lunedì 29 febbraio 2016

I percorsi partecipati nel Comune di Porto Venere

In questo scritto ci riferiamo all'esperienza e a documenti elaborati dai Cantieri dell'Urbanistica Partecipata negli anni dal 2004 al 2009. Ci è parso di dover fornire ai cittadini la possibilità di un “ripasso” su ciò che è stata la Partecipazione nel Comune di Porto Venere visti i temi che in questo periodo sono in evidenza, tra i tanti le dismissioni di beni militari, e quindi la questione Palmaria, e la sistemazione della baia delle Grazie. Nonostante le delusioni prodotte dall'atteggiamento negativo delle Amministrazioni che si sono succedute, come si leggerà nel seguito, e di fronte ai danni sociali e ambientali prodotti da tali atteggiamenti, continuiamo a pensare che la partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica sia l'unico metodo che può garantire e produrre consapevolezza civica, senso di appartenenza a una comunità e riappropriazione del territorio come bene comune essenziale. Ci auguriamo pertanto che in questo momento così delicato per il Golfo, di passaggio di beni militari alla comunità, i cittadini non vengano tenuti all'oscuro e tagliati fuori ma possano assumere un ruolo determinante in decisioni che segneranno il loro futuro. Lo scopo di questo scritto non è solo elencare atteggiamenti errati affinché questi non si ripetano ma soprattutto sottolineare e ribadire l'importanza dell'esperienza vissuta, importanza culturale, sociale e umana che solo la dedizione dei professori Pizziolo e Micarelli ha reso possibile.
Il rapporto tra l’Università di Firenze e il territorio di Porto Venere ha avuto inizio nel 2004, quando Provincia della Spezia, Comune di Porto Venere e l'Università, Dipartimento di Urbanistica e Pianificazione Territoriale, di cui era allora responsabile il Prof. Arch. Giorgio Pizziolo, andarono ad una convenzione su “I Paesaggi Partecipati” in attuazione sperimentale della Convenzione Europea del Paesaggio.


Il DUPT stava allora portando avanti una Ricerca che voleva verificare la reale fattibilità dell'Urbanistica Partecipata come percorso culturale, politico e amministrativo che superasse quelle procedure lontane dagli interessi e dalle esigenze della popolazione, del territorio e dell'ambiente. Come in ogni ricerca scientifica il riferimento della sperimentazione diretta è fondamentale e il DUPT ritenne essenziale esercitarlo in maniera partecipata perché l'oggetto di studio era la relazione tra una popolazione e il territorio che essa abita e le modalità e le “regole” di questa relazione.
Le dinamiche della partecipazione portano alla formazione di un “terzo soggetto”, costituito dalle diverse aggregazioni della società civile del luogo, che spesso viene riconosciuto ufficialmente e si costituisce come riferimento per l'Ente e la popolazione. Nell'esperienza di Porto Venere questo terzo soggetto è stato riconosciuto ne I Cantieri dell'Urbanistica Partecipata.
Il progetto su “I paesaggi partecipati” si sviluppò prima con le scuole e poi direttamente con la popolazione dei Borghi del Fezzano e delle Grazie, e portò alla stesura di un documento programmatico QUI presentato nel luglio 2006 al Consiglio Comunale, dove venne accolto con grande apprezzamento, purtroppo solo a parole.
Successivamente alla seduta del Consiglio Comunale infatti i rapporti tra Amministrazione e Università/Cantieri entrarono in crisi, crisi che si cercò di risolvere, sempre “sperimentalmente”, aprendo il contributo della Partecipazione alla definizione del bando di Concorso per il Water Front.
Fu convenuto che in occasione della predisposizione del bando di concorso per il Water Front del Comune di Porto Venere (interessante Fezzano e Le Grazie) fossero fornite ai concorrenti indicazioni concorsuali prescrittive sia da parte dell’ Amministrazione che da parte della Università/Cantieri. Allo scopo fu stipulata una Convenzione tra Autorità Portuale, Comune di Porto Venere e Università che definiva per l’Università, sempre in rapporto con i Cantieri, il prodotto da fornire, i tempi, nonché le modalità di partecipazione dell’Università stessa al bando, alla giuria, e all’attuazione del concorso.
Nel ristrettissimo tempo di tre mesi l'Università con i Cantieri produsse un documento completo, un “Piano Guida” per il Fronte Mare, con lo scopo di fornire ai concorrenti sia indicazioni per il concorso sia un quadro di riferimento indispensabile ad un corretto inserimento delle proposte progettuali. Tale documento fu riconosciuto e potrebbe ancora costituire un riferimento prezioso anche per l’Amministrazione per attuare le politiche urbanistiche di legge. (Puc, Prescrizioni regionali per il Golfo, ecc.).
Quando ci si apprestava a dare svolgimento al concorso si manifestò la crisi politica con caduta dell'Amministrazione e successivamente venne sospesa ogni decisione in merito, a seguito del Commissariamento del Comune.

A livello di ricerca universitaria questa esperienza è stata rielaborata anche all’interno di una ricerca nazionale coordinata dall’Università di Genova, ed è riportata anche nella pubblicazione di tale ricerca nazionale nel volume “ Politiche europee per il paesaggio: proposte operative” a cura della Prof Maniglio Calcagno, Cangemi 2007

Come già detto, quanto prodotto nel Piano guida per il Fronte Mare Fezzano e Le Grazie non aveva la caratteristica di progetto ma doveva solo fornire indicazioni e indirizzi per i progettisti.
In tale documento erano esplicitati alcuni aspetti preliminari che intendiamo qui sottolineare riprendendoli così come erano scritti:
  • La Regione Liguria, ha finanziato i progetti WaterFront per attuare gli indirizzi del suo Piano della Costa. Riteniamo pertanto che sia obbligatorio fare riferimento alle indicazioni di tale piano nelle fasi di attuazione del WaterFront stesso .ed è ad esse che ci siamo attenuti nel predisporre il Piano Guida
  • Il concetto di Water front rimanda al concetto ecologico di “interfaccia” (ecotone) terra/ mare il luogo di incontro di due sistemi viventi, la terra ed il mare appunto, compresi gli insediamenti umani che ne usufruiscono. Pertanto il Piano guida e il concorso devono riferirsi sia al mare che alla terra che all’interfaccia, naturale e costruita, che li caratterizza, tenendo conto prima di tutto della problematica ecologica, paesistica e progettuale che la può caratterizzare.
  • Le procedure che sono state seguite nella partecipazione hanno fatto riferimento ad una dettagliata conoscenza dei luoghi, svolta anch’essa in maniera partecipata e che è alla base di ogni proposta.Tale conoscenza va tenuta sempre presente, ed eventualmente arricchita e diffusa, per ogni fase del concorso stesso, compresa quella giudicante

La situazione rimase ferma per più di un anno, nonostante si fosse sbloccata l'impasse politica con l'elezione di una nuova Amministrazione. Alla Convenzione stipulata tra AP, Comune e Università non venne dato nessun seguito e decadde il Concorso di idee.
In un incontro con la nuova Amministrazione nel settembre 2008 l'Università e i Cantieri chiesero che venisse data attuazione al lavoro svolto e proposero di aprire nuove Convenzioni per altre ricerche, per esempio organizzare un cantiere “Portovenere” e, magari, Palmaria, progettare un Piano di Gestione Partecipato del sito UNESCO, attivare una gestione partecipata del Parco, mettere in piedi una campagna partecipata sulla dismissioni militari e sul loro riuso, anche a scala di Golfo; in sintesi l'Università e i Cantieri offrivano una consulenza di riflessione generale sull’uso del territorio comunale.
Il lavoro svolto finì in un cassetto e nel dicembre 2008 venne firmata una nuova Convenzione tra AP, Comune e Università per la progettazione su un piccolo tratto del Fronte Mare delle Grazie, dal Cantiere Valdettaro al campo sportivo.
All'interno dei Cantieri si discusse molto se accettare o no questo incarico che a molti pareva un contentino che non teneva in nessun conto l'importanza del lavoro già svolto. Alla fine prevalse il si e, sempre con metodo partecipativo, venne elaborato il progetto QUI.
Purtroppo si avverarono le più pessimistiche previsioni dei partecipanti, anche questo progetto finì nel dimenticatoio, anzi, non venne neppure discusso in Consiglio Comunale.
A seguito di questa esperienza di partecipazione è nata l'Associazione Posidonia i cui soci fondatori provenivano tutti dal gruppo Cantieri. L'Associazione si è successivamente allargata con l'arrivo di altri soci ma ha continuato, come da Statuto, a interessarsi e a intervenire sul Territorio.
Sia per il primo che per il secondo incarico l'Università di Firenze si è avvalsa del lavoro del prof. Giorgio Pizziolo, con la preziosa collaborazione della prof.ssa Rita Micarelli e di almeno tre o quattro laureati/ specializzandi (citiamo per tutti le dott.sse Rubino, Giacomazzi e Guidi) che hanno viaggiato e soggiornato sul posto per raccogliere, coordinare e rielaborare le idee e i suggerimenti della popolazione partecipante.
Oltre la ricchezza interiore, il modo diverso di guardare al territorio e anche l'amarezza lasciate da queste esperienze, ci è rimasto anche un dubbio che non siamo riusciti a chiarire neppure interpellando la Regione Liguria: i soldi stanziati dalla Regione dove sono finiti?
Riportiamo un documento consegnato nell'autunno 2009 alla Regione Liguria, Dipartimento Ambiente e Territorio.

Finanziamento della Regione Liguria per Fronte Mare Cadimare – Fezzano – Le Grazie

Situazione a estate 2007.
La Regione Liguria ha finanziato l’operazione Fronte Mare con 1.000.000 di euro per tutto il Golfo della Spezia. Di questi, una piccola parte sono andati al Comune di Lerici per la zona di Pertusola, la fetta più grossa alla Spezia, per Porto Venere sono rimasti 100.000 euro così suddivisi: 70.000 per Le Grazie e 30.000 per il Fezzano (Fezzano era unito a Cadimare e per questo tratto doveva contribuire anche La Spezia. L’ipotesi a quel tempo era: concorso di idee per Le Grazie, affidamento di incarico a professionista per Fezzano e Cadimare uniti).

Situazione a fine gennaio 2008
Dei 100.000 euro assegnati a Porto Venere, 12.000 sono andati all’Università di Firenze, una parte (sembra) a Cadimare ne rimangono 60.000 per il Fezzano e Le Grazie.
Prima domanda: perché una parte a Cadimare se per quel tratto avrebbe dovuto contribuire La Spezia?
Nella riunione tra il Prof. Pizziolo e l’Autorità Portuale della Spezia del 30 gennaio 2008, presente anche la dott.ssa Gallo, Commissario Prefettizio che regge il Comune di Porto Venere in quel periodo, l’Ing. Pomo, Segretario Generale dell’Autorità Portuale, comunica che hanno deciso di bandire un concorso di idee sia per il Fezzano che per Le Grazie (Cadimare, cioè il Comune della Spezia, viene separato).
L’ipotesi è dividere i 60.000 euro rimasti in questo modo: un primo premio da 30/35.000 euro e due rimborsi spesa da 10.000 euro ciascuno.

Situazione a luglio 2008
Il budget è diventato di 50.000 (?) che, nell’ultima ipotesi prospettata del Concorso a inviti avrebbero dovuto essere divisi in un rimborso spese ai partecipanti (3.000 euro ciascuno se fossero sei oppure 5.000 ciascuno se fossero tre) più un premio al vincitore, più una quota minima per l’Università.

Secondo dati raccolti in riunioni tra Comune e Autorità Portuale a fine luglio 2008 la disponibilità sarebbe di 40.000 (?) euro.

Situazione a maggio 2009
L’attuale Amministrazione ha stipulato con l’Università di Firenze e l’Autorità Portuale una nuova Convenzione, 19 dicembre 2008, che riguarda un piccolo tratto del Fronte Mare Le Grazie: area Pittaluga e Cantiere Valdettaro. Fezzano non è menzionato e non è previsto nessun progetto partecipato sul Borgo.
Compenso per l’Università: 13.000 euro

Le Grazie 20 novembre 2009


P.S. Un altro Percorso, per l'esattezza un Percorso di ascolto attivo, guidato da Marco Grondacci sull'Olivo nel 2010, finanziato dal Comune, ha subito la stessa sorte: lavoro e soldi gettati alle ortiche.

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