mercoledì 14 novembre 2012

Affari e Politica ovvero Due o tre cose che so di le

Seconda puntata. La Porto Venere Sviluppo Srl

    L’argomento di questo post è la Portovenere Sviluppo e Valorizzazione Immobiliare Spa trasformata dall’attuale amministrazione in Porto Venere Sviluppo Srl. La vicenda è complessa e i punti che vogliamo portare all’attenzione dei cittadini sono molti, per questo motivo la trattazione si è dilatata e abbiamo scelto di pubblicare una sintesi, divisa in tre parti, rimandando chi fosse interessato a conoscere l’intera vicenda alla lettura di una pagina correlata.
    Tutti i dati riportati sono desunti da verbali di Consiglio Comunale, Deliberazioni di Giunta e di Consiglio, registrazioni di pubblici dibattiti, visure camerali e norme legislative, a disposizione di chiunque volesse prenderne visione.

Parte prima: La nascita della società
Nel 2006, quando era sindaco del comune di Porto Venere Salvatore Calcagnini, è stata istituita la società per azioni Porto Venere Sviluppo e Valorizzazione Immobiliare S.p.a. con i seguenti compiti:
-  la costruzione di parcheggi al Fezzano,
-  il Centro di Educazione Ambientale di Porto Venere  
-  il completamento dei parcheggi e area verde in località Cavo a Porto Venere.
    Un quarto intervento era già presente nell’elenco dei Progetti Prioritari del Parco Naturale:
-  i lavori di ristrutturazione del Centro di Educazione Ambientale dell’isola Palmaria.
Alla creazione di questa società erano state rivolte molte critiche e osservazioni da parte di cittadini, in particolare dal gruppo de I Cantieri dell’Urbanistica Partecipata che definiva la Spa uno strumento che avrebbe sottratto alla popolazione la proprietà del patrimonio pubblico trasferendolo ad una società che avrebbe agito con logiche puramente aziendali. La natura giuridica della Spa, pur essendo l’unico socio il Comune di Porto Venere, non garantiva la non immissione del patrimonio pubblico sul libero mercato e non metteva al riparo la Società da azioni speculative. Si metteva in evidenza anche che la popolazione non era consapevole delle modifiche intervenute sulle sue proprietà comunali, il che testimoniava di come l’operazione fosse avvenuta senza la necessaria trasparenza. 
Le motivazioni che hanno portato alla costituzione della società sembravano derivare dalla volontà di tessere una rete di “affari” senza rispondere alle esigenze di tutelare il “bene comune”. Inoltre questa decisione è stata presa senza una adeguata informazione e partecipazione dei cittadini che sono stati così esclusi dalla gestione del proprio territorio. L’unica logica con cui si proponeva di gestire per mezzo della società il bene comune rispondeva unicamente non all’interesse collettivo ma alla logica aziendale legata al mercato. 
Nella primavera 2008 è iniziata la campagna elettorale per il rinnovo dell’Amministrazione e nel programma del PD veniva tra l’altro proposta la “revisione dell’operato della Porto Venere Sviluppo e Valorizzazione Immobiliare Spa attualmente causa di sprechi economici ed esclusa dal controllo dei cittadini” e veniva prospettata la sua liquidazione.



Il futuro sindaco Nardini aveva inoltre definito la Spa “un mostro, un mostro amministrativo e un mostro economico. … E’ un mostro amministrativo perché è onnipotente, può fare tutto, dal marketing territoriale alle opere previste nel triennale …. Tutte cose che vengono fatte fuori dal controllo del Consiglio Comunale…. Il progetto dei parcheggi di Fezzano, parliamo di un’opera di tre piani con una torre che sembra il cisternone della Snam, non è passata dal Consiglio Comunale, è stata decisa dal Consiglio di amministrazione della Spa… Questo è antidemocratico, alla faccia della partecipazione… Amministratore unico è il Sindaco, due persone al comando che decidono opere di questa portata, è una mostruosità amministrativa…Questa è una immobiliare che porterà alla rapallizzazione del territorio”.
La cittadinanza si era già espressa criticamente sulla costruzione del parcheggio presentando al Commissario Prefettizio, che in quel periodo reggeva il Comune, il proprio dissenso con un documento firmato da 279 cittadini tra cui anche amministratori attuali. Resta ancora un mistero la motivazione per cui dai contratti di prevendita dei box al Fezzano sia sparita la clausola che avrebbe dato la possibilità alla società di recedere senza oneri aggiuntivi nel caso in cui il numero delle offerte confermasse un realizzo inferiore all’importo indicato dal piano economico.

Per una trattazione più dettagliata di quanto sopra vedi qui prima parte

Parte seconda. La trasformazione della Spa in Srl e la legislazione attuale sulle società partecipate
    L’Amministrazione Nardini, insediatasi nell’aprile 2008, ha istituito una commissione che studiasse le possibilità di modifica dello statuto societario anche con riferimento alle condizioni economiche della società. Fra le soluzioni prospettate è stata scelta quella di trasformare la Spa in Srl lasciando quasi invariato lo statuto. La scelta è stata dettata dal fatto che la Società aveva realizzato in quei primi due anni una perdita di esercizio superiore al terzo del capitale societario cosa che, in base alla legislazione corrente sulle Spa, avrebbe imposto  lo scioglimento della società.  Molti cittadini ribadivano la contrarietà alla Spa e alla sua trasformazione in Srl vedendo l’operazione come un artificio contabile che non avrebbe cambiato la sostanza delle cose.
        Tra i lavori di cui fin dalla sua nascita la Società si è occupata ci sono le ristrutturazioni del Centro di Educazione Ambientale di Porto Venere e del CEA sull’isola Palmaria. Il CEA di Porto Venere è stato inaugurato nel novembre 2006 e, in base a una convenzione, la Società ne ha la gestione per 30 anni. E’ classificato come struttura extra-alberghiera tipo ostello della gioventù ed è operativo dalla primavera 2007. I proventi di questa struttura saranno esaminati nella terza parte.
    Il CEA sull’isola Palmaria è ospitato in una struttura denominata “Batteria Sperimentale” che è stata affidata alla Società nel mese di aprile 2007. Il progetto di riqualificazione di questa struttura ex militare prevedeva opere di ristrutturazione ed adeguamento dei locali esistenti, il rifacimento del piazzale esterno e l’installazione sulla copertura dell’edificio di un impianto fotovoltaico. I lavori sono stati oggetto di due distinti finanziamenti della Regione Liguria mentre la Società  ha cofinanziato con circa 200.000 euro il completamento dei lavori.
   In questi anni la Società ha continuato ad operare nella quasi totale assenza di trasparenza e di comunicazione con i cittadini. Per esempio, a tutt’oggi non si sa neppure con esattezza quanti box o posti auto siano stati venduti al Fezzano.
        Nell’estate/autunno 2012 alla Porto Venere Sviluppo Srl sono stati affidati servizi culturali e turistici quali  la gestione e valorizzazione delle strutture del demanio storico culturale passate di proprietà dallo Stato al Comune.
    Tra i servizi turistici affidati alla Società compaiono collaborazioni con il Parco nazionale delle Cinque terre, con gli altri Comuni del Golfo, della Val di Vara e della Val di Magra, e con le Ferrovie dello Stato. “In particolare dovrà essere curata la promozione delle strutture gestite direttamente dalla Porto Venere Sviluppo Srl”. Per il migliore svolgimento di queste attività il Comune potrà prevedere l’affidamento alla società di aree destinate alla sosta a pagamento.
    Una apposita convenzione del 5 ottobre 2012 aggiorna quella del 2006 “adeguandola al nuovo indirizzo operativo della società rivolto alla gestione dei servizi e non più all’investimento immobiliare”. “Il Comune …… intende utilizzare la Società Porto Venere Sviluppo s.r.l. per progettare un sistema di governance dei servizi pubblici legati all’ambiente, alla cultura e al turismo”.  
    Successivamente, il 29 ottobre 2012, la delibera di Giunta n. 173, ritenendo di dover “approfondire meglio i contenuti dell’incarico e le modalità del suo svolgimento, anche a seguito della definizione della nuova convenzione” di cui dicevamo sopra, approva un “Atto di affidamento della gestione dei servizi culturali e turistici alla Società totalmente partecipata dal Comune, Porto Venere Sviluppo S.r.l.” Alla Società tali servizi vengono affidati per un anno e viene stabilito che “il corrispettivo economico che la Società dovrà versare al Comune a titolo di canone anticipato per l’affidamento dei servizi turistici e culturali è stato stabilito in €. 90.000,00”.
    In questa delibera si fa esplicito riferimento alle “condizioni per le quali si dovrà procedere all’uscita del Comune dal capitale sociale della Porto Venere Sviluppo entro il 2013” ma si ritiene opportuno “utilizzare tale periodo per avviare ed ideare un modello di gestione e di governance dei servizi pubblici locali che possa poi permanere al di là delle scelte che potranno essere fatte alla scadenza dell’affidamento”.
    Infine si ritiene opportuno “affidare al Responsabile dell’Ufficio di Direzione il compito di perfezionare gli atti necessari all’affidamento dei servizi e di mettere in funzione gli strumenti, già peraltro previsti nella convenzione, che configurano il controllo analogo”. Il Responsabile Unico dell’Ufficio di Direzione è il dott. Roberto Pomo che, in questo periodo, ricopre anche gli incarichi di Segretario Generale del Comune (dal 1 luglio 2012) e Direttore del Parco Naturale Regionale di Porto Venere.
    Viene affidata alla Società la gestione del Castello Doria di Porto Venere, della Batteria Fortificata Umberto I dell’Isola Palmaria, della Torre Capitolare e, inoltre, l’ organizzazione dei servizi di supporto al turismo quali l’informazione, il trasporto e la mobilità in genere sul territorio e in mare; l’organizzazione del marketing turistico e territoriale, l’organizzazione e promozione dei pacchetti turistici; l’organizzazione dei servizi del Parco Naturale Regionale compresa la manutenzione del territorio e del verde.

        Negli anni dal 2007 al 2012 si sono succeduti interventi del legislatore sulle Società Partecipate.
Nella Finanziaria 2008 all’articolo 3 si fa divieto alle Amministrazioni di “costituire società aventi per oggetto attività di produzione di beni e servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali” e si specifica che “l’assunzione di nuove partecipazioni e il mantenimento delle attuali devono essere autorizzati dall’organo competente con delibera motivata”. Si precisa anche che “entro trentasei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge le amministrazioni …. cedono a terzi le società e le partecipazioni” che la legge vieta di possedere.
    Con la Delibera di Consiglio Comunale del 30 dicembre 2010, “Ricognizione sulle Società Partecipate ai sensi dell’art. 3, commi 27, 28 e 29, legge 24.12.2007 (Finanziaria 2008)” il Consiglio Comunale delibera di ritenere la Porto Venere Sviluppo Srl “strettamente necessaria per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali così come individuate dalla legge e dallo Statuto Comunale”.
    Questa delibera non cita il Decreto 78 del 2010, convertito nella legge 122 sempre del 2010, che  al comma 32, dell'articolo 14 ribadisce il divieto di costituire nuove società nei Comuni di dimensioni minori, mentre l'obbligo di procedere alla dismissione delle partecipazioni societarie già in atto è invece previsto entro l'anno con alcune deroghe stabilite sulla base degli utili di bilancio.
    La Corte dei Conti però ha fornito un’interpretazione draconiana di questo articolo, asserendo che una corretta lettura della norma induce a ritenere che i Comuni inferiori a 30.000 abitanti non possano, in assoluto, costituire società, né detenere più alcuna partecipazione azionaria, dovendo dismettere quelle già possedute (ex multis: Corte dei Conti – Sez. Puglia, delibera n. 12/2011/PAR del 2 marzo 2011).
    Al di là delle deroghe comunque il decreto 78/2010 stabilisce che potranno sopravvivere soltanto le società costituite al servizio di un bacino territoriale con popolazione compresa tra 30.000 e 50.000 abitanti, qualora i Comuni assumano in esse la titolarità di partecipazioni paritarie o proporzionali al numero degli abitanti.
    Questa logica di aggregazione induce le Amministrazioni locali a ricercare nel breve periodo forme di più stretta cooperazione istituzionale sul territorio.
    E’ in questa logica che dobbiamo leggere la delibera che affida alla Porto Venere Sviluppo Srl i servizi turistici?
    Il più recente Decreto legge n. 95 del 6 luglio 2012, spending review, dispone lo scioglimento delle società entro il 31 dicembre 2013 senza nessuna eccezione relativa all’ampiezza del bacino territoriale.

Per una trattazione più dettagliata di quanto sopra vedi qui seconda parte

Parte terza. I bilanci della Società
    E’ molto complesso l’iter finanziario della Società Porto Venere Sviluppo e Valorizzazione Immobiliare S.p.a. trasformata successivamente in Porto Venere Sviluppo S.r.l.. Al momento della costituzione della Spa il capitale sociale era di 120.000 aumentato a 295.000 dopo che il Comune le aveva conferito il terreno del Fezzano dove costruire il parcheggio interscambio con box e parcheggio a rotazione, terreno valutato 175.000 euro.
    Il bando per l’assentimento porta la data del 9 ottobre 2007 e vi compariva all’art. 9 (Riserva di non aggiudicazione) una clausola con la quale si garantiva il Comune da eventuali perdite di capitale qualora l’operazione immobiliare non fosse andata a buon fine: “La Società si riserva il diritto di non procedere ad alcuna assegnazione dei box e posti auto e di revocare il presente bando, per esigenze sopravvenute da essa liberamente e discrezionalmente valutate, nonché comunque nell’ipotesi in cui il numero delle offerte pervenute comporti un realizzo complessivo inferiore all’importo indicato nel piano economico finanziario dell’intervento”.
    Inspiegabilmente nel momento della formalizzazione dei contratti, tra la fine del 2007 e l’inizio del 2008,  questa clausola è stata cancellata mettendo il Comune nella condizione di dovere restituire il doppio della caparra nel caso di revoca del bando. Non è chiaro chi e con quale autorità abbia potuto modificare il bando nel momento della formalizzazione dei contratti.
    Nei suoi primi anni di vita, dal 2006 al 2008,  la società ha totalizzato perdite di esercizio per complessivi 234.098 euro.
    E’ stato perciò deciso dal Consiglio Comunale del 24 gennaio 2009 di trasformare la Società Spa in Srl lasciando pressoché inalterato lo statuto e le finalità della società.
    Le operazioni immobiliari della Società riguardano la costruzione del parcheggio, la gestione del CEA di Porto Venere e di quello della Palmaria. Per la costruzione del parcheggio la Società, come risulta dal bilancio 2011, ha debiti esigibili entro l’esercizio successivo per  1.772.724 euro (debiti verso banche, verso fornitori, debiti tributari, verso Istituti di Previdenza, acconti e caparre, queste ultime sono la parte più rilevante, 1.175.120 euro); i debiti esigibili oltre l’esercizio successivo hanno una consistenza di 1.160.074 e sono costituiti da debiti verso socio  per finanziamento di euro 227.781 e verso banche per euro 932.293.

    Il CEA ha avuto nel 2007 una percentuale media di occupazione dei posti letto del 20,61% (massima a luglio con il 49,44%) e questo nonostante l’organizzazione di corsi su tematiche ambientali in collaborazione con le Università di Pisa, Genova, Firenze e Torino e l’organizzazione di corsi di aggiornamento e convegni.
    Nel corso del 2008 si segnala un numero di presenza presso il CEA di Porto Venere del 40% superiori a quelle del 2007, che significa una percentuale media di occupazione dei posti letto pari a circa il 29%.
    Nel 2009  i ricavi relativi alla gestione CEA ammontano a 427.256 euro, nel 2010 il ricavo è stato di 120.149 euro con un decremento rispetto all’anno precedente del 72% circa e nel 2011sempre il ricavo è stato di 100.634 euro, con un decremento rispetto all’anno precedente del 16% circa.

    Ai cittadini rimane un dubbio: il Comune ha difeso con queste operazioni immobiliari gli interessi della comunità che rappresenta o sta rischiando denari e beni pubblici per finalità e interessi che nulla hanno a che vedere con i compiti istituzionali? Questo tipo di operazioni rispondono a una logica puramente economica e di mercato o sono conseguenti ad una programmazione sul territorio che tenga conto prioritariamente delle esigenze della comunità?

Per una trattazione più dettagliata di quanto sopra vedi qui terza parte

1 commento:


  1. Le domande delle quali si conosce già la risposta vengono definite nella grammatica italiana "retoriche".
    Tali mi sembrano, purtroppo,quelle che chiudono questa lucida, dettagliata seconda parte del post Affari e Politica.
    I fatti, così scrupolosamente elencati, lasciano infatti davvero poco margine al dubbio.



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