domenica 10 marzo 2019

I Talibani di Roma



Nel luglio 2002 la Frankfurter Allgemeine Zeitung pubblicava un articolo dal titolo “I talibani di Roma” con sottotitolo “Saldi di fine stagione. L’Italia sta per svendere i propri beni culturali”. Si riferiva a un provvedimento del governo Berlusconi, ministri Urbani e Tremonti, che mirava a fare cassa attraverso la vendita o la concessione pluriennale a privati del patrimonio dello Stato. L’articolista concludeva: “Oggi l’eredità culturale dell’Italia è degradata a mero valore economico, a una risorsa di cui ci si può disfare a piacimento. Ma non c’è nulla che dia la misura dello stato di salute della società quanto il rapporto che essa riesce ad avere coi propri monumenti e col proprio paesaggio”.
Passano gli anni e i governi ma non muta l’atteggiamento incurante verso il patrimonio storico, artistico e ambientale del nostro paese. Nel 2015 l’Agenzia del Demanio, governo Renzi, ministri Padoan, Franceschini e Pinotti, vara il Progetto Fari, Torri ed Edifici costieri costieri che “promuove una forma di turismo sostenibile legata alla cultura del mare, rispettosa del paesaggio ed in linea con la salvaguardia ambientale”. Tale progetto, che prenderà il via con un primo blocco di edifici nel 2016, vuole potenziare l’offerta turistico-culturale attraverso la rigenerazione e il riuso di siti di interesse storico e paesaggistico sul litorale procedendo all’affidamento attraverso lo strumento di “concessione/locazione di valorizzazione”.
Prosegue così l’affidamento di molti beni dei cittadini, che lo Stato dovrebbe tutelare come sancisce l’articolo 9 della Costituzione italiana, a privati che quasi sempre li sviliscono e banalizzano con usi non rispettosi della storia di questi edifici. Questo processo è portato avanti in modo frammentato, pochi beni all’anno, per far sì che l’impatto sull’opinione pubblica sia meno violento.