Per chiarire la nostra visione abbiamo deciso di pubblicare un estratto da un documento del 2007 elaborato da I Cantieri dell’Urbanistica Partecipata, ed esattamente la parte relativa al Campo del Fezzano. Riprendiamo anche una parte delle considerazioni generali che dovrebbero rimanere secondo noi alla base di ogni visione sul territorio e che offriamo alla riflessione e alla discussione.
I documenti completi, sia quelli de I Cantieri che il progetto del nuovo stadio approvato nel novembre 2021, sono a disposizione di chiunque desiderasse consultarli.
Nel 2003 la Provincia della Spezia, il Comune di Porto Venere e il Dipartimento di Urbanistica della Facoltà di Architettura di Firenze, nella persona del prof. Giorgio Pizziolo, si sono impegnati in una Ricerca Sperimentale, in attuazione della Convenzione Europea del Paesaggio, sul rapporto tra popolazione e luoghi, ricerca denominata “I paesaggi partecipati”.
La ricerca partita dai ragazzi della scuola è stata poi presentata da loro stessi agli adulti dei Borghi marinari, in particolare agli abitanti delle Grazie e del Fezzano.
Sono state effettuate visite collettive, “passeggiate progettanti”, al territorio per prendere visione dei suoi problemi ed apprezzarne i valori, confrontare i diversi punti di vista e studiare prime ipotesi progettuali. Tutto il materiale raccolto ha portato ad individuare valori e disvalori sul territorio che sono stati esplicitati in un “quadro territoriale di riferimento condiviso”.
Già in questa prima fase sono emerse alcune visioni comuni ai due Borghi che possiamo sintetizzare come il desiderio e la forte volontà di riqualificazione del Borgo in quanto tale, a misura dei suoi abitanti e con una controllata presenza del turismo che non deve divenire preponderante.
Terminata questa fase, nell’autunno 2006 sono nati i “Cantieri dell’Urbanistica Partecipata” che, applicando lo stesso metodo di lavoro della fase precedente, hanno prodotto due elaborati, uno per Le Grazie e uno per il Fezzano.
Nel corso di questo lavoro sono emerse alcune idee guida, che vogliamo esplicitare.
Riconoscimento dell’esistenza di beni comuni. Il territorio è il bene comune per eccellenza e non è soltanto il suolo o la società ivi insediata, ma l’intero patrimonio fisico, sociale e culturale, un valore aggiunto collettivo che troppo spesso viene distrutto in nome di un astratto e illusorio sviluppo. Pertanto mettere al centro delle politiche pubbliche forme di partecipazione nella gestione del bene comune “territorio” diventa l’ossatura su cui possano svilupparsi politiche sostenibili. In quest’ottica diventa un obbiettivo fondamentale porre fine al consumo di territorio consentendo nuovi insediamenti solamente qualora non sussistano alternative al riuso e riorganizzazione dell’ esistente
La possibilità di effettuare previsioni partecipate sui futuri assetti urbanistici e sull’uso del bene pubblico deve diventare punto cardine. Ogni intervento urbanistico deve avvenire nella massima trasparenza ed i cittadini devono essere documentati su ogni azione in tutte le sue fasi, da quelle preventive a quelle progettuali, a quelle esecutive, come è nei diritti di ogni comunità amministrata e come le leggi sulla trasparenza impongono.
Accessibilità agli atti. Uno dei contributi generali che può dare l’attività di partecipazione è proprio quello di favorire la trasparenza e la conoscenza di tutti gli atti pubblici e delle scelte urbanistiche e progettuali in generale che riguardano il territorio.
L’esperienza della partecipazione ha portato le persone coinvolte alla consapevolezza di avere sviluppato un processo innovativo, nei contenuti e nelle procedure, che ha consentito loro di potersi confrontare e di elaborare proprie autonome valutazioni.
Progressivamente il campo della esperienza partecipativa si è allargato dal Borgo e dal Fronte Mare a tutto il territorio aprendo la strada ad una nuova visione urbanistica complessiva
Da Piano Guida Orientativo del Fronte a Mare del Fezzano
h4) riqualificazione della zona Campo Sportivo. Si tratta di una zona strategica per l’intero paese ed anche nei confronti del Fronte /Mare, proprio per la sua vicinanza all’ambito della Passeggiata e ai possibili raccordi diretti con la stessa, per l’importanza che potrebbe avere un “retro costa” verde di tali dimensioni, rispetto ad una condizione così costipata, com’è quella attuale.
Sulle destinazioni relative al campo sportivo, tenendo conto anche delle diverse opzioni della cittadinanza, non c’è una visione unitaria che soddisfi tutti i partecipanti ai Cantieri.
Tra le possibilità discusse e che hanno riscosso favore c’è prevedere una diversa sistemazione del campo, per esempio valutare la possibilità di trasferirlo nella zona aeronautica, e fare dello spazio del campo una zona verde, dotata anche di un parcheggio alberato.
Tutti i partecipanti si sono dichiarati contrari all’ipotesi di scavi per la creazione di parcheggi sotterranei e alla conseguente sopraelevazione del campo.
Qualunque soluzione dovrà comunque tenere conto della difficile condizione idrogeologica dell’area e delle probabili presenze archeologiche. Questi due fattori comportano in ogni caso accertamenti preventivi (e non solo semplici sondaggi) per qualunque sistemazione, in particolare per quelle che prevederebbero posteggi interrati e simili.
Del resto la presenza di elementi archeologici è accertata a memoria d’uomo, e forse è anche localizzabile ad oggi con notevole approssimazione. Essa ovviamente ha la priorità su qualunque altra utilizzazione.
Tra tutte le opzioni presentate e tra le attività di verifica vi è ovviamente una scala di priorità.
Il primo elemento di cui accertarsi è quello della fattibilità del trasferimento del campo, magari nell’ambito dell’aeronautica, il che consentirebbe di dare respiro a tutto il Borgo.
In questo caso la sistemazione preferita sarebbe quella di un verde pubblico nella zona più vicina al paese (magari mettendo in risalto l’eventuale zona archeologica),e quindi della previsione di un parcheggio a più piani con una piazza alberata all’altezza della pinetina in corrispondenza della curva stradale esistente, nonché di un raccordo a terrazze gradinate e alberate tra il giardino sottostante e la piazza superiore.
Da qui si potrebbe e si dovrebbe ripartire
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