giovedì 6 dicembre 2012

Strade negate

La storia di oggi riguarda una strada in località Olivo a Porto Venere che è stata sottratta (o si è cercato di sottrarre) all’uso pubblico. E’, a nostro avviso, una storia di ordinaria prepotenza e prevaricazione nei confronti di cittadini che, per fortuna, non ci stanno e protestano. Come di consueto il racconto è basato su documenti a disposizione di chiunque volesse prenderne visione.


Nell'elenco delle strade comunali extraurbane di Porto Venere, secondo il censimento al 31 dicembre 1964, compare la I traversa di via Olivo, da via Olivo ai complessi edilizi della Soc. Imm. “Riviera di Portovenere”, strada a fondo asfaltato e lunga m. 100. Da questo complesso edilizio fino a via Garibaldi c'è una scala “storica” che gli abitanti già percorrevano, quando ancora non esisteva via dell'Olivo, per raggiungere il cantiere che si trovava dove ora c'è la spiaggia libera.
All’interno della proprietà della Immobiliare La Riviera S.r.l., che nel seguito chiameremo condominii di via Olivo e di via I traversa Olivo, o più brevemente Condominii, c’è un’area espressamente destinata a verde pubblico, come è scritto nell'atto di sottomissione del 30 settembre 1968. All’interno di questa area l’illuminazione è garantita da un lampione censito tra quelli comunali.
Nel febbraio 2008 viene depositato dall'Amministratore dei Condominii suddetti, sig. Elisabetta Cozzani, una Dichiarazione di Inizio Attività, firmata dal geom. Fabio Filippi. Il progetto prevede la costruzione di nuova recinzione a confine con la strada, recinzione che delimiterà l'area di proprietà della Immobiliare Riviera di Portovenere S.r.l. garantendo il passaggio che collega via Olivo con via Garibaldi attraverso la realizzazione di un ingresso pedonale senza chiusura.
Il 26 settembre 2009 viene depositata una seconda D.I.A., firmata dall’Amministratore e dal progettista geometra Stefano Vannucci della società EptaConsult, che, rispetto alla precedente, modifica la posizione di un cancello carrabile e non specifica se i cancelletti pedonali rimarranno aperti o no.

Il 28 settembre 2010 è stata depositata un'ulteriore D.I.A., a firma dello stesso progettista Stefano Vannucci relativa alla trasformazione di porzione dell'area a verde in area a parcheggio alberato, indicando questi interventi come manutenzione straordinaria. Nella pratica non si fa nessun cenno né al fatto che l’area sulla quale si vogliono costruire i parcheggi sia pubblica, come abbiamo scritto all’inizio, né ai passaggi pedonali.
A seguito delle proteste di alcuni abitanti della zona, che si sono rivolti ad un avvocato per meglio tutelare i loro diritti di passaggio e di uso dell’area, l'Amministrazione Comunale, a maggio 2012 e poi ancora a giugno, ha notificato all'amministratore del condominio una diffida alla chiusura del passo pedonale che collega via Garibaldi con via Olivo ed ha aperto un procedimento amministrativo per “la verifica dei presupposti per l'esercizio dei poteri di annullamento in autotutela” dei permessi precedentemente concessi.
In particolare nella Delibera di Giunta n. 70 del 17 maggio 2012 è scritto che l'Amministrazione è stata sollecitata a verificare le opere in corso di esecuzione “che comporterebbero la chiusura di un passo pedonale ad uso pubblico che provenendo da via Garibaldi, attraverso una scalinata” sbocca in via Olivo “costituendo da tempo immemore consolidato percorso pedonale di uso pubblico”. La Delibera ancora specifica che tale percorso è frequentato da numerosissimi utenti, sia abitanti della zona che turisti, cittadini, visitatori, tant'è che sulla via Garibaldi è apposto cartello stradale indicante “scalinata a mare”.
La Giunta Comunale delibera quindi di dare mandato agli uffici comunali preposti affinché mettano in essere ogni possibile azione per preservare l’uso pubblico del percorso che, proveniente da Via Garibaldi sbocca su Via Olivo. La Giunta Comunale delibera altresì di dare mandato al Sindaco affinché diffidi formalmente l’Amministratrice dei Condominii, che stanno attualmente eseguendo i lavori di recinzione in forza della D.I.A. n. 5417/2009, a non porre in essere alcuna limitazione al percorso pedonale di uso pubblico che da Via Garibaldi arriva a Via Olivo.
In una nota difensiva inviata all'Amministrazione, l'amministratore del condominio specifica che “la situazione soggettiva dei condomini rispetto alle superfici a parcheggio pertinenziale agli appartamenti deve considerarsi riferibile agli spazi a ciò destinati ad origine, e non consente certo la trasformazione di aree – in proprietà aliena – aventi diversa destinazione”.
A seguito della deliberazione della Giunta, l'Amministrazione comunale annulla quindi in autotutela il titolo edilizio di cui alla D.I.A. del 2010. Non ritiene invece ci siano gli estremi per emanare provvedimento di annullamento in via di autotutela delle D.I.A. del 2008 e del 2009, anche in ragione del mantenimento del passaggio pedonale aperto al pubblico transito.
Il mantenimento del passaggio pedonale non è però sufficiente per gli abitanti della zona, i cancelli e i muretti costruiti, per esempio, impediscono l’accesso all’area a mezzi di soccorso, come è recentemente accaduto per una ambulanza, fatto documentato da un verbale degli operatori del soccorso. Gli abitanti hanno quindi protocollato per il Sindaco una lettera che chiede l’abbattimento di qualsiasi barriera possa ostacolare l'accesso all'area. Del resto, se la strada già nel censimento del ’64 era asfaltata, cioè carrabile, perché restringerne l’accesso ad un semplice passaggio pedonale?
Un cenno particolare merita l’area a verde pubblico interna alla proprietà dell’Immobiliare Riviera. In questa area sono stati tagliati recentemente alcuni pini, forse per fare spazio al parcheggio che si voleva costruire, e, da indagini svolte dall'avvocato che tutela gli interessi degli abitanti, questa operazione è stata fatta con autorizzazione del Comune mentre la Forestale ha dichiarato di non essere stata interpellata.
Secondo sentenze della Procura della Repubblica di Genova ed anche della Corte dei Conti, come è riportato qui, il danno ambientale è un reato che si determina sia in area pubblica che privata. Il verde, anche se inserito in un’area privata, e quella di cui stiamo parlando non è privata ma pubblica, non è, secondo la legge, cosa di cui i privati possano fare quel che vogliono. Infatti tutto il verde nel suo complesso, sia quello privato che quello pubblico, contribuisce a formare quel paesaggio tutelato in primis dalla Costituzione. Come ben sappiamo inoltre, il verde ha un effetto importantissimo per la salute dei cittadini, bene primario che è compito di ogni Sindaco tutelare. Per questi motivi ogni Sindaco ha piena facoltà di ritirare una autorizzazione sbagliata qualora questa andasse in direzione opposta all’interesse pubblico, cioè alla salvaguardia di beni comuni quali la salute, il paesaggio e il diritto.
Dicevamo all’inizio “storia di ordinaria prepotenza e prevaricazione” nella quale, purtroppo, anche l’amministrazione ha un ruolo, fosse anche solo di tacito assenso o di mancato controllo.

10 commenti:

  1. io l' avevo detto sin dall'inizio che gli alberi non si dovevano toccare ecc. tra l'altro i Vigili del Fuoco avevano fatto un sopalluogo e dichiararono che non costituivano pericolo:abbiamo battagliato in due o tre ,gli altri neanche si preoccupavano di approfondire la questione .Quello che contava erano i posti macchina,quindi gli alberi davano fastidio. Anche le perizie di ben due Agronomi non evidenziavano allarmi immediati,ma per il quieto vivere abbiamo dovuto accettare che molti venissero abbattuti perchè in futuro non si può mai dire.. La storia è lunga e complicata,ma il nocciolo della questione è che le macchine sono la cosa che più conta!!

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  2. nella "frenetica" attività della Giunta e dei vari uffici del Comune,brilla per assenza la ordinanza del sindaco per abbattere l'ostacolo alla fruizione di una "strada comunale carrabile"trasformata in parcheggio privato,quindi sottratta alla comunità. Le diffide lanciate dal Comune a proseguire i lavori non ne hanno impedito la conclusione. Ma la semplice diffida, visti i risultati, non salva la faccia a chi abbiamo eletto per rappresentarci e per difendere il patrimonio comune. Se la stessa attenzione venisse applicata al Castello Doria, Castelletto, Fortezza Umberto I°e Mura Medioevali appena consegnati al sindaco con una costosissima cerimonia, dovremmo aspettarci a breve nuovi castellani.

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  3. Era chiaro che il commento sugli abusi della famiglia P. non sarebbe stato da voi pubblicato..
    sapete solo offendere ma quando le cose vi riguardano immediatamente oscurate tutto.
    Il vostro concetto di trasparenza è peggio di quello di Berlusconi.

    Vergogna!!!!

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    1. non è arrivato nessun commento precedente a questo su abusi della famiglia P., per piacere lo rimandi

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  4. Evidentemente E.Pandolfo di abusi e di castellani se ne intende...E' noto che la famiglia Pandolfo è famosa per "la madre di tutti gli abusi edilizi" ovvero aver costruito la propria residenza sulle mura del castello di Porto venere in sfregio ad ogni normativa ed autorizzazione. Dopo denunce della Sovrintendenza e vari decenni di processi sembra che finalmente fra poco partiranno le demolizioni.

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    1. Come può vedere l'anonimo commentatore pubblichiamo TUTTI i commenti CHE ARRIVANO. Ci rammarichiamo che non abbia firmato ma abbia preferito la forma della denuncia anonima. Noi siamo abituati a firmare.

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  5. Chi ricorre all'anonimato, pur entrando nel merito dei problemi, è chi non è esente da critiche o che non vuol mostrare il suo con-
    -flitto di interessi. Il sottoscritto ha sempre
    segnalato fatti assumendosi la responsabilità.
    Chi lo critica per vie traverse,tenta solo di
    togliere credibilità alla denuncia d'illecito, senza smentire la validità della accusa, ma restando anonimo:due viltà in una persona sola.
    Inviterei quindi a restare al tema oggetto di questo blog,senza subire depistaggi.
    Ps. L'abuso in cui si tenta di coinvolgermi è del 1964 (avendo 19 anni non potevo gestirlo),
    non è di mia proprietà ed è già stato demolito.
    Infine,a quando l'applicazione delle svariate ordinanze di demolizione,da anni emesse dal Comune e mai applicate?.
    Enrico Pandolfo

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  6. A dire il vero, pur essendo l'abuso di molti anni fa, non è stato ancora demolito del tutto (lo sarà a breve). La cosa inquietante è che in tutti questi anni i proprietari , lungi dal riconoscere il diritto e la legittimità della denuncia della sovrintendenza, hanno innescato una lunghissima battaglia di avvocati (probabilmente costosissima)che con gradi diversi di giudizio è durata sino ad oggi in cui c'è l'ordine finale di demolizione. (della serie:la legge vale solo per gli altri)
    Non mi sembra di essere l'unico commentatore anonimo di questo blog

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  7. Conosco solo marginalmente i fatti a cui si riferisce l’anonimo (o l’anonima?) e penso che siano risalenti a molti anni fa . Mi ha però colpito l’acredine delle sue parole, la volontà precisa di gettare fango su una persona, Enrico Pandolfo, che potrà avere tutti i difetti del mondo ma certo nemmeno l’ombra di quell’ ambiguità di comportamento che gli si vuole attribuire .

    Una considerazione mi viene poi spontanea: l’anonimo scrivente si riferisce all’operato di un singolo cittadino relativamente ad una pratica personale, trascurando le possibili responsabilità ben più gravi degli Amministratori pubblici ai quali viene delegato l’interesse collettivo.

    Siamo sicuri, caro anonimo/ anonima , che gli Amministratori del Comune di Porto Venere ricordino questo ogni volta che concedono una licenza edilizia?







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  8. Niente di personale. Era solo per restare in tema con l'argomento "castellani abusivi" introdotto da E.Pandolfo.
    Do atto a questo sito che nessun post è stato censurato.

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