domenica 20 dicembre 2020

Una nota sulla grave situazione a Porto Venere


Il nostro sindaco, Matteo Cozzani, è quasi sempre assente da Porto Venere, da quando, ancora prima delle elezioni, è stato nominato capo dello staff e, successivamente, capo di gabinetto di Toti.

Con la scusa del COVID nega lo svolgimento dei Consigli Comunali in presenza. L’opposizione ha protestato, forte anche della nota della Prefettura pervenuta all’Amministrazione che non vieta lo svolgimento in presenza, purché nel rispetto delle norme anti-Covid. Chi conosce la sala Consiglio di P.V. sa che può contenere tranquillamente 14 persone ben distanziate. Lo svolgimento in presenza favorirebbe sia la discussione in aula che la comprensione da parte del pubblico collegato in rete.


lunedì 19 ottobre 2020

Parte terza - Il Parco oggi


Nei due post precedenti abbiamo descritto le leggi che hanno portato alla nascita del Parco Naturale Regionale di Porto Venere e i principali strumenti che ne attuano le finalità. Abbiamo messo in luce come alcune decisioni sulla gestione del Parco abbiano creato situazioni di forte debolezza e non abbiano affatto contribuito allo sviluppo e alla tutela del Parco stesso.

Il primo nodo sta proprio nella gestione del Parco di Porto Venere che non è affidata a un Ente dotato di autonomia amministrativa e funzionale e di personalità giuridica di diritto pubblico, come prescriverebbe la legge regionale sulle aree protette, la 12/1995, ma è affidata al Comune. Come abbiamo già scritto solo altri due Parchi in Liguria sono a gestione comunale, Piana Crixia e Bric Tana, e questo perché, essendo i due Parchi nati prima della approvazione della legge quadro nazionale sulle aree protette, sono stati eccezionalmente e provvisoriamente affidati alla gestione diretta da parte dei Comuni. La legge quadro sulle aree protette, la 394 del 1991, stabilisce invece che i Parchi regionali siano gestiti da appositi Enti parco.

sabato 17 ottobre 2020

Parte seconda - Gli strumenti attuativi delle finalità del Parco Naturale Regionale di Porto Venere

 


L’articolo 4 della L.R. 30/2001 individua gli strumenti attuativi delle finalità del Parco, cioè il Piano dell'Area protetta ed il Piano pluriennale socio-economico.

Il Piano del Parco

Il Piano dell’Area protetta, o Piano del Parco, viene adottato dal Consiglio Comunale di Porto Venere con Deliberazione n. 20 del 27 aprile 2004, approvato con Deliberazione n. 70 del 28 dicembre 2005, dopo aver valutato le Osservazioni presentate dai cittadini, e quindi inviato alla Regione con nota 431 del 19 gennaio 2006. Il Consiglio Regionale approva definitivamente il Piano del Parco con delibera 38 dell’11 ottobre 2007.

Nel Piano approvato dalla Regione viene modificata la perimetrazione dell’area marina, così come richiesto dalla Commissione per la tutela del tratto di mare nominata ai sensi della Legge 30/2001. Questa commissione, con voto unanime nella seduta del 23 gennaio 2007, aveva chiesto di apportare alcune modifiche alla perimetrazione per includere aree di speciale rilevanza ecologica. Vengono così inseriti il tratto che costeggia l’isola Palmaria, tra Punta Secca e punta Beffettuccio, per la presenza di vaste praterie di posidonia, e tutto il periplo delle isole Tino e Tinetto, non solo le falesie a mare aperto già comprese nell’ATM. Il Parco nel suo complesso, terrestre e marino, assume così la connotazione che ha conservato fino ad oggi.


venerdì 16 ottobre 2020

Parte Prima . La nascita del Parco Naturale Regionale di Porto Venere

 

Inizia con questo la pubblicazione di tre post dedicati al Parco Naturale Regionale di Porto Venere. Nei primi due post ripercorriamo le leggi, nazionali e regionali, che hanno portato all’istituzione del Parco e esaminiamo i due principali strumenti attuativi delle sue finalità. Il terzo post descrive lo stato attuale del Parco ed è quindi una denuncia delle carenze e difficoltà che lo stanno soffocando




Nel 1941 il Ministero dell’Educazione Nazionale dichiarava il notevole interesse pubblico dell’isola Palmaria, del Tino e del Tinetto con il promontorio di Portovenere in quanto, come riconosceva la legge 1497 del 1939, “cose immobili che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale o di singolarità geologica” e “bellezze panoramiche considerate come quadri naturali”.

Gli faceva eco la Commissione provinciale di La Spezia per la tutela delle bellezze naturali che sottolineava “la grande importanza panoramica dell’isola Palmaria che unitamente alle minori del Tino e del Tinetto e al promontorio di Portovenere racchiude ed inquadra il Golfo di La Spezia in uno scenario di cospicua bellezza naturale”.

Dal riconoscimento di questa “cospicua bellezza” nascerà il Parco Naturale Regionale di Porto Venere. Vediamone brevemente la storia facendoci guidare dalle leggi, nazionali e regionali, che hanno portato alla sua realizzazione.


sabato 18 luglio 2020

Osservazioni alla trasformazione della centrale Enel della Spezia


 


Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
Direzione Generale per la crescita sostenibile e la qualità dello sviluppo


Via Cristoforo Colombo 44 - 00147 Roma


Osservazioni al progetto: Sostituzione dell’unità a carbone esistente con una nuova unità a gas per la Centrale Termoelettrica “Eugenio Montale” della Spezia


Premessa

L’Accordo di Parigi, gli obiettivi di decarbonizzazione, l'urgenza della crisi climatica ma anche l’emergenza sanitaria richiedono, da parte di tutti gli Stati del Mondo, Italia compresa, un cambio di rotta forte e innovativo che deve vedere il settore energetico protagonista di un cambio radicale non solo nel modo di produrre energia elettrica e termica, che entro il 2040 dovrà escludere l’uso delle fonti fossili, ma anche nel modo di approvvigionamento, di distribuzione, di consumo attraverso un modello distribuito da fonti rinnovabili in cui i consumatori (cittadini, amministrazioni e imprese) diventano produttori e autoconsumatori e in cui gli elettrodomestici non saranno solo più punti di consumo, ma anche fonti di accumulo. Così come la mobilità, che dovrà essere ripensata ed adeguata alle necessità della transizione energetica e alla decarbonizzazione.
In questo nuovo scenario, determinante per la salvaguardia delle comunità cittadine, dei centri urbani, dei territori agricoli e di pregio e dello stesso tessuto produttivo, sarà non solo la posizione che ogni Paese avrà rispetto all’urgenza di affrontare e combattere i cambiamenti climatici, ma anche quali strade si vorranno percorrere. Certo è, che questo cambiamento richiede investimenti importanti non solo in termini di infrastrutture e impianti, ma anche e soprattutto in termini di reti, di accumuli, di mezzi di trasporto collettivo, di veicoli ed utenze smart e di tutta l’economia nazionale.
Per fare questo è urgente e necessario affrontare le “regole del gioco” della nostra economia, nate ai tempi di Adam Smith (1723–1790, padre fondatore dell'economia politica) e cresciute nell’era dell’abbondanza di energia fossile. Per questo tagliate su misura e strumentali per questo tipo di modello di sviluppo.
Per consentire la transizione verso le rinnovabili occorre intervenire prima di tutto sulle regole, in modo da eliminare le barriere burocratiche che impediscono lo sviluppo delle tecnologie sostenibili, e di rendere economicamente conveniente la loro applicazione.