L’importanza ambientale dell’isola Palmaria, i suoi fondali e la sua bellezza, prerogative che le hanno valso i riconoscimenti nazionali e europei sui quali torneremo nel prossimo scritto, sono stati ribaditi nel Piano di Gestione per il Sito Unesco redatto con la collaborazione di UNESCO, MiBACT, Regione Liguria, Comune di Porto Venere e FILSE e entrato in vigore nel 2016.
Contemporaneamente,
sempre nel 2016, veniva sottoscritto il Protocollo d’Intesa per la
Valorizzazione dell’Isola Palmaria. Abbiamo già scritto sulla
distorta interpretazione del termine “valorizzazione” e anche
sulla consuetudine degli amministratori di trasformare importanti
riconoscimenti ambientali in vuote enunciazioni di principio mentre
contemporaneamente operano in ossequio al più spregiudicato
sfruttamento dei beni. La stessa cosa è successa e succede ogni
volta che le amministrazioni mettono in atto processi partecipativi
unicamente per allettare quei cittadini che desiderano interessarsi e
contribuire alla gestione del proprio territorio, mentre
contemporaneamente elaborano progetti a vantaggio di singoli
speculatori dimostrando anche una visione miope e di corto respiro
sul territorio che amministrano.
Questo
sta accadendo per l’isola Palmaria, vicenda che dovrebbe avere a
che fare esclusivamente con la tutela e la conservazione di un bene
comune e non con il suo sfruttamento e la sua monetizzazione.
Il
Protocollo riporta nelle premesse tutti i riconoscimenti ambientali e
naturalistici di cui gode l’isola ma li dimentica subito dopo, o
meglio ne dà un’interpretazione esclusivamente economica, come se
dicesse: “questo è un bene di grande valore economico lasciato
finora inutilizzato e che dobbiamo invece sfruttare adeguatamente”.
La
cabina di Regia ha approvato uno scenario di Masterplan, il
cosiddetto 5bis, e, tanto perché fosse subito chiaro quali siano gli
intendimenti di Comune e Regione e quale l’accezione del termine
“valorizzazione” che si sta seguendo, il giorno dopo la
presentazione in Comune a Porto Venere di questo scenario, contestato
e fischiato da numerosi cittadini, il Sindaco Cozzani lo ha
illustrato alla Spezia nella sede di Confartigianato che lo ha
valutato come “positivo
per il rilancio turistico del
Golfo dei Poeti”.
Il Direttore Menchelli ha elogiato la possibilità di recuperare
l’esistente e ha stigmatizzato come frutto di irrazionali paure o
di notizie false che compaiono sui social le contrarietà espresse da
associazioni e gruppi di cittadini. Molto significativa è stata la
richiesta che la valorizzazione degli immobili venga fatta
singolarmente e non in blocco, richiesta che la dice lunga sia su
cosa anche l’associazione di categoria intenda per valorizzazione
sia sugli interessi e gli appetiti che si sono già scatenati. Questo
andare immediatamente presso la Confartigianato e la reazione
suscitata sono un chiaro esempio di quanto abbiamo riportato nel post
precedente a proposito della sentenza di condanna del Commissario
straordinario di Pompei: “la
valorizzazione …. era messa in relazione al conseguimento urgente
di sponsorizzazioni dalle quali acquisire risorse finanziarie”
necessarie
per la realizzazione degli interventi previsti.
Ma
questa è solo una conferma. Il velo era già caduto nel dicembre
2017 con l’approvazione della Legge Regionale
n. 29 che dichiara l’isola Palmaria Area Strategica che ricadrà
sotto la gestione di un Commissario Qui. Questa Legge Regionale è stata ricordata anche dall’architetto
Tomiolo, direttore del Dipartimento di Pianificazione Territoriale,
Urbanistica della Regione Liguria e coordinatore del Tavolo Tecnico,
che, durante la presentazione del Masterplan nella Sala Consiliare di
Porto Venere, ha detto che la legge che ha individuato ambiti
strategici è quella che ha consentito il percorso che ha portato al
Masterplan, compreso il percorso partecipativo. A questo proposito ha
fatto poi una affermazione ardita, ha detto cioè che “Noi
abbiamo già fatto attraverso il Masterplan, e il percorso che è
stato prima ricordato, (il
percorso
partecipativo condotto da Silvia Baglioni)
una parte fondamentale del processo di Valutazione Ambientale
Strategica che è quella parte che precede qualunque tipo di
decisione che riguarda gli assetti territoriali. Questo in Liguria
non si era mai verificato e nasce dal fatto che nel dicembre 2017 il
Consiglio Regionale ha approvato una legge che ha individuato alcuni
ambiti cosiddetti strategici per lo sviluppo, l’interesse della
nostra Regione, e tra questi c’è l’isola Palmaria.”
In sostanza ha sostenuto che il percorso fatto sostituisce, ha già
realizzato, l’inchiesta pubblica prevista per legge dalla procedura
di VAS e che anche questo è conseguenza della legge che istituisce
le aree strategiche.
Il
giurista ambientale Marco Grondacci è intervenuto più volte, nel
suo blog e in conferenze pubbliche, sulla VAS e sulla procedura di
Inchiesta pubblica. I punti nodali della procedura di VAS su cui basa
ogni suo ragionamento sono da un lato la “valutazione
su una scala temporale
lunga”
che possa prevenire gli effetti negativi sull’ambiente e,
dall’altro, il dover svolgere questa valutazione
“parallelamente alla costruzione degli scenari di impatto economico
e sociale dello strumento di pianificazione in discussione”.
Riportando
al caso specifico del Masterplan una sentenza della Corte di
Giustizia dell’Unione Europea del 7 giugno 2018 sull’applicabilità
della VAS a strumenti urbanistici che disciplinino e indirizzino usi
del territorio, Grondacci scrive (quando il Masterplan per l’isola Palmaria era ancora in fase di
elaborazione) che sono applicabili al Masterplan molti dei principi
definiti dalla sentenza, uno su tutti l’applicazione della VAS a
uno strumento che definisce le linee di indirizzo su cui dovranno
essere successivamente realizzati progetti urbanistici. Ma
soprattutto, non solo come conseguenza di questa sentenza ma per il
principio generale della Direttiva sulla VAS,
la sua applicazione “garantisce
che gli effetti dell’attuazione dei piani e dei programmi, ad essa
sottoponibili, siano presi in considerazione durante la loro
elaborazione e prima della loro adozione. Il Masterplan per l’Isola
Palmaria (ma è solo un esempio) pur essendo ormai quasi del tutto
elaborato non è stato accompagnato da alcuna procedura di VAS”, in
particolare il percorso partecipativo, per come è stato attuato,
non può sostituire l’inchiesta pubblica.
Prosegue
l’architetto Tomiolo: “Cosa
succederà d’ora in avanti? Succederà che … dovremo
far diventare i contenuti del Masterplan contenuti del PUC, contenuti
del Piano del Parco, contenuti del Piano Paesaggistico Regionale,
cioè gli strumenti che attualmente operano sul territorio.
Tecnicamente
questa operazione va sotto il nome di aggiornamento che nella
legislazione regionale ha
un significato ben preciso, non si sta parlando di fare varianti al
PUC. Gli aggiornamenti sono quelle operazioni più leggere che non
richiedono approfondimenti di natura particolare ma saranno comunque
sottoposti alla VAS perché è una cosa che ci impone la legge
regionale approvata nel dicembre 2017.”
La Legge Regionale in cui si parla di aggiornamenti è la 36/1997
articolo 43 ed è
attraverso questi passaggi che la Regione, il Comune e la Soprintendenza dovranno
giungere all’Atto di Intesa previsto dalla L.R. 29/2017 e
rendere così possibile
l’attuazione del Masterplan.
Detto
fatto, il 21 giugno la Giunta Regionale vara la Delibera 532 che definisce i passaggi tecnici necessari per armonizzare
(altra parola magica) i piani territoriali vigenti, regionali e
comunali, rispetto alle indicazioni del Masterplan. Soprattutto andrà
armonizzato il Piano Urbanistico Comunale di Porto Venere
“che, in alcuni aspetti, come
dice il comunicato della Regione, risulta
non adeguata rispetto alle azioni di tutela e valorizzazione
delineate dal Masterplan.”
Insomma,
il Masterplan prevale su ogni altro procedimento di pianificazione
urbanistica e territoriale, sono questi ultimi che si devono adeguare
al Masterplan in modo da consentirne l’attuazione e non viceversa.
Nel
dispositivo della Delibera si stabilisce “a)
di approvare il programma delle attività
tecniche necessarie per l’adozione dell’Atto di Intesa previsto
all’art. 2, comma 2, della l.r. n. 29/2017 …….
b)
di affidare al Comune di Portovenere ….. il coordinamento delle
attività previste nello stesso programma e di provvedere, durante le
fasi di svolgimento delle stesse attività, alla consultazione dei
soggetti che hanno sottoscritto il ridetto Protocollo unitamente ai
soggetti che fanno parte della relativa “cabina di regia”;
c)
di demandare a successivi separati provvedimenti dei Settori
regionali competenti l’assunzione degli atti necessari per
l’attuazione del programma.”
L’Assessore
Scajola, Assessore all’Urbanistica, Pianificazione territoriale,
Demanio e Tutela del Paesaggio,
commenta
la Delibera approvata dalla Giunta regionale con queste parole:
“L’obiettivo
operativo è quello di giungere entro la fine del 2019 all’adozione
dell’Atto di Intesa, che avrà valore di piano
urbanistico-territoriale. Quello di oggi è un passaggio tecnico, ma
è fondamentale per dare l’avvio concreto del masterplan e, quindi,
al processo di riqualificazione dell’isola”.
Ricordiamo
ancora una volta che la L.R. 29/2017 stabilisce che “l’atto
di intesa, ove necessario, produce gli effetti di variante dei
vigenti piani urbanistici e territoriali, generali e di settore, di
livello comunale e regionale ai sensi della vigente legislazione
regionale e in tal caso è sottoposto alle procedure di valutazione
ambientale di cui alla vigente normativa in materia e di pubblicità
e partecipazione nei modi e con i tempi stabiliti con lo stesso
atto”.
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