lunedì 24 marzo 2014

La nave dei veleni

Stiamo seguendo da ormai tre settimane i racconti e i commenti sul passaggio in città, nella notte tra il 3 e il 4 marzo, di tre tir che trasportavano materiale radioattivo, materiale imbarcato all'interno dell'Arsenale Militare su una nave partita subito per non si sa quale destinazione. Stiamo seguendo in particolare gli articoli su Il Secolo XIX, il blog dell'associazione MuratiVivi di Marola, primi e diretti spettatori di quanto è accaduto sotto le loro case, e il blog di Marco Grondacci.
Oggi vogliamo riassumere e commentare le dichiarazioni rilasciate dai massimi rappresentanti delle istituzioni spezzine e anche da ministri della Repubblica.
Il giorno 4 marzo il Prefetto Forlani dichiara di non avere “intenzione di comunicare nulla su questa questione”. Il Sindaco della Spezia Federici dichiara di non avere “nessuna maggior informazione in proposito. I sindaci sono coinvolti solo se vi sono rischi per la popolazione o in caso di incidenti nel corso di trasporti speciali”.
Dalla Marina Militare: “Non è una nostra operazione, ci siamo solo limitati a mettere a disposizione un molo e a fornire appoggio logistico come ci è stato richiesto». DaI Ministero della Difesa, uffici del Ministro Roberta Pinotti: ”I nostri mezzi e i nostri uomini hanno solo dato supporto logistico su richiesta del ministero dell’Interno, che ha coordinato tutte le fasi di questo intervento. Non sappiamo nulla di più e questo è tutto ciò che possiamo comunicare».
Finalmente il 7 marzo, grazie alla protesta crescente in città e ai numerosi articoli usciti sui giornali, il Prefetto fornisce alcune informazioni sul trasporto e rilascia dichiarazioni a sostegno della segretezza. Il Prefetto informa che si è trattato di trasporto “stradale e marittimo di sostanze fissili non irraggiate per usi civili provenienti da un deposito nazionale” Precisa che “l'operazione è avvenuta nel totale rispetto della normativa nazionale ed internazionale in materia di sicurezza e protezione civile” Sulla mancata informazione alla popolazione afferma che “gli obblighi di informazione secondo le prescrizioni del DPCM 10 febbraio 2006, par.5. vanno garantiti nei confronti della popolazione interessata soltanto nel caso di incidente durante il trasporto che comporti un'emergenza radiologica”.


L'8 marzo il sindaco della Spezia rassicura i cittadini informandoli che “l'operazione si è svolta secondo i criteri della massima sicurezza. Le strutture impiegate hanno agito con scrupolo e professionalità. E hanno agito con la necessaria segretezza perché la segretezza è una condizione primaria necessaria proprio per garantire il massimo della sicurezza per i cittadini delle centinaia di Comuni che vedono l'attraversamento di questo come di altri carichi di materiale radioattivo.
I cittadini devono sentirsi tranquilli. Il Prefetto e suoi collaboratori hanno fatto bene il loro dovere”.
Federici ammette che “oggi siamo, come tanti altri porti italiani, interessati da programmi civili di allontanamento di materiali nucleari dall'Italia”.
Al Sindaco fa eco la dichiarazione del Ministro Orlando secondo il quale “in Italia molti siti in cui sono stoccati i materiali nucleari non ce la fanno più. Per questo i trasporti di scorie radioattive sono destinati a continuare”. Sulla situazione dei siti dichiara: “Ci sono casi in cui sono state evidenziati crepe e cedimenti, altri in cui sono state registrate fuoriuscite di sostanze radioattive. In alcuni casi è entrata in scena la magistratura e ci sono inchieste per disastro ambientale. Se i cittadini fossero informati, sarebbero meglio disposti ad accettare questi trasporti: si tratta comunque di sostanze radioattive che lasciano il nostro Paese”.

L'effetto di queste dichiarazioni messe così in fila è per noi sconvolgente e dimostra la supponenza, la superficialità e la assoluta mancanza di rispetto per i cittadini e i loro diritti, che imperano nelle nostre istituzioni. Iniziamo dalle ultime riportate, Federici e Orlando. Entrambi ammettono che i trasporti sono usuali e destinati a continuare ma, tranquilli, questi materiali radioattivi stanno uscendo dall'Italia, dal nostro back yard, altre popolazioni li riceveranno e li conserveranno, perché preoccuparci? Queste sostanze sono diventate un fatto altrui, non sono più nel nostro cortile, altri se ne preoccuperanno. La sindrome NIMBY, solitamente attribuita alle associazioni ambientaliste, ha evidentemente contagiato le istituzioni.
Orlando aggiunge come motivazione a questi trasporti la situazione dei siti di stoccaggio, siti che dovrebbero essere stati localizzati, pensati e progettati per durare centinaia di anni e che invece, a quanto pare, presentano problemi strutturali già dopo poche decine di anni.
Sia il Prefetto che il Sindaco Federici hanno poi definito “necessaria” la segretezza con cui è stata condotta l'operazione: la sicurezza è garantita se e solo se è mantenuta la segretezza. (A questo ha risposto magistralmente e compiutamente Marco Grondacci nel suo blog). Hanno aggiunto: “I cittadini devono sentirsi tranquilli” perché “l'operazione è avvenuta nel totale rispetto della normativa nazionale ed internazionale in materia di sicurezza e protezione civile”.
Ancora una volta i cittadini sono stati trattati da sudditi, è stato chiesto loro di avere fede, di credere incondizionatamente nella bontà delle Istituzioni. I cittadini possono invece dare la loro fiducia, cosa ben diversa dalla fede, quando il rapporto con le istituzioni si fonda sulla totale trasparenza, chiarezza e soprattutto reale rispetto reciproco.
Gli abitanti della Spezia e provincia non hanno mai ricevuto informazioni su quali siano queste normative nazionali e internazionali, con quali sostanze potrebbero venire a contatto e, soprattutto, non sanno assolutamente niente su Piani di Emergenza che è compito della Prefettura predisporre e comunicare. Un Piano di Emergenza, poiché è volto a proteggere la salute e la vita degli abitanti, non solo deve essere reso pubblico, discusso e condiviso con i cittadini, ma soprattutto deve essere testato con esercitazioni periodiche che coinvolgano i cittadini stessi. La popolazione ha il diritto di sapere quali sono i possibili rischi e quali comportamenti deve mettere in atto per proteggersi.
Ovviamente stiamo parlando di esercitazioni vere e non farsesche come quella cui abbiamo assistito circa quattro anni fa per il rigassificatore di Panigaglia.
Lunedì 10 marzo, richiesto a gran voce dai cittadini, è stato convocato un Consiglio Comunale su questi avvenimenti. Nel corso di questo C.C., Federici ha accusato la giornalista Sondra Coggio, rivolgendole un'”occhiataccia” (come riportano le cronache), di non rendere un buon servizio alla città, sicuramente riferendosi agli articoli comparsi su Il Secolo XIX e forse anche al libro Il Golfo dei veleni.
Esprimiamo la nostra stima per quanti come la signora Coggio cercano faticosamente brandelli di verità per metterli a disposizione dei cittadini. Un pessimo servizio alla città, intesa come comunità di cittadini, lo hanno fatto, in questa come in altre occasioni, le istituzioni con i loro silenzi.
Vogliamo soprattutto ricordare che richiedere che la salute venga tutelata non è un capriccio di cittadini rompiscatole ma è chiedere il rispetto della nostra Costituzione che, all'articolo 32, definisce la tutela della salute “fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività”.

P.S.
Abbiamo atteso così a lungo di pubblicare questo post poiché l'8 marzo il Sindaco Federici aveva dichiarato che “in ragione di un diritto di informazione più dettagliato, ritengo che non appena l'operazione si sarà del tutto conclusa con l'arrivo del cargo a destinazione, sia necessario dare ulteriori elementi riguardanti la natura e le caratteristiche del trasporto, la sua provenienza e la sua destinazione. Confido che ciò venga fatto dagli organismi statali preposti." Non abbiamo ancora letto nulla, anzi, la situazione è diventata se possibile più preoccupante per l'accostamento, QUI, tra i container trasportati dai tre tir e container provenienti dall'arsenale chimico siriano.


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