lunedì 14 aprile 2014

Amministrazioni brevimiranti

La struttura ricettiva alberghiera in costruzione a Porto Venere in via Garibaldi (sopra il seno dell'Olivo) è in vendita. L'annuncio è apparso in un giornale specializzato in vendite immobiliari e nel sito internet della stessa Agenzia Immobiliare.

La vicenda di questa struttura (che abbiamo brevemente riassunto in coda a questo post) non ha avuto inizio in periodo di boom economico ma quando già la crisi e il calo dei consumi, quindi anche delle vacanze in albergo, cominciavano a farsi sentire.
Alla incomprensibile costruzione di nuovi alberghi a Porto Venere aveva dedicato ampio spazio nel settembre 2012 il quotidiano La Repubblica con un articolo di Marco Preve dal titolo “Assedio alla collina”, articolo da noi ripreso QUI
Già in quel post facevamo rilevare come il territorio sia “sempre stato sfruttato economicamente e monetizzato, senza nessuna attenzione alla qualità, con finalità mirate non all'interesse collettivo ma quasi sempre a quello privato” e sottolineavamo l'inutilità di questi interventi che possono solo creare situazioni di degrado nel territorio.



Ma, tant'è, l'acquolina prodotta dalla possibilità di introitare oneri di urbanizzazione ha condizionato le Amministrazioni che, tutte e senza distinzione tra maggioranza e opposizione (come è evidenziato sotto tutte le pratiche sono state sempre votate all'unanimità) hanno rilasciato permessi per costruzioni di cui il territorio non aveva e non ha alcun bisogno e non si sono invece preoccupate di recuperare e valorizzare quello che già c'è. Le Amministrazioni non godono certo di buona salute finanziaria ma questo non giustifica le modalità messe in atto per reperire fondi, quello che le loro decisioni soprattutto evidenziano è l'assenza di una visione politica e di strategie lungimiranti.
L'altra preoccupazione che ha da sempre condizionato e guidato i nostri Amministratori è stata quella di “marcare il territorio”, lasciare un segno del loro passaggio. Da queste due preoccupazioni, che nulla hanno a che vedere con una visione politica del territorio e del mantenimento della comunità che lo abita, ecco nascere progetti faraonici, tanto costosi quanto inutili, che stravolgono un sentiero in zona Parco, che permettono la costruzione di un grande condominio con piscina che domina il canale tra Porto Venere e Palmaria, con appartamenti tuttora in gran parte invenduti, oppure costruzioni direttamente in riva al mare che hanno modificato il paesaggio della baia e lo sfondo naturale del borgo, o ancora parcheggi con box auto sovradimensionati rispetto alle effettive necessità e il cui invenduto grava sulle finanze dell'intera comunità.

Questi grandi alberghi che, ancor prima di essere terminati, vengono riciclati in appartamenti non sono certo le infrastrutture che possono dare un futuro al nostro territorio, né turistico né economico. Soprattutto in un momento di crisi come questo riteniamo non abbia senso affidarsi ad una forma di turismo che presenta il luogo come oggetto di consumo, omologandolo a molti altri nel mondo senza presentare le sue peculiarità, un turismo che acquista il luogo in un pacchetto da consumare velocemente e superficialmente. Di questa nostra visione del turismo abbiamo scritto QUI


Breve storia della vicenda

La vicenda di questa struttura inizia nel 2005 (amministrazione Calcagnini) quando il Comune di Porto Venere, con deliberazione del Consiglio Comunale n. 58 esprime “il preventivo assenso all’approvazione del Progetto Urbanistico Operativo di iniziativa privata per la realizzazione di una struttura turistico-ricettiva (Ne 22), con parcheggi pubblici e pertinenziali, in loc. Porto Venere, Via
Garibaldi, da parte della Soc. CO.ME.CA. s.n.c. dell’Ing. Stefano Sanguineri & C, in qualità di
proprietaria del terreno interessato dall’intervento”. La deliberazione è approvata “con votazione unanime favorevole” e viene dato il via alla procedura della Conferenza dei servizi. Successivamente, con deliberazione 56 del 2006, viene nuovamente dato il preventivo assenso all'approvazione del PUO quasi all'unanimità (un solo voto contrario di un consigliere di maggioranza). Nel corso della discussione in C.C, l'opposizione disquisisce sul numero di parcheggi riservati al pubblico e su questioni estetiche della costruzione ed esprime poi voto favorevole.
Questa seconda delibera riprende passo passo quella del 2005 con alcune aggiunte significative: in particolare si chiarisce cosa si va a costruire, una “struttura alberghiera”, si quantificano le aree da destinare all'attività ricettiva, al verde privato e ai parcheggi e si mette in evidenza che “i parametri quantitativi secondo cui è stata ripartita l’area nella progettazione dell’intervento si discostano dalle previsioni della disciplina urbanistica di ambito solo relativamente alle superfici porticate in quanto il progetto presentato prevede la realizzazione di spazi porticati oltre i massimi previsti dalla stessa normativa, pari al 10% delle superfici utili da realizzare”. Si rileva tuttavia che “tale scostamento rientra nei margini di flessibilità stabiliti dal PUC e, in ogni caso, rientra nei margini di flessibilità previsti dall’art. 53 della L.R. 36/97 al fine di garantire la conformità tra il P.U.O. ed il P.U.C. Vigente”. Si precisa anche che “la convenzione urbanistica allegata al PUO suddetto dovrà prevedere la cessione dei parcheggi pubblici reperiti nel rispetto degli standards previsti dalla normativa vigente anziché prevederne la sola destinazione ad uso pubblico”.
Dopo la seduta deliberante della Conferenza dei servizi del 14 marzo 2007 e quindi l'approvazione del PUO, viene rilasciato, il 30 aprile 2008 (inizio amministrazione Nardini), il permesso di costruire n. 15 ed iniziano i lavori con l'abbattimento di grandi pini, spostamento di sentiero comunale e sbancamento della collina.
Il 17 giugno 2011 viene richiesta dalla società Co.Me.Ca. una variante urbanistica al PUO approvato “finalizzata ad utilizzare le intercapedini esistenti a fini turistico-ricettivi, apportando minime modifiche esterne all’edificio alberghiero consistenti nella realizzazione e modifica di alcune bucature conseguenti alla diversa distribuzione interna delle camere”. Il Consiglio Comunale approva questa variante con una deliberazione nella quale la struttura viene ancora definita come “struttura alberghiera”. La modifica viene votata all'unanimità e riparte l'iter della Conferenza dei Servizi che termina, sempre votata all'unanimità, con l'adozione della variante e con la stipula di una nuova convenzione nel febbraio 2012.
Nella Delibera 49 dell'ottobre 2011 è scritto che “il Comune di Porto Venere ha effettuato il censimento delle strutture ricettive, anche sulla scorta delle proposte avanzate dagli imprenditori alberghieri, individuando le esigenze di miglioramento e/o ampliamento delle strutture”. Quando è stato effettuato questo censimento e quando sono stati pubblicati i risultati? Esiste atto del Consiglio Comunale (o perlomeno della Giunta) che recepisce queste “esigenze di miglioramento e/o ampliamento delle strutture”? Noi non li abbiamo trovati.

Dopo la convenzione del 2012 i lavori partono, poi si fermano, poi ripartono e siamo arrivati a oggi: la struttura, ancora in costruzione e che spicca nella collina sopra il seno dell’Olivo come un nuovo Scheletrone, è in vendita. Nell’avviso dell’Agenzia Immobiliare si parla di possibilità di trasformazione in Residenza Turistico Alberghiera, cioè non più albergo ma appartamenti, e si indica la cifra (cifra che non compare invece nel sito internet): sei milioni di euro.



Tutti i documenti citati sono a disposizione degli interessati e possono essere richiesti scrivendo all'indirizzo mail dell'Associazione Posidonia

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