L’isola
Palmaria, per la cui valorizzazione è stato sottoscritto il
Protocollo di Intesa e elaborato un Masterplan QUI che stiamo riesaminando in tutte le loro implicazioni, è inserita
dal 1997 nella lista dei siti del Patrimonio Mondiale posti sotto la
tutela dell’UNESCO e dal 2004 rientra nelle disposizioni del Codice
dei Beni Culturali e del Paesaggio come paesaggio protetto. Dopo
l’iscrizione nella lista del Patrimonio Mondiale è stata definita
l’Area di Tutela Marina e dal 2001 l’isola è stata inclusa nel
Parco Regionale di Porto Venere. E’ Sito di Interesse Comunitario,
IT 1345103, istituito nell’ambito di Natura 2000 con lo scopo di
garantire
il mantenimento della conservazione del paesaggio e della flora e
fauna locali. Nel 2016, quindi solo tre anni fa, in concomitanza con
l’avvio del percorso di valorizzazione dell’isola, è stato
varato il Piano di gestione per il Sito Unesco con l’obiettivo di
promuovere nel modo più ampio possibile il valore eccezionale del
sito.
Il
Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico, PTCP, è lo strumento
di pianificazione territoriale della Regione Liguria su cui è basato
il quaderno2
del Piano di Gestione del Sito Unesco che prende in esame gli ambiti
in cui è stato suddiviso il territorio ligure; Porto Venere e le
isole sono l’ambito territoriale n. 94. Nei Caratteri
generali del paesaggio leggiamo,
limitatamente all’isola Palmaria, “Di
notevole valore paesistico è l’isola Palmaria, caratterizzata da
un versante roccioso, con grotte a picco sul mare e da quello opposto
che scende gradatamente all’arenile, con approdi e lembi di
spiaggia, coronata da vegetazione mediterranea…. Sull’isola si
trova una ricca vegetazione spontanea ben conservata, con pinete a
pino marittimo, macchia mediterranea e latifoglie termofile (leccio e
roverella)”. In
questa descrizione “le
isole, a parte alcune emergenze monumentali, sono prive di
insediamenti” e
negli Indirizzi
per la pianificazione
si afferma che nelle isole “le
potenzialità insediative sono da ritenersi esaurite” mentre
per
l’assetto
vegetazionale si raccomanda il consolidamento-modificabilità
definendo i boschi
“nel complesso poco estesi la cui superficie può essere
incrementata rispettando le tendenze evolutive in atto su aree
prative e arbustate”.