giovedì 11 luglio 2019

Isola Palmaria. Verso la realizzazione del Masterplan


L’importanza ambientale dell’isola Palmaria, i suoi fondali e la sua bellezza, prerogative che le hanno valso i riconoscimenti nazionali e europei sui quali torneremo nel prossimo scritto, sono stati ribaditi nel Piano di Gestione per il Sito Unesco redatto con la collaborazione di UNESCO, MiBACT, Regione Liguria, Comune di Porto Venere e FILSE e entrato in vigore nel 2016.
Contemporaneamente, sempre nel 2016, veniva sottoscritto il Protocollo d’Intesa per la Valorizzazione dell’Isola Palmaria. Abbiamo già scritto sulla distorta interpretazione del termine “valorizzazione” e anche sulla consuetudine degli amministratori di trasformare importanti riconoscimenti ambientali in vuote enunciazioni di principio mentre contemporaneamente operano in ossequio al più spregiudicato sfruttamento dei beni. La stessa cosa è successa e succede ogni volta che le amministrazioni mettono in atto processi partecipativi unicamente per allettare quei cittadini che desiderano interessarsi e contribuire alla gestione del proprio territorio, mentre contemporaneamente elaborano progetti a vantaggio di singoli speculatori dimostrando anche una visione miope e di corto respiro sul territorio che amministrano.
Questo sta accadendo per l’isola Palmaria, vicenda che dovrebbe avere a che fare esclusivamente con la tutela e la conservazione di un bene comune e non con il suo sfruttamento e la sua monetizzazione.



Il Protocollo riporta nelle premesse tutti i riconoscimenti ambientali e naturalistici di cui gode l’isola ma li dimentica subito dopo, o meglio ne dà un’interpretazione esclusivamente economica, come se dicesse: “questo è un bene di grande valore economico lasciato finora inutilizzato e che dobbiamo invece sfruttare adeguatamente”.
La cabina di Regia ha approvato uno scenario di Masterplan, il cosiddetto 5bis, e, tanto perché fosse subito chiaro quali siano gli intendimenti di Comune e Regione e quale l’accezione del termine “valorizzazione” che si sta seguendo, il giorno dopo la presentazione in Comune a Porto Venere di questo scenario, contestato e fischiato da numerosi cittadini, il Sindaco Cozzani lo ha illustrato alla Spezia nella sede di Confartigianato che lo ha valutato come “positivo per il rilancio turistico del Golfo dei Poeti”. Il Direttore Menchelli ha elogiato la possibilità di recuperare l’esistente e ha stigmatizzato come frutto di irrazionali paure o di notizie false che compaiono sui social le contrarietà espresse da associazioni e gruppi di cittadini. Molto significativa è stata la richiesta che la valorizzazione degli immobili venga fatta singolarmente e non in blocco, richiesta che la dice lunga sia su cosa anche l’associazione di categoria intenda per valorizzazione sia sugli interessi e gli appetiti che si sono già scatenati. Questo andare immediatamente presso la Confartigianato e la reazione suscitata sono un chiaro esempio di quanto abbiamo riportato nel post precedente a proposito della sentenza di condanna del Commissario straordinario di Pompei: la valorizzazione …. era messa in relazione al conseguimento urgente di sponsorizzazioni dalle quali acquisire risorse finanziarie” necessarie per la realizzazione degli interventi previsti.
Ma questa è solo una conferma. Il velo era già caduto nel dicembre 2017 con l’approvazione della Legge Regionale n. 29 che dichiara l’isola Palmaria Area Strategica che ricadrà sotto la gestione di un Commissario Qui. Questa Legge Regionale è stata ricordata anche dall’architetto Tomiolo, direttore del Dipartimento di Pianificazione Territoriale, Urbanistica della Regione Liguria e coordinatore del Tavolo Tecnico, che, durante la presentazione del Masterplan nella Sala Consiliare di Porto Venere, ha detto che la legge che ha individuato ambiti strategici è quella che ha consentito il percorso che ha portato al Masterplan, compreso il percorso partecipativo. A questo proposito ha fatto poi una affermazione ardita, ha detto cioè che “Noi abbiamo già fatto attraverso il Masterplan, e il percorso che è stato prima ricordato, (il percorso partecipativo condotto da Silvia Baglioni) una parte fondamentale del processo di Valutazione Ambientale Strategica che è quella parte che precede qualunque tipo di decisione che riguarda gli assetti territoriali. Questo in Liguria non si era mai verificato e nasce dal fatto che nel dicembre 2017 il Consiglio Regionale ha approvato una legge che ha individuato alcuni ambiti cosiddetti strategici per lo sviluppo, l’interesse della nostra Regione, e tra questi c’è l’isola Palmaria.” In sostanza ha sostenuto che il percorso fatto sostituisce, ha già realizzato, l’inchiesta pubblica prevista per legge dalla procedura di VAS e che anche questo è conseguenza della legge che istituisce le aree strategiche.
Il giurista ambientale Marco Grondacci è intervenuto più volte, nel suo blog e in conferenze pubbliche, sulla VAS e sulla procedura di Inchiesta pubblica. I punti nodali della procedura di VAS su cui basa ogni suo ragionamento sono da un lato la “valutazione su una scala temporale lunga” che possa prevenire gli effetti negativi sull’ambiente e, dall’altro, il dover svolgere questa valutazione “parallelamente alla costruzione degli scenari di impatto economico e sociale dello strumento di pianificazione in discussione”.
Riportando al caso specifico del Masterplan una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del 7 giugno 2018 sull’applicabilità della VAS a strumenti urbanistici che disciplinino e indirizzino usi del territorio, Grondacci scrive (quando il Masterplan per l’isola Palmaria era ancora in fase di elaborazione) che sono applicabili al Masterplan molti dei principi definiti dalla sentenza, uno su tutti l’applicazione della VAS a uno strumento che definisce le linee di indirizzo su cui dovranno essere successivamente realizzati progetti urbanistici. Ma soprattutto, non solo come conseguenza di questa sentenza ma per il principio generale della Direttiva sulla VAS, la sua applicazione “garantisce che gli effetti dell’attuazione dei piani e dei programmi, ad essa sottoponibili, siano presi in considerazione durante la loro elaborazione e prima della loro adozione. Il Masterplan per l’Isola Palmaria (ma è solo un esempio) pur essendo ormai quasi del tutto elaborato non è stato accompagnato da alcuna procedura di VAS”, in particolare il percorso partecipativo, per come è stato attuato, non può sostituire l’inchiesta pubblica.
Prosegue l’architetto Tomiolo: “Cosa succederà d’ora in avanti? Succederà che … dovremo far diventare i contenuti del Masterplan contenuti del PUC, contenuti del Piano del Parco, contenuti del Piano Paesaggistico Regionale, cioè gli strumenti che attualmente operano sul territorio.
Tecnicamente questa operazione va sotto il nome di aggiornamento che nella legislazione regionale ha un significato ben preciso, non si sta parlando di fare varianti al PUC. Gli aggiornamenti sono quelle operazioni più leggere che non richiedono approfondimenti di natura particolare ma saranno comunque sottoposti alla VAS perché è una cosa che ci impone la legge regionale approvata nel dicembre 2017.” La Legge Regionale in cui si parla di aggiornamenti è la 36/1997 articolo 43 ed è attraverso questi passaggi che la Regione, il Comune e la Soprintendenza dovranno giungere all’Atto di Intesa previsto  dalla L.R. 29/2017 e rendere così possibile l’attuazione del Masterplan.
Detto fatto, il 21 giugno la Giunta Regionale vara la Delibera 532 che definisce i passaggi tecnici necessari per armonizzare (altra parola magica) i piani territoriali vigenti, regionali e comunali, rispetto alle indicazioni del Masterplan. Soprattutto andrà armonizzato il Piano Urbanistico Comunale di Porto Venere “che, in alcuni aspetti, come dice il comunicato della Regione, risulta non adeguata rispetto alle azioni di tutela e valorizzazione delineate dal Masterplan.”
Insomma, il Masterplan prevale su ogni altro procedimento di pianificazione urbanistica e territoriale, sono questi ultimi che si devono adeguare al Masterplan in modo da consentirne l’attuazione e non viceversa.
Nel dispositivo della Delibera si stabilisce “a) di approvare il programma delle attività tecniche necessarie per l’adozione dell’Atto di Intesa previsto all’art. 2, comma 2, della l.r. n. 29/2017 …….
b) di affidare al Comune di Portovenere ….. il coordinamento delle attività previste nello stesso programma e di provvedere, durante le fasi di svolgimento delle stesse attività, alla consultazione dei soggetti che hanno sottoscritto il ridetto Protocollo unitamente ai soggetti che fanno parte della relativa “cabina di regia”;
c) di demandare a successivi separati provvedimenti dei Settori regionali competenti l’assunzione degli atti necessari per l’attuazione del programma.”
L’Assessore Scajola, Assessore all’Urbanistica, Pianificazione territoriale, Demanio e Tutela del Paesaggio, commenta la Delibera approvata dalla Giunta regionale con queste parole: L’obiettivo operativo è quello di giungere entro la fine del 2019 all’adozione dell’Atto di Intesa, che avrà valore di piano urbanistico-territoriale. Quello di oggi è un passaggio tecnico, ma è fondamentale per dare l’avvio concreto del masterplan e, quindi, al processo di riqualificazione dell’isola”.
Ricordiamo ancora una volta che la L.R. 29/2017 stabilisce che “l’atto di intesa, ove necessario, produce gli effetti di variante dei vigenti piani urbanistici e territoriali, generali e di settore, di livello comunale e regionale ai sensi della vigente legislazione regionale e in tal caso è sottoposto alle procedure di valutazione ambientale di cui alla vigente normativa in materia e di pubblicità e partecipazione nei modi e con i tempi stabiliti con lo stesso atto”.












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