martedì 29 marzo 2016

Laboratorio Palmaria

E' stato siglato il 14 marzo il Protocollo di Intesa QUI tra Ministero della Difesa, Regione Liguria, Comune di Porto Venere e Agenzia del Demanio con il quale alcuni dei beni presenti sull'isola Palmaria e appartenenti al Demanio Militare passano nella disponibilità del Comune di Porto Venere che si impegna a redigere un progetto per la loro valorizzazione. Tale passaggio non è a titolo gratuito poiché il Comune di Porto Venere si impegna a eseguire senza oneri per il Ministero della Difesa e per la Marina Militare (cioè a sue spese) interventi di innovazione e di manutenzione straordinaria e ordinaria all'interno di proprietà che rimangono al Ministero della Difesa, in particolare ai due stabilimenti balneari riservati ai dipendenti del Ministero, civili e militari, nonché a strade e reti tecnologiche che saranno oggetto di realizzazione o di manutenzione.
Le proprietà che vengono cedute al Comune sono costruzioni che, pur avendo bisogno di importanti interventi di ristrutturazione, sono poste in posizioni panoramiche all'interno di un contesto naturale che le rende molto appetibili. La struttura di maggior estensione è il Forte Cavour che si trova sul tetto dell'isola ed ha una grande importanza da un punto di vista sia storico che architettonico.

 
La Palmaria è l'unica isola abitata della Liguria, Parco Naturale e Patrimonio dell'Unesco. E' un'isola liberamente accessibile ad esclusione di alcune limitate aree militari, molto frequentata non solo in estate da bagnanti ma in tutte le stagioni dell'anno da turisti e escursionisti che percorrono la rete di sentieri che si dipartono dai punti di approdo e che consentono di ammirare panorami unici e una flora e una fauna particolari.
Sui giornali, in cronaca locale, abbiamo letto più volte dichiarazioni del Presidente Toti che ci hanno messo in allarme a cominciare dalla frase ormai famosa: “la Palmaria diventerà la Capri della Liguria”. E' vero che accanto a questa dichiarazione il Presidente Toti ha sempre sostenuto che non verrà costruito un solo metro cubo in più ma quello che ci preoccupa non è solo l'aspetto quantitativo ma soprattutto l'aspetto qualitativo, cioè l'utilizzo che si vuole fare di questi beni. Nelle cronache di questi giorni abbiamo letto di interessamento di emiri, del progetto di fare dell'isola un richiamo internazionale per un turismo di qualità, che vuole la vacanza green ma a cinque stelle, di resort di lusso, di spa, e abbiamo anche letto che si auspica uno "sfruttamento" dell'isola a fini turistici. E' proprio l'uso di termini come questo che ci allarma e ci preoccupa perché temiamo si vada nella direzione di uno snaturamento dell'isola e della perdita di un ecosistema unico nel suo genere e quindi da salvaguardare.
La Palmaria infatti non solo possiede peculiarità faunistiche e botaniche uniche nel panorama ligure (svariati endemismi oltre ad elementi di interesse fitogeografico), ma la sua posizione geografica all’estremo dell’arco ligure le conferisce un ruolo di cerniera tra unità di paesaggio estremamente diversificate (riviera ligure, Golfo, riviera toscana), venendo quindi ad assumere una importanza strategica dal punto di vista ecologico.
Siamo consapevoli che sarà necessario l'apporto di capitali importanti, al di sopra delle possibilità dell'Amministrazione di Porto Venere come di qualsiasi altro ente pubblico, perché non si perpetui per questi beni l'abbandono e il conseguente inevitabile degrado, ma auspichiamo che nessuna delle numerose peculiarità dell'isola, storiche, geologiche, naturalistiche e paesaggistiche vada perduta.
   
Allo scopo di salvaguardare questo Bene Comune alcune Associazioni (Legambiente La Spezia, Italia Nostra La Spezia, G.R.A.S.P. Life Environment, Dalla parte dei forti e Posidonia) insieme a cittadini, coordinati dai professori Giorgio Pizziolo e Rita Micarelli, hanno posto le basi per la costituzione di un Laboratorio Palmaria, un percorso partecipato che, nelle intenzioni dei proponenti, dovrebbe elaborare un Programma concordato di uso rinnovabile e consapevole. In altri termini un programma di “RIUSO CIVICO, una proposta di gestione, a carattere ecologico/economico, a partire dalla natura di Parco e di proprietà pubblica dell'isola.
La discussione del “giorno zero” ha messo in evidenza questi temi:
- il Patrimonio in dismissone, all'interno del quale i forti e le batterie hanno un enorme valore storico e devono essere conservati alla fruizione pubblica e turistica;  
- i valori della Palmaria, che non sono solo quelli banalmente balneari ma tutto (sentieri, cave, agricoltura solo per fare alcuni esempi) deve essere recuperato in un progetto organico;
- la Palmaria nel Golfo, parte cioè di un sistema ecologico complesso anche se profondamente alterato. Per questo l'isola va esaltata nella sua diversità la cui salvaguardia può essere premessa di un'economia alternativa.
 Perché l'embrione di questo Laboratorio Palmaria possa svilupparsi e divenire espressione delle comunità del Golfo e oltre, proponendosi in questo modo come interlocutore dell'Amministrazione Comunale e degli altri Enti e Amministrazioni partecipanti al tavolo tecnico sulla Palmaria che verrà convocato dalla Regione Liguria, è necessario il massimo coinvolgimento e la più ampia adesione di Associazioni, Comitati e cittadini.
A questo fine chiediamo la partecipazione e l'aiuto di tutti coloro che hanno a cuore la salvaguardia dell'isola Palmaria.

Per adesioni e/o informazioni sulle prossime attività del Laboratorio scrivere a laboratoriopalmaria@gmail.com


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