Stiamo seguendo da ormai
tre settimane i racconti e i commenti sul passaggio in città, nella
notte tra il 3 e il 4 marzo, di tre tir che trasportavano
materiale radioattivo, materiale imbarcato all'interno dell'Arsenale
Militare su una nave partita subito per non si sa quale destinazione.
Stiamo seguendo in particolare gli articoli su Il Secolo XIX, il
blog dell'associazione MuratiVivi di Marola, primi e diretti
spettatori di quanto è accaduto sotto le loro case, e il blog di
Marco Grondacci.
Oggi vogliamo riassumere
e commentare le dichiarazioni rilasciate dai massimi rappresentanti
delle istituzioni spezzine e anche da ministri della Repubblica.
Il giorno 4 marzo
il Prefetto Forlani dichiara di non avere “intenzione di
comunicare nulla su questa questione”. Il Sindaco della Spezia
Federici dichiara di non avere “nessuna
maggior informazione in proposito. I sindaci sono coinvolti solo se
vi sono rischi per la popolazione o in caso di incidenti nel corso di
trasporti speciali”.
Dalla Marina Militare: “Non è una nostra operazione, ci siamo solo
limitati a mettere a disposizione un molo e a fornire appoggio
logistico come ci è stato richiesto». DaI Ministero della Difesa,
uffici del Ministro Roberta Pinotti: ”I nostri mezzi e i nostri
uomini hanno solo dato supporto logistico su richiesta del ministero
dell’Interno, che ha coordinato tutte le fasi di questo intervento.
Non sappiamo nulla di più e questo è tutto ciò che possiamo
comunicare».
Finalmente
il 7 marzo,
grazie alla protesta crescente in città e ai numerosi articoli
usciti sui giornali, il Prefetto fornisce alcune informazioni sul
trasporto e rilascia dichiarazioni a sostegno della segretezza. Il
Prefetto informa che si è trattato di trasporto “stradale e
marittimo di sostanze fissili non irraggiate per usi civili
provenienti da un deposito nazionale” Precisa che “l'operazione è
avvenuta nel totale rispetto della normativa nazionale ed
internazionale in materia di sicurezza e protezione civile” Sulla
mancata informazione alla popolazione afferma che “gli obblighi di
informazione secondo le prescrizioni del DPCM 10 febbraio 2006,
par.5. vanno garantiti nei confronti della popolazione interessata
soltanto nel caso di incidente durante il trasporto che comporti
un'emergenza radiologica”.
L'8
marzo
il sindaco della Spezia rassicura i cittadini informandoli che
“l'operazione si è svolta secondo i criteri della
massima sicurezza. Le strutture impiegate hanno agito con scrupolo e
professionalità. E hanno agito con la necessaria segretezza perché
la segretezza è una condizione primaria necessaria proprio per
garantire il massimo della sicurezza per i cittadini delle centinaia
di Comuni che vedono l'attraversamento di questo come di altri
carichi di materiale radioattivo.
I cittadini devono sentirsi tranquilli. Il Prefetto e suoi collaboratori hanno fatto bene il loro dovere”.
I cittadini devono sentirsi tranquilli. Il Prefetto e suoi collaboratori hanno fatto bene il loro dovere”.
Federici
ammette che “oggi siamo, come tanti altri porti italiani,
interessati da programmi civili di allontanamento
di materiali nucleari dall'Italia”.
Al
Sindaco fa eco la dichiarazione del Ministro Orlando secondo il quale
“in Italia molti siti in
cui sono stoccati i materiali
nucleari non ce la fanno più. Per questo i trasporti
di scorie radioattive sono destinati a
continuare”. Sulla situazione dei siti dichiara: “Ci sono casi in
cui sono state evidenziati crepe e cedimenti, altri in cui
sono state registrate fuoriuscite di sostanze radioattive. In alcuni
casi è entrata in scena la magistratura e ci sono inchieste per
disastro ambientale. Se i
cittadini fossero informati, sarebbero meglio disposti ad accettare
questi trasporti: si tratta comunque di sostanze radioattive che
lasciano il nostro Paese”.
L'effetto
di queste dichiarazioni messe così in fila è per noi sconvolgente e
dimostra la supponenza, la superficialità e la assoluta mancanza di
rispetto per i cittadini e i loro diritti, che imperano nelle nostre
istituzioni. Iniziamo dalle ultime riportate, Federici e Orlando.
Entrambi ammettono che i trasporti sono usuali e destinati a
continuare ma, tranquilli, questi materiali radioattivi stanno
uscendo dall'Italia, dal nostro back yard, altre popolazioni li
riceveranno e li conserveranno, perché preoccuparci? Queste sostanze
sono diventate un fatto altrui, non sono più nel nostro cortile,
altri se ne preoccuperanno. La sindrome NIMBY, solitamente attribuita
alle associazioni ambientaliste, ha evidentemente contagiato le
istituzioni.
Orlando
aggiunge come motivazione a questi trasporti la situazione dei siti
di stoccaggio, siti che dovrebbero essere stati localizzati, pensati
e progettati per durare centinaia di anni e che invece, a quanto
pare, presentano problemi strutturali già dopo poche decine di anni.
Sia il Prefetto che il
Sindaco Federici hanno poi definito “necessaria” la segretezza
con cui è stata condotta l'operazione: la sicurezza è garantita se
e solo se è mantenuta la segretezza. (A questo ha risposto
magistralmente e compiutamente Marco Grondacci nel suo blog). Hanno
aggiunto: “I cittadini devono sentirsi
tranquilli” perché “l'operazione
è avvenuta nel totale rispetto della normativa nazionale ed
internazionale in materia di sicurezza e protezione civile”.
Ancora
una volta i cittadini sono stati trattati da sudditi, è stato
chiesto loro di avere fede,
di credere incondizionatamente nella bontà delle Istituzioni. I
cittadini possono invece dare la loro fiducia,
cosa ben diversa dalla fede, quando il rapporto con le istituzioni si
fonda sulla totale trasparenza, chiarezza e soprattutto reale
rispetto reciproco.
Gli abitanti della Spezia e provincia non hanno
mai ricevuto informazioni su quali siano queste normative nazionali e
internazionali, con quali sostanze potrebbero venire a contatto e,
soprattutto, non sanno assolutamente niente su Piani di Emergenza che
è compito della Prefettura predisporre e comunicare. Un Piano di
Emergenza, poiché è volto a proteggere la salute e la vita degli
abitanti, non solo deve essere reso pubblico, discusso e condiviso
con i cittadini, ma soprattutto deve essere testato con esercitazioni
periodiche che coinvolgano i cittadini stessi. La popolazione ha il
diritto di sapere quali sono i possibili rischi e quali comportamenti
deve mettere in atto per proteggersi.
Ovviamente
stiamo parlando di esercitazioni vere e non farsesche come quella cui
abbiamo assistito circa quattro anni fa per il rigassificatore di
Panigaglia.
Lunedì
10
marzo,
richiesto a gran voce dai cittadini, è stato convocato un Consiglio
Comunale su questi avvenimenti. Nel corso di questo C.C., Federici
ha accusato la giornalista Sondra Coggio, rivolgendole
un'”occhiataccia” (come riportano le cronache), di non rendere un
buon servizio alla città, sicuramente riferendosi agli articoli
comparsi su Il Secolo XIX e forse anche al libro Il Golfo dei veleni.
Esprimiamo la nostra stima per quanti come la
signora Coggio cercano faticosamente brandelli di verità per
metterli a disposizione dei cittadini. Un pessimo servizio alla
città, intesa come comunità di cittadini, lo hanno fatto, in questa
come in altre occasioni, le istituzioni con i loro silenzi.
Vogliamo soprattutto ricordare che richiedere
che la salute venga tutelata non è un capriccio di cittadini
rompiscatole ma è chiedere il rispetto della nostra Costituzione
che, all'articolo 32, definisce la tutela della salute “fondamentale
diritto dell'individuo e interesse della collettività”.
P.S.
Abbiamo
atteso così a lungo di pubblicare questo post poiché l'8 marzo il
Sindaco Federici aveva dichiarato che “in ragione di un diritto di
informazione più dettagliato, ritengo che non appena l'operazione si
sarà del tutto conclusa con l'arrivo del cargo a destinazione, sia
necessario dare ulteriori elementi riguardanti la natura e le
caratteristiche del trasporto, la sua provenienza e la sua
destinazione. Confido che ciò venga fatto dagli organismi statali
preposti." Non abbiamo ancora letto nulla, anzi, la situazione è
diventata se possibile più preoccupante per l'accostamento, QUI,
tra i container trasportati dai tre tir e container provenienti
dall'arsenale chimico siriano.
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