa in sicurezza del molo mantenendo le attuali pietre;
-          rimanga una zona di attracco per piccole imbarcazioni.
Siamo contrari:
-          al prolungamento del molo poiché a nostro parere diventerebbe un ormeggio per imbarcazioni di grandi dimensioni che stazionerebbero poi lì permanentemente.

c) Banchina davanti la palazzata e molo della pineta.
Siamo favorevoli a:
-          il mantenimento dello stato attuale, con una sistemazione che sia un accurato restauro, che mantenga le pietre attuali;
-          la possibilità di ormeggio in questa zona per le piccole imbarcazioni dei residenti (barche intorno ai 5 metri come quelle che attualmente vi sono ormeggiate);
-          la possibilità di attracco al molo pineta dei vaporetti per il trasporto marittimo di passeggeri e merci. Ci sembra questa l’unica zona favorevole per fondale e spazio di manovra;
-          consentire il parcheggio ai soli residenti dall’angolo di via Paita al Tritone, cosa che farebbe diminuire il traffico, soprattutto estivo, in questa zona
Siamo contrari a:
-          il posizionamento di pontili galleggianti, catenarie, boe o qualsiasi altro tipo di ormeggio davanti questa zona;
-          il permanere sulla passeggiata, durante l’inverno quando non vengono utilizzate, delle strutture di ristoranti e bar.

d) Da molo pineta allo scaletto.
Siamo favorevoli a:
-          mantenimento dell’ormeggio alle imbarcazioni dei residenti;
-          mantenimento della possibilità di farne, durante l’inverno, con date di alaggio e varo rigidamente fatte osservare, un punto di ricovero e stazionamento di piccole imbarcazioni dei locali;
-          ripristinare lo scaletto come era una volta facendone un angolo “storico”; in questo modo si potrebbe pensare di utilizzarlo per l’alaggio e il varo delle piccole imbarcazioni;
-          eliminazione della struttura fissa della ProLoco, (questo è possibile solo se la cucina della pro Loco va nella casa dell’area Bertolucci; vedi punti seguenti); consentire in questa zona solo l’installazione di gazebo da montare in occasione delle feste;
-          sistemazione della pavimentazione e dei giochi nello spazio riservato ai bambini;
-          consentire il parcheggio ai soli residenti da via Paita all’ingresso della Marina del Fezzano lasciando la possibilità di solo passaggio per chi deve recarsi alla Marina o a parcheggiare nel campo sportivo;
Siamo contrari a:
-          un aumento della ricettività sui pontili galleggianti, con aumento del numero dei pontili o loro prolungamento.
-           
e) Dallo scaletto al confine con la “Marina del Fezzano”
Siamo favorevoli a:
-          mantenere in questa zona l’ormeggio per i lavoratori del mare;
-          utilizzare il campo da pallacanestro come spazio giochi dei ragazzi;
-          utilizzare la casetta attualmente abbandonata come cucina e ricovero attrezzi per la ProLoco; in questo caso lo spazio antistante potrebbe essere usato durante le feste come area per il pranzo;
-          in ogni caso destinare questa area ad uso pubblico recuperando l’immobile;
-          prolungare verso mare la palestra ricavando un adeguato ricovero per le barche da regata. Studiare l’ eventuale possibilità di soppalcare il nuovo vano barche da regata creando nel soppalco uffici per le associazioni presenti in paese che non hanno uno spazio nell’attuale centro sociale;

Siamo contrari a:
-          un utilizzo di questa area che non sia finalizzato ad un uso pubblico e di supporto alle attività e alle tradizioni del paese.

f)” Marina del Fezzano” e zone limitrofe
Siamo favorevoli a:
-          ad un progetto (anche privato) che preveda la riqualificazione ambientale e urbanistica dell’intero complesso della “Marina”, al cui interno dovrà essere predisposto un numero di parcheggi che soddisfi completamente le esigenze della Marina, tramite un progetto organico della piazza e della marina stessa
-          ad un progetto specifico, (inserito organicamente nel progetto di riqualificazione di cui sopra) che preveda un attraversamento pubblico del piazzale della Marina, garantendo così la percorrenza pedonale della passeggiata fronte/mare, fino a ricollegarla con il sentiero per Panigaglia, il cui accesso deve essere reso facilmente percorribile.(questa indicazione è indispensabile per mantenere la continuità del percorso lungo il mare, tra le diverse baie, che, come già detto, è una delle priorità dell’intero progetto – vedi anche punto seguente g)
-          All’interno di detto progetto dovrebbe essere studiata la possibilità o meno di rendere percorribile, come passeggiata, il pontile esterno,  anche ricercando una sua configurazione meno rigida ed esteticamente più integrata con l’ambiente circostante, che consenta anche una vista mare del Borgo.
Siamo contrari a:
-          un ampliamento della portualità verso Panigaglia sia da parte del complesso diportistico ”Marina” che di qualunque altro operatore.

g)Passeggiata lungomare da Cadimare a Panigaglia.
Si tratta di un obiettivo fortemente sentito da tutta la popolazione, obbiettivo ad oggi impraticabile per le note limitazioni, ma che deve essere viceversa perseguito all’interno del progetto del Fronte/Mare, poiché ne costituisce la caratterizzazione dominante.
Questa idea deve quindi orientare sia la progettazione nel tratto urbano sia la progettazione da verificare negli “ambiti di programma”.
Tali progettazioni dovranno rimarcare la “riconoscibilità” paesistica,visiva e urbanisticamente caratterizzante, della Passeggiata stessa.

h) L’interfaccia Terra/Mare, La condizione del Borgo,le scelte sul mare.

Sebbene il progetto del Fronte/Mare non sia rivolto al Borgo in quanto tale, pure si raccomanda che il progettista tenga conto di alcune indicazioni e degli indirizzi progettuali che sono qui di seguito segnalati, per approfondire il rapporto Terra/Mare di cui il WaterFront è il luogo di interscambio e di interfaccia.

Analogamente si dovrà operare e fare previsioni coerenti per quanto riguarda le problematiche sull’uso del mare, compresa la percezione del borgo dal mare, assumendo per tutti i diversi aspetti, il punto di vista della popolazione residente.

La condizione del Borgo.

h1)- L’intero borgo necessita di una manutenzione straordinaria”, in particolare della pedonalità interna, della conservazione del verde pubblico e privato, di una ripresa delle coloriture tradizionali (spesso di notevole interesse ma assai deperite), e di ogni altra cura dell’effetto casa comune, che si volesse sottolineare.

h2)- Dalla passeggiata sul mare può prendere l’avvio un raccordo allItinerario paesistico culturale di “Simonetta Vespucci”, un itinerario collinare (esterno al progetto, ma ugualmente importante) di verifica e di riscoperta in chiave di esperienza paesistica diretta, di un’ipotesi di interpretazione critica della “Venere” del Botticelli (Simonetta Vespucci) e dei Paesaggi dello sfondo (la costa dei Borghi marinari di PortoVenere.)

h3)-La zona retrostante il porticciolo della Marina. Attualmente la zona del paese posta alla spalle della Marina ha perso ogni contatto con il mare ed è caduta in una sorta degrado che si estende anche alla collina sottostrada e alle sue rampe e scalette disadorne. E’ pertanto urgente un intervento di riqualificazione, sia progettuale che di gestione, così come è indispensabile che questa condizione non venga ulteriormente aggravata da ipotesi di aumento volumetrico della Marina stessa.
Il progetto del Fronte mare può essere l’occasione per affrontare questa difficile situazione, magari in un ottica di più ampio respiro.
h4) riqualificazione della zona Campo Sportivo. Si tratta di una zona strategica per l’intero paese ed anche nei confronti del Fronte /Mare, proprio per la sua vicinanza all’ambito della Passeggiata e ai possibili raccordi diretti con la stessa, per l’importanza che potrebbe avere un “retro costa” verde di tali dimensioni, rispetto ad una condizione così costipata, com’è quella attuale.
Ma le opinioni sul suo uso attuale e sul suo futuro sono molto diversificate, e vanno dalla sua trasformazione generale, alla sua conservazione, al suo potenziamento e ristrutturazione conseguente-
Sulle destinazioni relative al campo sportivo, tenendo conto anche delle diverse opzioni della cittadinanza, non c’è una visione unitaria che soddisfi tutti i partecipanti ai Cantieri.
 Le possibilità discusse e che hanno riscosso favore sono:
-          lasciare il campo allo stato attuale e utilizzarlo, così come avviene già oggi, come parcheggio durante l’estate (ovviamente con le dovute cautele per la polvere),
-          prevedere una diversa sistemazione del campo, per esempio valutare la possibilità di trasferirlo nella zona aeronautica, e fare dello spazio del campo una zona verde, dotata anche di un parcheggio alberato.
Siamo contrari:
-          all’ipotesi di scavi per la creazione di parcheggi sotterranei e alla conseguente sopraelevazione del campo.
Siamo favorevoli a che venga studiata la possibilità di utilizzare i rifugi bellici che si affacciano su via Paita, dopo un accurato restauro e una sistemazione che tolga l’umidità, come parcheggi coperti o come ricovero invernale per le imbarcazioni.

Qualunque soluzione dovrà comunque tenere conto della difficile condizione idrogeologica dell’area e delle probabili presenze archeologiche. Questi due fattori comportano in ogni caso accertamenti preventivi (e non solo semplici sondaggi) per qualunque sistemazione, in particolare per quelle che prevederebbero posteggi interrati e simili.
Del resto la presenza di elementi archeologici è accertata a memoria d’uomo, e forse è anche localizzabile ad oggi con notevole approssimazione. Essa ovviamente ha la priorità su qualunque altra utilizzazione.

Tra tutte le opzioni presentate e tra le attività di verifica vi è ovviamente una scala di priorità.
Il primo elemento di cui accertarsi è quello della fattibilità del trasferimento del campo, magari nell’ambito dell’aeronautica, il che consentirebbe di dare respiro a tutto il Borgo.
 In questo caso la sistemazione preferita sarebbe quella di un verde pubblico nella zona più vicina al paese (magari mettendo in risalto l’eventuale zona archeologica),e quindi della previsione di un parcheggio a più piani con una piazza alberata all’altezza della pinetina in corrispondenza della curva stradale esistente,  nonché di un raccordo a terrazze gradinate e alberate tra il giardino sottostante e la piazza superiore.
Nel caso che il primo accertamento fosse negativo, la soluzione preferibile sarebbe allora quella della manutenzione della condizione attuale, ovviamente integrata dalle opportune migliorie, per le diverse soluzioni stagionali.
Si conferma la contrarietà alle ipotesi di parcheggi interrati e alla sopraelevazione del campo.
In ogni caso, come già detto, è comunque necessario procedere preventivamente agli accertamenti archeologici e idrogeologici
Le indicazioni sopradette potrebbero costituire il primo passo per la ricostituzione ambientale e urbanistica delle caratteristiche della valletta, indispensabile per ridare al borgo il respiro perduto a causa della saturazione edilizia sul fronte mare e con la costruzione del campo sportivo. 

Le scelte sul mare

h5) I coni marini liberi
Dalle indicazioni già fornite nei confronti della portualità, riunendole insieme, ne emerge che vengono individuati due tratti di costa liberi da attracco natanti, che vengono a costituire due “coni marini”,  materiali e visivi, liberi da imbarcazioni e dove il rapporto terra/mare è ancora diretto, ecologicamente garantito, paesisticamente attivo sia da terra che da mare.
 Questa condizione deve essere assolutamente garantita, non per una sua difesa astratta o ideologica, ma per potere consentire, ad abitanti ed utenti (turisti), un rapporto terra/mare di cui siano protagonisti, e sperimentatori diretti in ogni stagione dell’anno, nella logica di potere fruire di un “Ambiente di Vita” ricco e qualificato.
Tale condizione, sempre più rara ovunque, ma in particolare entro il Golfo di Spezia, va garantita per il suo valore economico ed ecologico, proprio perché bene sempre più prezioso ed introvabile.
Da questa condizione può dipendere in gran parte la riqualificazione e la rinascita del Borgo del Fezzano, e la riuscita dei relativi progetti di rinnovo urbano e marittimo.

Le Indicazioni Programmatiche sul lato Panigaglia, Punta S,Andrea,
da villa Pastorino al confine (ridefinito) dello stabilimento Snam



Quest’area, attualmente di pertinenza e di proprietà SNAM, è in realtà da essa scarsamente utilizzata tanto che il Piano Regolatore ne prevede sulla costa l’uso diportistico, mentre d’altra parte, per l’edificio e per l’area Bertocchi sovrastanti, sono in corso trattative per un loro riuso concordato.
Dalle attività di progettazione partecipata è emersa allora una nuova Proposta Programmatica complessiva che si basa sulla ipotesi che tutto questo complesso, raccordato sia al sentiero sotto la villa Pastorino che alle aree agricole soprastrada (sempre di proprietà SNAM), possa acquistare un ruolo strategico sia dal punto di vista ambientale sia dal punto di vista della fruizione pubblica.
Praticamente il Parco Regionale, che già dispone di una sua pertinenza sulla collina boscosa sopra lo stabilimento potrebbe così scendere fino al mare, attraverso una zona ex agricola di pregio e quindi attraverso una costa rocciosa e boscata, ancora assai gradevole.


Il sentiero lungomare potrebbe essere restaurato e reso una passeggiata pedonale di tipo naturalistico dalla quale accedere alle spiaggette sottostanti (riguadagnando cosi una balneabilità oggi perduta), e quindi, in salita, al sentiero collinare, passando per la casa Bertocchi ( da recuperare con attività pubbliche e private).


 Da qui si potrebbe ulteriormente accedere ai sentieri ( da ripristinare) della collina, passando per la casa colonica abbandonata (eventuale ecomuseo dell’agricoltura collinare), per ricongiungersi tramite i sentieri esistenti, sia alle Grazie sia alla parte alta del Parco Regionale.
Come si vede, anche se le aree collinari non sono comprese nel progetto, si tratta di ipotesi di valenza ambientale strategica, sia a scala comunale, sia a scala locale per gli usi degli abitanti del Fezzano che verrebbero cosi a disporre di un’ area verde e balnabile di grande rilevanza per uscire dalle loro attuali condizioni di vincolo. Il progetto del fronte mare deve quindi tenere conto di questa prospettiva e deve dare risposte progettuali per le sistemazioni lungomare e delle aree sottostrada.
Queste possibilità non sono futuribili, ma potrebbero essere anche di rapida attuazione, entro il più ampio contesto degli accordi SNAM/Comune, dal momento che tali aree e pertinenze sono oggi di fatto non utilizzate e sono per la SNAM del tutto marginali.

All’intero di una rivisitazione degli accordi tra Comune e SNAM, sempre a seguito delle riflessioni dell’urbanistica partecipata, potrebbe essere avanzata un’ulteriore ipotesi:
-          Utilizzazione del primo piazzale SNAM, oggi sottoutilizzato, per organizzare un punto di attracco sul golfo per attività di manutenzione e carenaggio, eliminandole dal fronte mare del Fezzano, in quanto inadatte e improprie per un paese già così densamente utilizzato e abitato.
-          Per dare funzionalità all’ipotesi si dovrebbe potere usare la strada esistente di cui dovrebbero essere spostati più a valle i cancelli di ingresso allo stabilimento. Si otterrebbe cosi anche la possibilità di potere usufruire di un posteggio lineare di accesso sia alle attività di cui sopra, sia alle aree di piccola balneazione del nuovo sentiero, sia eventualmente anche alla Marina stessa, sempre attraverso la passeggiata/sentiero.
In conclusione, siamo favorevoli a:
-          che il luogo possa recuperare la sua funzione balneare con possibilità di accesso al mare;
-          creare, nell’ultima piana verso lo stabilimento SNAM una zona per lavori alle imbarcazioni, con posizionamento di una piccola mancina e costruzione di vasche per fare carena;
-          possibilità di utilizzare la strada asfaltata che porta allo stabilimento SNAM per accedere a questa zona;
-          inserire nella zona pre-parco tutta l’area boschiva che, sopra strada, scende verso villa Pastorino, andando ad utilizzare la casa colonica esistente come “Centro di documentazione e di recupero della civiltà collinare”
Siamo contrari a:
-          il posizionamento in questo tratto di mare di pontili, catenarie e altri tipi di ormeggi.


Conclusioni.
Le proposte che abbiamo presentato, oltre alla loro specifica validità, hanno anche una notevole importanza se, da un lato, vengono lette unitariamente e, e se, dall’altro, se ne coglie il contenuto innovativo.

FEZZANO, Borgo Ritrovato.
 Una lettura unitaria della proposta, infatti, consente di potere riconoscere la nuova condizione complessiva che il Borgo di Fezzano verrebbe a riconquistare, sia al suo interno, sia nell’ambito dei due promontori che delimitano la sua baia.
In particolare, le modalità di riuso dei due promontori, che passano in entrambi i casi attraverso forme di convenzione con le proprietà attuali, consentirebbero, nella gestione del territorio e nelle dinamiche della vita quotidiana della popolazione, di uscire da quella limitazione dello spazio vitale che tanto condiziona oggi gli abitanti e la fisionomia del Borgo stesso.
Inoltre, l’apertura dei due coni marini liberi, consentirebbe una fruizione della terra e del mare rinnovata e di grande respiro.
La riconquista del proprio Ambiente di Vita è anche una delle indicazioni della Convenzione Europea del Paesaggio, che qui troverebbe così una delle sue prime forme di attuazione concreta, “portando in Europa”, così, anche questa parte del territorio del Golfo di Spezia.

INNOVAZIONI di metodo e di gestione programmatica.
a)      L’ipotesi avanzata di Modelli convenzionati di gestione pubblica di parte dei beni militari o di aziende di stato”, attraverso forme di “protocolli di intesa” o simili, potrebbe risultare un’importante innovazione anche a scala nazionale, uscendo dal dilemma alienazione/inaccessibilità, che oggi distingue tante località con servitù militari o industriali. Viceversa un uso integrato e convenzionato di parti non strategiche di tali luoghi può consentire un’evoluzione interessante verso modelli che possano conservare l’uso pubblico ed anzi che lo specializzino e lo arricchiscano, sia in sé come spazi architettonici e ambientali, sia nella fruizione delle popolazioni interessate.
b)     l’altra innovazione è di contenuto, e riguarda un modello di Pianificazione Paesistica Partecipata, che mentre da un lato riapre reti e connessioni ecologiche tra collina e mare, dall’altro riapre la circolazione delle persone su circuiti urbani ed ambientali di grande importanza, sia in senso materiale e concreto, che culturale e simbolico.Uno spazio di nuovo frequentabile in diverse direzioni e circostanze, che, ci piace ricordare, è anche quello che risultava come un’esperienza fondamentale dei ragazzi del Fezzano nelle nostre prime letture partecipative, e che ora si presterebbe a rafforzarsi e a divenire un’esperienza diffusa, aperta a tutti, abitanti e ospiti turistici compresi. Il fatto poi che queste “innovazioni” siano scaturite dalle esperienze delle dinamiche partecipative della ricerca/azione, sia nelle pratiche svolte “sul campo”, sia nella riflessione comune e condivisa, ci sembra di particolare rilevanza e ci appare come un patrimonio comune di grande significato.
c)      Una terza innovazione riguarda direttamente le modalità della Progettazione Partecipata. Proprio nella fase finale dell’esperienza partecipativa, anche in relazione alle specifiche condizioni e vincoli progettuali posti all’esperienza stessa, è emersa la difficoltà di restituire tutta la complessità e la ricchezza della pratica partecipativa e dei suoi intensi risultati, attraverso l’utilizzazione degli strumenti convenzionali della progettazione tecnica ed urbanistica. La riflessione interna ai Cantieri ha progressivamente messo in luce una modalità di restituzione che in realtà è anche un modo diverso di pensare al progetto. Anziché lavorare per funzioni e per localizzazioni come tradizionalmente fanno il progetto tecnico e la pianificazione corrente, l’idea partecipativa lavora viceversa per tematismi e per azioni in progress.( “itinerari”, “tracciati”, e simili) Da qui allora l’ipotesi sia di rappresentare, ma anche di sviluppare le proposte emerse tramite, “Itinerari tematici” o”tematismi”. Si può assumere allora l’idea di strutturare le proposte della partecipazione per Tematismi riferiti agli Ambienti di vita ( eventualmente articolati nei loro più specifici “contesti di vita”), e quindi alle loro trasformazioni (evoluzioni) qualitative e quantitative, Questo comporta che dal punto di vista rappresentativo vengano messe a punto tecniche di illustrazione che riportino, come in un sistema, tutti gli imputs e tutte le controindicazioni che possono dare conto e interagire nei confronti di una certa tematica di uso e di interpretazione di un certo Contesto di vita, così come sarà necessario che vengano contemporaneamente indicate le prospettive e le modalità per innescare i processi evolutivi che in quell’ambiente si possono prevedere.

Nel caso di Fezzano i tematismi, legati ad altrettanti Contesti di vita, ci sembrano tre, proprio quelli che abbiamo illustrato finora, il Borgo, il promontorio di Capo Cattaneo, il capo S.Andrea,di Villa Pastorino.
Per ciascuno vi sono condizioni, atmosfere, aspettative e speranze diverse, e come abbiamo visto, programmi e prospettive diversificate.
Abbiamo allora pensato di sperimentare alcune prime modalità di comunicazione dell’attività della partecipazione tramite la predisposizione di “Schede Programmatiche” nelle quali riportare le letture, le interpretazioni e le aspettative progettuali emerse nel corso delle diverse fasi della sperimentazione partecipata, in modo tale che questi elaborati possano assolvere a tre finalità:
a-      fornire al progettista il “senso dei luoghi” emerso dalla ricerca/azione, per stimolare la fase del progetto/verifica.
b-      Costituire un punto fermo nell’esperienza partecipata in modo che l’interpretazione dei luoghi che ne è emersa possa essere riconosciuta e condivisa pubblicamente, e, se del caso, fatta propria anche dall’Amministrazione comunale.
c-      Fornire gli elementi base dai quali iniziare un processo di trasformazione e di gestione partecipata di quell’Ambiente di vita, quasi una forma di progetto fatto paesaggio, da vivere e da creare progressivamente, sempre in maniera partecipata.

Dunque, tre grandi temi,  tre grandi processi evolutivi, nati dall’esperienza partecipativa stessa, tanto che il progetto richiesto potrebbe anche evolversi direttamente da queste temi, non statici, ma in divenire, magari portati avanti direttamente dalla partecipazione stessa tramite i Cantieri dell’urbanistica partecipata.

LE SCHEDE DI APPROFONDIMENTO TEMATICO.
Premessa.
 Questo nuovo tipo di elaborato frutto della partecipazione, si compone di una parte grafica che raccoglie immagini, proposte, itinerari riferiti al “tema” ( o ai temi)  che caratterizzano un certo “contesto di vita”e dall’altro si compone di una descrizione del “tema” stesso, e di tutte le sue relazioni.
Nota metodologica.
 In questa ipotesi i diversi “contesti di vita”, nel loro insieme, formano l’Ambiente di Vita,  di cui il Paesaggio è elemento fondamentale,  secondo la Convenzione Europea del Paesaggio, tanto che spesso, presso molte popolazioni, Paesaggio e Ambiente di vita tendono a identificarsi, nei confronti di un certo contesto, così come è “percepito” da quella popolazione stessa.
Per esempio,  in questo caso, si tratta dell’ambiente di Vita del Fezzano, con il suo territorio di riferimento, così come è stato visto dai Cantieri dell’Urbanistica partecipata.
In questa ipotesi, gli “ambienti di vita”, si strutturano per “contesti di vita”, caratterizzatI ciascuno, a loro volta, per uno o più temi.
Questi “temi” (che possiamo definire territoriali o paesistici, o del “luoghi della vita”)  sono in qualche modo comparabili con i temi musicali, per esempio con quelli di una composizione musicale, nella quale l’insieme dei temi può dare luogo, sempre continuando l’esempio, ad una sonata,a una sinfonia o simili.
 Analogamente l’insieme dei temi dei contesti di vita da luogo al più vasto e interrelato fenomeno dell’Ambiente di Vita,
Dove inoltre, i partecipanti (nel nostro caso, i “Cantieri “), svolgono attivamente il “ruolo dell’ interprete”
D’altra parte si tratta, come già detto, di “temi/processo”, ovvero di “temi/ programma”, nel senso che il contesto di vita non è solo delineato nel suo stato attuale, ma anzi ne vengono messe in evidenza le prospettive e spesso anche le modalità di una sua trasformazione progettuale e comunque di una sua evoluzione, secondo procedure, processi e programmi ben definiti (dunque “Temi paesistici evolutivi”).

Il caso del Fezzano.
E’ importante rilevare che la procedura metodologica sopra esposta non ha proceduto l’esperienza, anzi è un frutto della ricerca/azione: infatti, durante l’attività partecipativa, l’elaborazione dei diversi argomenti trattati è poi confluita in alcuni ambiti, sia progettuali o di proposta, che di riferimento a luoghi specifici e “riconosciuti”, che abbiamo quindi chiamato “contesti di vita” sui quali già agiscono o potrebbero agire, progettualmente,  particolari “tematismi”, specifici di quel contesto (tematismo di contesto)

1         - Punta S, Andrea- UN GRANDE TEMATISMO: La Riscoperta di un “luogo della vita” (Bio/topo), sia in senso ecologico/ambientale (riconoscimento e riapertura di una relazione Monte/Mare, e del relativo corridoio ecologico), sia nel senso della ritrovata fruizione umana sostenibile del luogo stesso (che può andare da una balneazione “leggera”, alla sosta nell’oliveto sul mare, alla riscoperta dei sentieri collinari sia di mezza costa che di ricongiunzione con le Grazie o anche di acceso all’alto crinale del Parco,  alla casa colonica come centro di documentazione e di ricerca sull’ agricoltura collinare,…….), e quindi come esperienza multisensoriale della Relazione Monte Mare, che si estende fino al cono marino aperto.

2         - Il Borgo del Fezzano. IL TEMATISMO CENTRALE. Un Borgo da ritrovare.
Si tratta di sviluppare un’attività di riscoperta, a tutti i livelli, a cominciare da un’esperienza di vita come avventura culturale ed esperienza dei luoghi (v, spazi dei ragazzi), in particolare del Borgo barocco collinare/marino, ( oggi sottovalutato) e quindi anche come progettazione rispettosa di ogni minimo particolare (in realtà sempre ricco di grande significato), o come riprogettazione degli spazi comunitari, oggi speso sottostimati, o solo parzialmente utilizzati (campo sportivo) e infine come recupero anche stilistico e qualitativo di ogni parte del Borgo barocco, dalle facciate tradizionali alle zone urbane attualmente “in ombra”, alle scalinate e ai giardini ‘murati’, (manutenzione urbana straordinaria) fino alle modalità di comportamento e di uso degli spazi vitali del borgo, da intendersi come “Casa comune”, e di cui il fronte/mare costituisce il momento più rappresentativo.
Dunque un tema progettuale e culturale allo stesso tempo, che potrebbe impegnare tutti gli abitanti in un processo progressivo di riconquista di questo particolare”contesto di vita”, così significativo di valori storici e tradizionali e, peraltro,  anche proprio per questo, pure cosi attuale

3         La Punta Cattaneo. IL TEMA DI UNA SPERIMENTAZIONE per un’INTESA DI FRUIZIONE CONCORDATA “Una città nella città”.
“Una città nella città”: questa valutazione espressa da un’ufficiale sullo stato attuale del complesso dell’aeronautica, coglie anche esattamente quello che potrebbe essere il senso di un’ipotesi innovativa per una modalità di gestione/amministrazione (verso un accordo di programma o protocollo di intesa) nei confronti di una fruizione concordata degli spazi dell’Aeronautica La straordinaria potenzialità dell’attuale complesso militare potrebbe trovare un’utilità comune di fruizioni convenzionate che, oltre che dare ricadute di grande utilità per tutti i contraenti, doterebbero Fezzano e Cadimare,ma anche la riviera di ponente del golfo e l’intera “Città del Golfo” di un baricentro e di un Polo urbano di grande utilità,ed anche di grande dignità urbanistica, quasi come quella di una “città ideale”, tra l’altro raggiungibile con ogni mezzo, particolarmente via mare.

4         – IL TEMA DELLE NUOVE EMERGENZE CULTURALI. Una riscoperta inattesa
Oggi Fezzano è considerato un luogo senza episodi architettonici o culturali rimarchevoli e, forse anche per questo, il borgo è assai misconosciuto dal turismo.
Dall’attività dei “Cantieri”, emerge invece una sorpresa culturale, quella della possibilità di riscoprire o di attivare luoghi e percorsi significativi, che potrebbero restituire al Fezzano le caratteristiche di un contesto ricco di esperienze culturali ed estetiche da vivere da parte degli abitanti e dei fruitori stagionali.
L’itinerario/verifica alla riscoperta dei Luoghi di Simonetta Vespucci, l’edificio razionalista dell’aeronautica, la casa/ecomuseo dell’agricoltura collinare, ma anche la riscoperta dell’intero Borgo, e forse il ritrovamento della villa romana, e magari anche la riscoperta delle viste dal mare, sono tutti gli elementi, provenienti dai tre “contesti di vita”, sui quali fare conto per riscoprire il valore del Borgo nel suo complesso, come ambiente di vita riunificato, sia da parte dei suoi abitanti, sia da parte dei visitatori.

5- UN TEMA UNIFICANTE. La Passeggiata Cadimare/Fezzano/Panigaglia


La Passeggiata lungomare, che da Cadimare è ipotizzato dal progetto partecipato che attraversi tutta Fezzano e giunga a lambire Panigaglia (per poi dirigersi in collina e lungostrada anche alle Grazie) assume nella proposta dei “Cantieri” un ruolo strategico, quello di divenire struttura di relazione tra tutti i temi e fra tutte le proposte, ed anche un’esperienza da vivere come un “viaggio” tra luoghi e contesti diversi, una sorta di sequenza paesistica da sperimentare direttamente, possibilmente anche dal fronte mare.
Attraverso questo “viaggio”, sarà possibile di conseguenza pervenire, attraverso i diversi contesti di vita, ad una percezione complessiva del territorio e del borgo del “Fezzano” ( ed in prospettiva anche di Cadimare) e quindi all’intera struttura territoriale e paesistica ritrovata, al significato dell’intera “sonata”, dell’intero “Ambiente di Vita”, facendo interagire le diverse componenti una sull’altra, i diversi temi uno in relazione all’altro

  maggio 2007

 

 

La Storia e i  Valori dei Cantieri dell’Urbanistica Partecipata del Comune di Porto Venere

Nel 2004 la Provincia della Spezia, il Comune di Porto Venere e il Dipartimento di Urbanistica della Facoltà di Architettura di Firenze, nella persona del prof. Giorgio Pizziolo,  si sono impegnati in una Ricerca Sperimentale, in attuazione della Convenzione Europea del Paesaggio, sul rapporto tra popolazione e luoghi, ricerca denominata “I paesaggi partecipati”.
In una prima fase la ricerca si è applicata al rapporto dei ragazzi delle scuole elementari e medie e le frazioni e il territorio in generale del Comune di Porto Venere.
La ricerca dei ragazzi della scuola è stata poi presentata da loro stessi agli adulti dei Borghi marinari, in particolare agli abitanti delle Grazie e del Fezzano, che nel frattempo, per motivi diversi, avevano maturato un loro desiderio di confrontarsi con le esperienze della partecipazione.
Ripercorriamo sinteticamente i due “processi partecipativi” delle Grazie e del Fezzano per comprendere le dinamiche della loro evoluzione progressiva.
Sia alle Grazie che al Fezzano è stata proposta una intervista-questionario alla quale hanno risposto complessivamente circa duecento persone. Si è creato così un primo contatto diretto con gli abitanti e si sono formati gruppi di lavoro, aperti a tutti, che hanno dato vita ad un gruppo di persone  molto affiatate, con posizioni e orientamenti culturali e politici diversi, senza alcuna gerarchia al suo interno, ma che hanno in comune un identico affetto per il luogo.
Sono state effettuate visite collettive al territorio per prendere visione dei suoi problemi ed apprezzarne i valori, confrontare i diversi punti di vista e studiare prime ipotesi progettuali. Tutto il materiale raccolto ha portato ad individuare valori e disvalori sul territorio che sono stati esplicitati in un “quadro territoriale di riferimento condiviso”.
Già in questa prima fase sono emerse alcune visioni comuni ai due Borghi che possiamo per ora sintetizzare come il desiderio e la forte volontà di riqualificazione del Borgo in quanto tale, a misura dei suoi abitanti e con una controllata presenza del turismo che non deve divenire preponderante.
Terminata questa fase, nell’autunno 2006 se ne è aperta una nuova con la Convenzione tra Comune, Autorità Portuale e Università di Firenze per lo studio del Fronte a Mare delle frazioni delle Grazie e del Fezzano. Sono nati i “Cantieri dell’Urbanistica Partecipata” che, applicando lo stesso metodo di lavoro della fase precedente, hanno prodotto due elaborati, uno per Le Grazie e uno per il Fezzano.

Sono emerse alcune idee guida, che vogliamo esplicitare.
1)      Riconoscimento dell’esistenza di beni comuni. Il territorio è il bene comune per eccellenza e non è soltanto il suolo o la società ivi insediata, ma l’intero patrimonio fisico, sociale e culturale, un valore aggiunto collettivo che troppo spesso viene distrutto in nome di un astratto e illusorio sviluppo. Pertanto mettere al centro delle politiche pubbliche forme di partecipazione nella gestione del bene comune “territorio” diventa l’ossatura su cui possano svilupparsi politiche sostenibili.In quest’ottica  diventa un obbiettivo fondamentale porre fine al consumo di territorio consentendo nuovi insediamenti solamente qualora non sussistano alternative al riuso e riorganizzazione dell’ esistente
2)      La possibilità di effettuare previsioni partecipate sui futuri assetti urbanistici e sull’uso del bene pubblico deve diventare punto cardine. Per questo motivo, e non solo,  i Cantieri avevano espresso forte contrarietà e riserve sulla costituzione della Spa che è invece una forma di privatizzazione, legata a pratiche di progettazione e “valorizzazione” che introducono logiche aziendali al posto di quelle dell’interesse collettivo. Ci si chiede  quale trasparenza possano avere le operazioni della Spa e come i cittadini possano essere documentati su ogni azione in tutte le sue fasi, da quelle preventive a quelle progettuali, a quelle esecutive, come è nei diritti di ogni comunità amministrata e come le leggi sulla trasparenza impongono.
3)      Accessibilità agli atti. Uno dei contributi generali che può dare l’attività di partecipazione è proprio quello di favorire la trasparenza e la conoscenza di tutti gli atti pubblici e delle scelte urbanistiche e progettuali in generale che riguardano il territorio.

Il lavoro svolto dai Cantieri in questo ultimo anno ha evidenziato alcune criticità del territorio del Comune di Porto Venere

1)      La baia di Panigaglia occupata dallo stabilimento Snam rappresenta un corpo estraneo e ostile nell’Ambiente di vita delle popolazioni residenti. I Cantieri hanno espresso parere fortemente contrario al Piano di ampliamento dello stabilimento, per motivi ambientali e per questioni di sicurezza. La baia confina con un sito Unesco, con un Parco Regionale e con un Parco Nazionale e soprattutto, con due Borghi densamente abitati ed è situata all’interno di un Golfo stretto, poco profondo e dove si incontrano una miriade di attività e traffici. Come già scritto nelle Osservazioni inviate ai Ministeri competenti e alla Regione Liguria i Cantieri chiedono che vengano rispettate le indicazioni per quell’area espresse nei vari Piani paesistici e Puc delle Amministrazioni che indicano quella zona come area di riconversione. Indispensabile avviare con il coinvolgimento di cittadini e lavoratori studi di fattibilità alternativi alla presenza industriale.
2)      Dismissione del patrimonio del demanio militare. In linea con quanto espresso precedentemente è indispensabile che a questo proposito siano attivate e garantite forme di informazione trasparente e modalità di partecipazione dei cittadini alle scelte delle amministrazioni. Vale la pena ricordare che il nostro territorio va inteso come parte di un sistema più ampio (golfo) dove le varie realtà sono in stretta dipendenza reciproca. I cantieri propongono una gestione di questo patrimonio che, come è detto sotto a proposito dell’area dell’Aeronautica, vada oltre la logica della dismissione e della vendita.
3)      Diritto all’abitare. E’ indispensabile, in un contesto turistico con forti appetiti speculativi, sostenere come diritto fondamentale il diritto all’abitare, anche attraverso forme di recupero del patrimonio pubblico (inalienabile) esistente, evitando così il rischio “svuotamento” non solo fisico ma anche culturale dei luoghi.

Altre criticità relative ai borghi sono state indicate nei documenti prodotti dai Cantieri. Ne elenchiamo qui alcune invitando alla lettura dell’intero documento.
1)      La penisola di Punta Pezzino. Per questo luogo,  frammentato in molteplici attività diverse che ne sfruttano ciascuna qualche singola parte, viene richiesta la bonifica dell’area di allevamento pesci, da dismettere e trasferire, e la costituzione di un “giardino marino” di recupero ambientale, controllato da un presidio universitario.
2)      La Villa Romana alle Grazie. Nello stesso documento si chiede che la Villa Romana sia più facilmente fruibile ricercando anche accordi convenzionati con la Marina Militare che permettano di ripristinare il rapporto antico della villa con il contesto territoriale e marino.
3)      La piazza centrale delle Grazie. Altra criticità esaminata è il grande spazio, centrale al borgo, attualmente occupato dal cantiere, spazio in cui potrebbe essere sviluppato l’artigianato riferito alle vele storiche e alle barche d’epoca. E’ fondamentale per la vita del borgo trovare una soluzione per il passaggio a bordo mare della passeggiata così come conservare e riqualificare gli orti urbani, i corsi d’acqua e i percorsi pedonali dagli orti fino alle scuole.
4)      Al Fezzano, se da una parte si riconosce che lo sviluppo turistico ha portato un certo benessere e permesso l’avvio o il consolidamento di alcune attività, dall’altra si ritiene che un ulteriore ampliamento del porticciolo e degli attuali pontili pregiudicherebbe la vivibilità del posto andando a toccare la qualità della vita degli abitanti del paese e anche quella degli ospiti, con dequalificazione del turismo stesso.
5)      Area Aeronautica. Si chiede di avviare un Protocollo di intesa tra Aeronautica Militare e Comune di Porto Venere per una gestione concordata di alcune attività da poter svolgere sulla base di programmi convenzionati. La straordinaria potenzialità dell’attuale complesso militare potrebbe trovare un’utilità comune di fruizioni convenzionate che doterebbero  Fezzano e Cadimare, ma anche tutta la riviera di ponente del Golfo di un baricentro di grande utilità e anche di grande dignità urbanistica (l’edificio razionalista dell’aeronautica che ben si è collocato accanto al borgo barocco preesistente).
Questo modello di accordo potrebbe essere esteso anche ad altri casi di gestione del patrimonio statale andando oltre la logica della dismissione e vendita (pensiamo ai molti beni militari che si trovano nel Comune di Porto Venere) verso modelli convenzionati di gestione del bene pubblico.
6)      Punta S. Andrea, verso Panigaglia. Secondo le indicazioni dei Cantieri questa zona potrebbe acquistare un ruolo strategico sia dal punto di vista ambientale sia dal punto di vista della fruizione pubblica. Il capo dovrebbe essere inserito nella zona pre-parco, restaurato il sentiero lungomare dal quale accedere alle spiaggette sottostanti, facilitato l’accesso ai sentieri collinari che si ricongiungono a quelli per Le Grazie e per la parte alta del Parco. Un ruolo importante potrebbe essere assunto dalla attuale casa colonica trasformata in centro di documentazione e di ricerca sull’agricoltura collinare.
7)      Emergenze culturali. Occorre restituire ai borghi le caratteristiche di un contesto ricco di esperienze culturali ed estetiche da vivere sia da parte degli abitanti che dei fruitori stagionali. Ci riferiamo, per il Fezzano,  all’itinerario alla riscoperta dei luoghi di Simonetta Vespucci, alla possibilità di dichiarare monumento l’edificio razionalista dell’aeronautica e alla possibilità di ritrovare la villa romana sepolta sotto il campo sportivo; per Le Grazie alla destinazione ad usi pubblici, mussali e documentari del complesso degli Olivetani in ogni sua parte, comprese le cantine dell’olio.

Nel progetto partecipato è stata definita “Tema unificante” la passeggiata Cadimare/Fezzano/Le Grazie. Questa passeggiata lungomare che da Cadimare attraversi Fezzano e giunga a lambire Panigaglia per poi dirigersi in collina e lungo strada alle Grazie, assume nelle proposte dei Cantieri un ruolo strategico, quello di divenire struttura di relazione fra tutti i temi e fra tutte le proposte, ed anche un’esperienza da vivere come un “viaggio” tra luoghi e contesti diversi, viaggio attraverso il quale sarà possibile pervenire ad una percezione complessiva del territorio e quindi dell’intero “Ambiente di vita”.

Tutti gli interventi descritti, e molti altri contenuti nei documenti dei Cantieri, ci portano a cercare di individuare come possa essere soddisfatta, in accordo con gli enti locali e gli operatori turistici la domanda  turistica evitando di compromettere sia gli interessi economici e sociali della popolazione residente, sia le risorse naturali e i siti storico-culturali, che rappresentano importanti attrattive per i turisti. Ci portano cioè alla definizione di “turismo sostenibile”.
La sostenibilità, per essere efficace, oltre che svilupparsi nei confronti del territorio deve cercare di mettere a punto modelli economico/comportamentali, anch’essi durevoli e rispettosi della rinnovabilità delle risorse. Solo così si può garantire anche la sostenibilità e rinnovabilità del territorio e l’evoluzione del paesaggio.
Il turismo, che oggi tende a consumare le risorse e a trasformare pesantemente il paesaggio, deve modificare non solo i suoi effetti finali, ma anche il suo “stile di comportamento”.
Una ipotesi di tale cambiamento può essere quella di passare da un modello di ‘conquista’da parte del turista e contemporaneamente di ‘rapina’ da parte degli operatori, ad un modello di “accoglienza” degli ospiti da parte dei residenti entro un “contesto vivente”.
Una tale diversa concezione investe tanto gli aspetti economici e sociali quanto quelli degli assetti del territorio, ed investe anche la questione dell’estetica e della figuratività del paesaggio e della sua percezione, e conseguentemente, anche del ruolo della progettazione. 
D’altra parte questi possibili diversi modelli riferiti ad ipotesi di sostenibilità si possono sviluppare solo riferendosi a valori condivisi sia da parte della popolazione ospitante che di quella ospitata. 
Così il paesaggio può divenire l’ambito di riqualificazione di un ambiente consumato e al tempo stesso il luogo di produzione di valori, o già in essere, o ancor più, da promuovere.

L’esperienza della partecipazione ha portato le persone coinvolte alla consapevolezza di avere sviluppato un processo innovativo, nei contenuti e nelle procedure, che ha consentito loro di potersi confrontare e di elaborare proprie autonome valutazioni.
Progressivamente il campo della esperienza partecipativa si è allargato dal Borgo e dal Fronte Mare a tutto il territorio aprendo la strada ad una nuova visione urbanistica complessiva.
In quest’ottica il Parco è visto come una straordinaria occasione, con il quale stabilire nuove relazioni partecipative. Si è visto in molti casi che le politiche adottate dai Parchi hanno dimostrato che le “Economie di Parco” non sono una chimera ma sono una realtà molto forte. Risulta per noi molto stimolante l’idea di sperimentare le pratiche della partecipazione popolare alle scelte delle politiche di gestione del Parco e anche alle sue scelte urbanistiche e programmatiche.
Infatti, se la partecipazione non è occasionale o, peggio, finalizzata alla semplice “creazione di consenso”, ma è una procedura iterata capace di affrontare progressivamente questioni sempre più complesse, dando vita a forme di “democrazia territoriale” sempre più consolidate, allora il rapporto Parco/Popolazione diviene una garanzia reciproca, anche perché il Parco può divenire un territorio ideale per sperimentare nuovi modelli di una ritrovata relazione ecologica Uomo/Società/Ambiente altrove sperimentabili con maggiori difficoltà.

Dal punto di vista scientifico il modo di procedere che ha guidato il lavoro dei Cantieri fa riferimento a quella impostazione metodologica chiamata “Ricerca/Azione”, una procedura per la quale l’attività sperimentale sul campo e la riflessione su quella attività si auto-alimentano progressivamente in cicli evolutivi di conoscenza/intervento.
Nel nostro caso la Ricerca/Azione si è sviluppata concretamente attraverso appuntamenti itineranti, dialoghi e osservazioni da cui sono scaturite intense comunicazioni interpersonali e di gruppo, e dove tutti hanno portato le loro esperienze, le loro competenze e i loro ricordi
Quello che ha reso straordinaria questa esperienza è stato il fatto che la partecipazione non si è limitata all’ambito dell’azione ma ha investito anche quello della riflessione e della ricerca.

Per tutto quanto scritto sopra i Cantieri auspicano una prosecuzione e uno sviluppo dell’attività fin qui svolta allargandola alla terza frazione del Comune e, come detto sopra, al Parco.

5 marzo 2008




 
RELAZIONE FINALE  - aprile 2009

UNIVERSITA’ DI FIRENZE
DIPARTIMENTO  DI URBANISTICA E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE.
 
COLLABORAZIONE SCIENTIFICA E OPERATIVA ALLA PROGETTAZIONE PARTECIPATA DEL FRONTE /MARE DELLE GRAZIE (PORTOVENERE)

PROGETTO URBANO CONDIVISO.

RELAZIONE.

Premessa-
Ai sensi della convenzione stipulata tra Comune di Portovenere, Autorità portuale, e DUPT (Università di Firenze) per le attività di collaborazione di cui sopra è stato redatto un vero e proprio “  progetto urbano”.
Tale progetto da un lato è il prodotto del processo partecipativo, nelle sue fasi progressive di proposta , di formazione degli scenari e quindi di individuazione degli obbiettivi concreti del processo stesso che si risolvono appunto nel “progetto urbano” di carattere unitario , che qui presentiamo.
 Dall’altro lato questo progetto è anche la risposta organica alle richieste della convenzione stessa.
Il “progetto urbano condiviso” elaborato in questa esperienza partecipativa  infatti ha, come richiesto, tutti caratteri  e la specifica definizione di un progetto planivolumetrico,  inoltre,estendendo l’elaborazione della scala  l/5oo all’intero progetto e non solo alle sue parti più significative perviene ad una definizione progettuale ancora più definita di quella richiesta, ed infine  rispondendo alle esigenze della scala urbanistica e dell’inserimento urbano e paesistico, garantisce così anche la massima trasparenza e comprensione per ogni parte del progetto stesso.

Le condizioni di partenza, il metodo assunto.
Com’è noto l’Università di Firenze (prof. Pizziolo) ha già curato un’esperienza di tipo partecipativo elaborando un Piano Guida per il fronte mare delle Grazie e del Fezzano, operando a scala territoriale e dei contesti urbani.
Successivamente ci è stato chiesto di elaborare un progetto di fronte mare per la sola località Le Grazie, limitato alla porzione centrale del Seno delle Grazie 
Il  Piano guida precedentemente sviluppato, fa così  da quadro di riferimento della nuova esperienza partecipata, come è indicato anche nella presente convenzione.

La procedura della partecipazione ha visto una fase di serrato dibattito ai tavoli e sul posto, che ha definito lo scenario del “Progetto Urbano,entro il 27 marzo data formale  di convenzione, Ad  essa concordemente con il Comune è seguita quindi una fase di verifica di fattibilità con le parti interessate che si è conclusa con il “Progetto urbano condiviso”entro il 27 Aprile , data dei tre mesi effettivi di attività partecipativa e progettuale, dalla fine gennaio ad oggi.

La nuova esperienza di partecipazione si è subito rivelata peraltro come una procedura molto diversa dalla prima, fondamentalmente perché il cambio di scala e la diversa natura dell’oggetto, comporta un passaggio da una partecipazione urbanistica/territoriale ad una partecipazione basta sul  “progetto urbano”.
In realtà questo cambiamento comporta una modifica degli strumenti della partecipazione stessa.
Dal caso urbanistico basato sulla attribuzione di valore e delle scelte di piano conseguenti, nelle quali la popolazione si può facilmente riconoscere anche in rapporto agli “ambienti di vita” (Paesaggi) , si passa, con il progetto urbano, alla definizione e alla prefigurazione di spazi edificati che necessitano di specifiche tecniche di elaborazione al servizio di scelte partecipate ma sulle quali la partecipazione opera affiancando le proposte con forme di  selezione attraverso le verifiche della condivisione.
Questa pratica, che  è già di per sé articolata, diviene veramente complessa nei casi come quello  specifico, il quale ha comportato la necessità di riferirsi a realtà locali estremamente discordanti, sia sul piano degli spazi urbani residui, sia su quello del corpo sociale locale.
Alle Grazie,siamo infatti in presenza di un doppio ordine di dissonanza e di frammentazione, quello tra spazi chiusi, separati, e tra loro conflittuali e parallelamente quello tra gruppi sociali che per motivi di storia locale degli ultimi cinquanta anni, hanno comportarono  fratture nel corpo sociale stesso che  sono ancora come ferite aperte
Il nostro tentativo è stato quello di affrontare complessivamente questo nodo sociale ed urbano, affidandosi ad una nuova e diversa fase progettuale di tipo partecipativo attribuendo  al progetto questa funzione promozionale.
Essa è stata sviluppata attraverso un’azione su tre livelli .
quello di una ricomposizione  degli spazi, attraverso la progettazione urbana
quello della ricomposizione delle ragioni delle parti sociali, sulla base di una riapertura al dialogo in funzione della nuova  progettazione
 quello della ricomposizione tra vecchi e nuovi partecipanti, che ripartisse dall’esperienza già fatta e dal gruppo di partecipatori della prima esperienza, ma che impegnasse tutti insieme nella diversa esperienza che il progetto urbano,come abbiamo visto, comporta.
Il progetto dunque diviene non solo l’esito della partecipazione, ma tende a divenire il centro della partecipazione stessa ed il possibile legante socio/spaziale dell’esperienza  stessa

Il progetto  partecipato e condiviso

Peraltro, anche questo passaggio si è dimostrato all’inizio assai complesso,  e solo le pratiche di costruzione degli scenari alternativi è riuscita  a fluidificare il processo, e quindi a pervenire a

Primi valori condivisi e prime scelte progettuali (prima fase del processo).

E’ comunque subito apparso chiaro  che il valore e l’obbiettivo primario doveva essere quello dell’unitarietà dell’impianto, come esigenza assoluta di ogni proposta che si volesse comunque  ipotizzare
Infatti da parte di tutti i partecipanti vi è stata subito la consapevolezza che ritrovare un disegno unitario poteva costituire il valore aggiunto per l’intero golfo,  che invece era mancato finora ad ogni proposta precedentemente avanzata, rispondendo tale impostazione al desiderio di tutti di pervenire ad un’inversione di tendenza alla soluzione per parti finora praticata.
L’ idea matrice è stata quella , ormai nota e condivisa di rimarcare l’arco naturale e quindi storico della baia
Ciò si è ottenuto con un doppio ordine del verde e della pedonalità,  che peraltro si sono sviluppati sull’arco stesso con modalità diverse e articolate tra loro
Il disegno peraltro si affida ad una grande tensione unitaria che da un lato innerva l’intera proposta e dall’altro tiene insieme le diverse parti,  che del resto sono state studiate e risolte anche ciascuna di per sé, garantendo per ciascuna la migliore soluzione interna possibile.
Del resto proprio questo gioco di rapporti tra una tensione generale, e la ricchezza delle diversità delle singole parti ha prodotto un effetto positivo per entrambe queste componenti del progetto
  
Le parti-costitutive
Garantita dunque una struttura unitaria all’intero impianto, si è passati all’esame delle singole parti, per poi alla fine, compiute le verifiche con i diversi elementi e soggetti economici e sociali interessati, potere tornare alla ricomposizione unitaria del progetto complessivo (seconda e terza fase del processo partecipativo).

Esaminiamo ora le soluzioni progettuali delle singole parti
Il comparto pubblico/privato della “Forza e Coraggio”.
Questa componente del progetto, che fa riferimento ad una zona centrale, sia del Borgo, che delle funzioni ed attività urbane, che della vita sociale del paese è stata in questa proposta considerata come un complesso unitario, anche se la sua edificazione e la sua gestione dovranno essere regolate da apposite convenzioni tra il Comune e la Società, anche nelle diverse fasi costruttive (per il teatro e la palestra si può pensare, in una prima fase,  anche a corrispondenti allestimenti all’aperto.
Tenendo inalterate le strutture esistenti è stato possibile trovare una regolare collocazione alla palestra di dimensioni regolamentari, ad una serie di servizi per le attività della Società stessa, ed anche per collocare (nei terreni della casetta pericolante) un teatro di 150 posti, richiesto dall’assessorato all’istruzione.
Questo nuovo elemento, a nostro avviso perfettamente risolto, consente anche di rapportarsi alle scuole con un sistema integrato di percorsi, palestra, teatro, orti scolastici urbani, in diretta comunicazione tra loro.
Sotto il teatro è previsto un posteggio per 16 macchine
Sono state inoltre verificate le condizioni di edificabilità e le distanze dal corso d’acqua una volta risanato

La via dei calafati.
Diviene il legame essenziale dell’arco di progettazione delle diverse parti del complesso, E’ previsto un  suo allargamento, lato mare, sia acquisendo il terreno agricolo residuale per gli orti urbani scolastici, sia nei confronti del cantiere che prospetta sulla via la sua parte di restauro delle barche storiche, (Rampa di accesso al manufatto dell’area sportiva).

Zona Sportiva (ex Campo di Calcio)
L’uso di questa parte strategica ha comportato un ampio dibattito, che ha visto una netta prevalenza di opinioni per la trasformazione dell’area nel senso che essa potesse consentire una serie di usi ricreativi e sportivi , aperti a tutti e che comunque fosse sempre garantita un’ampia fruizione aperta di questo fronte mare.
Questo indirizzo è stato confermato dagli attuali gestori del Campo sportivo, con comunicazione scritta e con la loro partecipazione diretta ai tavoli della partecipazione, ciò ci ha consentito di affrontare la nuova progettazione con senso di responsabilità
Sono rimaste alcune opinioni contrastanti ma si ritiene che esse potranno essere soddisfatte se contemporaneamente si attiveranno altre soluzioni per le attività calcistiche agonistiche (Accordo per il campo aeronautica, riuso giovanile e sportivo del Forte Pezzino, riproposizione del Campo/Parcheggio alla Fornace in sede di osservazioni o di progetto operativo , etc)
La soluzione proposta ha teso a costruire un complesso di servizi indispensabili per le attività sportive ricreative previste (scuola di vela e centro velico remiero etc, campo da calcio a cinque, piscine estive ed invernali, manutenzione piccole imbarcazioni, passeggiate , bar e servizi), tale da formare una passeggiata sopraelevata che consente un uso organico della riva del mare e di ogni parte dell’area , moltiplicando l’uso pubblico e di servizio alla comunità dell’intero complesso.
Il manufatto studiato si presenta non come un edificio ma come un elemento di arte paesistica integrata
L’obiezione che l’area dovrebbe essere mantenuta per il soccorso civile sembra inopportuna poiché la sistemazione proposta potrebbe viceversa fornire un’area attrezzata di soccorso, al punto che potrebbe avere forse anche i contributi in tal senso. D’altro canto tutto il fronte mare ritornato con il presente progetto un grande spazio pubblico potrebbe assolvere a varie esigenze di protezione anche in via subordinata.
Si fa notare che l’intero complesso, con le sue destinazioni sportive,  e con quelle ricreativei potrebbe fruire interamente dei finanziamenti Coni/Regione Liguria.
Si fa infine notare che sia la struttura in questione che la palestra Forza e Coraggio dispongono di impiantistica solare per il risparmio energetico (in particolare le piscine invernali potrebbero essere così rese  autosufficienti)

Cantiere Valdettaro,
Conformemente alle previsioni del PUC, e alle indicazioni del Piano della costa, si propone di  riorganizzare il complesso secondo queste indicazioni generali;
-         concentrare le lavorazioni e le manutenzioni nell’area compresa tra i due corsi d’acqua, che diviene così la sola area dove può  operare il carro ponte, In tale area può essere prevista la presenza di una struttura di lavorazione e manutenzione navale che nella parte su via dei calafati potrà avere un’attività di restauro (vetrina dei maestri d’ascia) dotata di un accesso interno al piazzale, sul fianco della struttura stessa il fronte mare sarà percorribile pedonalmente compatibilmente con le attività di lavorazione dell’area (piccolo ponte di barche girevole sul canale del centro velico)
-         Organizzazione di una “piazza delle barche  d’epoca” a carattere turistico marinaro,  aperta al pubblico,che prevede anche edifici per scuole e museo delle lavorazioni storiche, box e servizi alla navigazione e attrezzature. (riempimenti delle attrezzature di lavorazione attuali per  mq, 1352).
-         Costituzione di un grande giardino pubblico , in connessione con la piazza di cui sopra, sia tramite viali, che terrazze (sopra alcuni box). Lo spazio recuperato dalla comunità delle Grazie, sarà attrezzato come da progetto (pineta, passeggiata dell’arco del Golfo, spazi e attrezzature per le feste, spazi giochi e di incontro, luoghi per improvvisazioni musicali etc…i) per un totale di mq 5000 circa (salvo verifica).


Prescrizioni di progetto, indicazioni generali.
Un progetto come quello prodotto, proprio per la sua unitarietà e organicità, va assunto unitariamente nel suo insieme, anche perché la complessità di molti dei temi affrontati ha trovato difficili soluzioni affidate direttamente all’elaborazione progettuale, che pertanto diviene vincolante.
Tutto ciò comporta che il progetto,  se ritenuto valido, vada assunto unitariamente e vada condotto unitariamente anche nelle fasi successive, con una esplicita garanzia di continuità anche nella fase progettuale esecutiva, e nella esecuzione stessa (esigenza almeno di una direzione artistica affidata ai progettisti del presente progetto)

Si ritiene peraltro che esso abbia assolto a tutte le esigenze proposte e che pertanto ,se l’Amministrazione Comunale dovesse condividerlo il progetto potrebbe divenire la base per il Piano particolareggiato del Cantiere, la base degli accordi di programma, la base per richieste di finanziamento  (Coni ed altri), e la base di ogni intervento sull’area.


Si ritiene che questa progettazione partecipata e condivisa abbia dimostrato come solo assumendo la progettazione urbana e territoriale nel suo complesso si possa sperare di trovare soluzioni accettabili, e di come questa impostazione vada assolutamente ripresa a Portovenere, proprio  nel momento che invece le pressioni speculative e la cessione  del patrimonio pubblico potrebbero indurre conseguenze irreversibili,
Riteniamo urgente aprire invece un  vasto dibattito sulle prospettive di nuove economie sostenibili, e di nuovi modelli di gestione ecologico/economica del territorio, come avviene ormai a scala mondiale e come anche le ricerche dell’università di Firenze e di Genova  alle quali il territorio di Portovenere ha potuto partecipare tendono ad evidenziare fortemente (v. pubblicazione Università di Genova)
L?apertura a Portovenere di un serio dibattito e di un confronto sugli scenari possibili, prima di frammentare le iniziative e le concessioni, anche per il golfo e il territorio delle Grazie, diviene sempre più urgente  , anche in connessione con l’appartenenza di questo territorio al Patrimonio Unesco che richiede una cura ed un’attenzione del tutto particolari, specialmente nei confronti di un suo piano di gestione che dovrebbe avere carattere ecologico e  partecipato.
Il modello partecipativo, unitario  ed integrato che questo progetto ha reso evidente potrebbe fare sì che esso venga valutato non come la fine del processo partecipativo precedente ma come modello per  affrontare le grandi questioni che investono il presente ed il futuro di questo territorio e di questa comunità.


Prof. G.Pizziolo

27 aprile 2009