Acquerello della Brigata Clerc |
Alle
Grazie, frazione del Comune di Porto Venere, è stata abbattuta con
un blitz a tarda serata una porzione dell'antico muro perimetrale del
Convento Olivetani per creare un accesso carrabile all'orto interno.
Questo
muro compare gia in antiche carte, in particolare nel rilevamento topografico
condotto dalla brigata napoleonica guidata dal capitano del Genio
Pierre-Antoine Clerc che ha operato nel Golfo della Spezia tra
l'inverno del 1809 e l'estate del 1811 producendo disegni, acquerelli
e un grande plastico nel quale è riportato il muro di cui parliamo.
Ma
vediamo bene dal principio. Qualche anno fa una coppia di nazionalità
australiana acquista una abitazione situata all'interno dell'orto
murato del Convento degli Olivetani. A tale abitazione si accede con
una porta pedonale aperta da sempre a una estremità del muro. Da
qualche mese i proprietari hanno fatto redigere un progetto che
prevede l'apertura di un secondo varco, questa volta più ampio per
consentire l'accesso dell'auto. La Commissione locale per il
Paesaggio, di cui fa parte l'architetto progettista (piccolo
conflitto di interessi?), esprime un primo parere favorevole al quale
non segue però nessuna autorizzazione paesaggistica.
Allo stesso
modo l'Amministrazione Comunale non si è mai espressa sulla
richiesta presentata dai proprietari per la realizzazione di un
“microprogetto di interesse locale per la riqualificazione di area
pubblica”, in pratica la sistemazione esterna dell'aiuola e dei
parcheggi esistenti che verrebbero modificati dal passo carrabile che
si vuole realizzare.
Ecco
allora che compare sul muro un cartello “facilitatore” cioè
mirante a conquistare il favore della popolazione prospettando
vantaggi e migliorie.
In
assenza quindi di “alcun titolo legittimante relativo agli
interventi sul muro di recinzione” (così recita l'Ordinanza di
sospensione opere in corso emessa dal Comune il 21/7/2016 prot. 2787)
nella tarda serata di martedì 19 e mercoledì 20 luglio il muro è
stato abbattuto. L'Amministrazione si è attivata su segnalazione dei
cittadini, sono intervenuti i vigili, i carabinieri, e è stata
emessa l'Ordinanza citata sopra.
Tutta
l'area del Convento ha per gli abitanti del luogo e non solo per loro
un forte valore simbolico e affettivo e la demolizione di parte del
muro rappresenta non solo una violenza alla memoria collettiva ma
rappresenta una violenza all'intera comunità, alle sue tradizioni e
alla sua storia.
Questa
vicenda assurge a emblema del menefreghismo che, prepotentemente,
spiana e stravolge quel poco di buono che rimane. In altri posti
impiegherebbero risorse per mantenere e valorizzare ciò che rende
particolare, unico e pregevole un luogo evocandone la storia. Qui si
distrugge e per giunta solo per interessi privati.
La
demolizione del muro è solo l'ultima di una serie di interventi tesi
a cancellare quelli che sono i valori identitari del sentire popolare
che non sono ristretti ai beni riconosciuti e tutelati dalla
Soprintendenza.
Ogni
borgo ha subito le sue perdite, memorie sacrificate sull'altare di
una distorta idea di progresso: si è persa la mancina, testimonianza
alle Grazie di un tempo in cui ogni abitante sistemava il suo
gozzetto, si è perduta traccia di due lampioni con il basamento
riccamente decorato anche con stemma sabaudo, delle lanterne in ferro
battuto, lavorate a mano, sostituite con calchi in gesso dipinti in
simil ghisa; abbiamo assistito alla non felice ristrutturazione della
calata alle Grazie e alla sostituzione di parte delle bitte fatte con
i cannoni (felice utilizzo di uno strumento di guerra), alla
sparizione delle fontane in marmo o in granito dalle frazioni, alla
pavimentazioni nei lungomare dei borghi con pietre che nulla hanno a
che fare con il luogo, per non parlare dell'asfalto sulla calata di
Porto Venere o dei massi gettati in mare a consolidare il promontorio
di San Pietro che con il loro colore totalmente fuori luogo hanno
alterato l'aspetto del fondale.
Questi
sono solo alcuni esempi di interventi prepotenti e distruttivi che
non hanno tenuto in nessun conto i sentimenti della comunità.
Per
evitare che si ripetano nel futuro atti vandalici come quelli
descritti e molti altri che abbiamo subito, proponiamo di iniziare una mappatura dei nostri “luoghi
del cuore”, siano essi manufatti, paesaggi o atmosfere, luoghi da
tutelare e proteggere.
Per prevenire ulteriori abusi ed evitare di sentirsi rispondere,una volta realizzatili “è sempre stato così”, anzichè scattare inutili autoritratti sarebbe utile documentare con foto edifici ed angoli naturali del nostro territorio.Tutto ciò a futura memoria. Ma un altro tipo di abuso emergente è la strumentalizzazione di alcuni argomenti precisi e definiti, introducendone altri di puro interesse personale. Approfittare di un argomento attuale ma diverso per il proprio tornaconto non è un buon uso della spontanea partecipazione. Parlare ora della Palmaria mentre si dormiva nel 2009 quando gli escavatori scorrazzavano sul bagnasciuga di Carlo Alberto oppure illudere sui posti di lavoro dell'ostello di Fezzano è indignazione a tempo e falso ideologico. Oggi il problema del muro Olivetani a Le Grazie, che ha suscitato la reazione di varie associazioni ambientaliste nel Golfo, deve essere prima di tutto discusso in loco per favorire la partecipazione dei cittadini che per primi, se si vuole essere corretti, debbono essere protagonisti.
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