In
data 10/10/2016 l’Associazione Posidonia ha inviato formale
richiesta di partecipazione al Tavolo Tecnico costituito per dare
attuazione alla dismissione di beni del Demanio Militare sull’isola
Palmaria. Ne abbiamo scritto QUI e QUI
L’Associazione
Posidonia ha quindi elaborato il documento qui di seguito che esprime
la propria visione sull’isola Palmaria e sugli scenari che
potrebbero configurarsi a seguito della dismissione di tali beni e loro passaggio nella disponibilità del Comune di
Porto Venere.
Sullo
schema metodologico procedurale per l’attuazione del Tavolo Tecnico
Dobbiamo
innanzitutto esprimere la nostra sorpresa e contrarietà rispetto al
percorso che si sta seguendo per l’attuazione del Tavolo Tecnico.
Nella
Deliberazione n. 24 del 8/6/2016 del Consiglio Comunale di Porto
Venere e nella successiva Delibera di Giunta n. 173 del 12/8/2016 è
scritto che “il Tavolo Tecnico nella gestione dei lavori relativi
all’”Agenda” curerà, attraverso la definizione di linee guida
metodologiche, la definizione di un percorso di comunicazione ad
ampio respiro e l’attivazione di un processo di partecipazione fino
alle fasi attuative del Programma”.
Un
processo di partecipazione, per essere tale, deve prevedere il
coinvolgimento di tutti i cittadini interessati, riuniti o meno in
associazioni, che devono, dopo ricerche, analisi, discussioni,
costruzione di vari scenari, esplicitare e motivare la loro visione
sul territorio in esame, in questo caso sull’isola Palmaria. Le
risultanze di questo lavoro dovrebbero poi essere la base di un
concorso di idee per individuare il progettista cui affidare
l’incarico.
Qui
si sta procedendo alla rovescia: si è dato l’incarico di elaborare
il Master Plan ad uno studio tecnico senza aver neppure iniziato il
percorso di partecipazione, e solo ora ai cittadini viene richiesto
di esprimersi. O si tratta solo di comunicazioni dal Tavolo ai
cittadini?
Vogliamo
sottolineare che comunicare non è partecipare, questo progetto manca
già di una gamba fondamentale, i cittadini che vivono questo
ambiente e sui quali ricadranno le conseguenze delle scelte fatte.
Anche
dal punto di vista della trasparenza il Programma di Valorizzazione
dell’isola Palmaria ha avuto una partenza falsa: non sappiamo quali
direttive sono state date alla studio Kipar, non sappiamo se il
Tavolo Tecnico si è riunito (avrebbe dovuto farlo una volta al mese)
e con quali risultati, così come non sappiamo nulla di eventuali
riunioni della Cabina di regia, che dovrebbe riunirsi “almeno ogni
tre mesi”. Non sappiamo nulla neppure della natura dell’incarico
dato a chi dovrà curare i rapporti tra Tavolo e cittadini.
Noi speriamo che non si tratti di mera comunicazione in un solo
verso, dal Tavolo ai cittadini, perché questo sarebbe solo veicolare
decisioni già prese, ma che ci sia la reale volontà di ascoltare e
prendere in considerazione i desideri e la visione dei cittadini.
Con questa speranza abbiamo steso il documento che segue che illustra
la visione dell’Associazione Posidonia sull’isola Palmaria.
Premessa
E’
nostra convinzione che le Associazioni e i cittadini debbano
esprimere indicazioni, presentare una visione complessiva del
territorio e del suo futuro, fornire linee guida di intervento ma non
presentare progetti specifici e particolareggiati. Questo rimane
compito del progettista che, sentiti i cittadini, darà forma alle
loro indicazioni.
Il
compito di Associazioni e cittadini dovrebbe essere quello di
raccontare il territorio e il proprio ambiente di vita individuandone
i punti di forza e i punti di debolezza, dare indicazioni il più
possibile vincolanti perché si mantengano i primi e si superino i
secondi. E soprattutto è compito dei cittadini vigilare perché non
si compiano interventi snaturanti o non rispettosi né dell’ambiente
né del quadro normativo di riferimento.
Il
documento che presentiamo al Tavolo Tecnico costituito per
l’attuazione del Protocollo
d’Intesa
per la valorizzazione dell’Isola Palmaria è stato costruito
intorno a un dato di fatto essenziale:
Palmaria è Parco Naturale, Area di Tutela Marina e Sito Unesco e è
nostra convinzione che le peculiarità che le hanno consentito questi
riconoscimenti e inserimenti vadano preservate e consolidate.
Questo
documento esamina
non solo gli aspetti legati alla dismissione di beni militari ma si
pone come obiettivo far emergere una visione complessiva dell’isola
in cui tali beni sono inseriti fornendo per ogni aspetto esaminato
suggerimenti e indicazioni in una prospettiva di tutela e
conservazione del bene comune Palmaria a beneficio nostro e delle
generazioni future.
Considerazioni
generali
Perché il bene Palmaria possa mantenere la sua attrattività non
deve essere snaturato né piano piano eroso con interventi pesanti.
La dismissione di beni del demanio militare e il passaggio della
proprietà al Comune di Porto Venere segna sicuramente un momento
importante per l’isola e una straordinaria opportunità a
condizione che si mettano in atto comportamenti e azioni nel segno
della tutela e della sostenibilità ambientale. Palmaria deve
mantenere intatta la sua natura, le sue coste, la spettacolarità del
suo paesaggio, i suoi odori, i suoi colori, la tranquillità che vi
si gode anche in estate a solo pochi passi dalla riva; in poche
parole la sua vocazione è e deve rimanere fortemente naturalistica.
Preciseremo due linee strategiche intersecantesi tra loro. La prima è
volta alla tutela e valorizzazione del paesaggio, alla difesa della
biodiversità, la tutela degli habitat nonché la conservazione del
patrimonio insediativo storico e culturale. La seconda si riferisce
alla promozione della fruizione sociale, turistica, culturale,
educativa in forme sostenibili che da una lato possono offrire
prospettive di sviluppo anche economico per gli abitanti, dall’altro
favoriscono la manutenzione del territorio e la conservazione delle
risorse naturali e culturali che fanno della Palmaria un ambiente di
vita unico, territorio di continue scoperte e i cui valori devono
essere messi in evidenza, preservati e amati per essere trasmessi
alle future generazioni.
E’ indispensabile che si crei una sinergia di azioni e di intenti
tra tutti i soggetti interessati, a partire dagli abitanti, la
ProLoco, gli operatori economici, le associazioni e, non ultimo, il
Parco che dovrebbe assumere il ruolo di capofila e di coordinatore
scientifico.
Centralità
dei residenti
Quanto
scritto sopra e quanto scriveremo nei prossimi paragrafi ha senso
solo in una visione globale dell’isola che ne preveda il
mantenimento il più possibile pubblico. Ciò che consideriamo
negativo e distruttivo per l’isola è la vendita “a spezzatino”,
cioè il considerare ogni singolo immobile oggetto di dismissione
come a sé stante e non inserito in un ambiente unico.
Vogliamo
ancora sottolineare che ogni intervento sull’isola non può e non
deve prescindere dalla partecipazione attiva degli abitanti che non
devono essere solo consultati o essere considerati come gli esecutori
o gli spettatori passivi di un programma preconfezionato.
Servizi
ai residenti
Ovviamente
vanno previsti per gli abitanti tutti quegli interventi (acqua, rete
elettrica, raccolta rifiuti, trasporti, ecc.) che possono facilitare
e magari incentivare la permanenza sull’isola.
A
questo proposito occorrerà fare la massima attenzione a che non si
ripetano gli interventi pesanti e condotti con metodologie
assolutamente poco rispettose che sono stati realizzati dopo
l’abbattimento dello Scheletrone facendo finta di attuare quello
che ormai possiamo chiamare il primo progetto Kipar.
Turismo
sostenibile
Per illustrare la nostra idea di turismo ci rifacciamo alla Carta
Europea per un turismo sostenibile nelle Aree Protette (CETS) che ha
come obiettivi fondamentali “Aumentare la conoscenza e il sostegno
per le aree protette europee come parte fondamentale del nostro
patrimonio, da preservare per la fruizione delle generazioni attuali
e quelle a venire; migliorare lo sviluppo sostenibile e la gestione
del turismo nelle aree protette, rispettando i bisogni dell’ambiente,
dei residenti, delle imprese locali e dei visitatori”.
La Carta enuncia poi dieci principi. Senza entrare ora nei dettagli
ne vogliamo però sottolineare alcuni:
- tutelare e migliorare il patrimonio naturale e culturale dell’area,
attraverso il turismo, ma al contempo proteggere l’area da uno
sviluppo turistico inappropriato
- garantire ai visitatori un elevato livello di qualità in tutte le
fasi della loro visita
- comunicare efficacemente ai visitatori le caratteristiche proprie
ed uniche dell’area
- incoraggiare prodotti turistici specifici che aiutino a conoscere e
scoprire il territorio
Il primo elemento elencato dalla carta per attuare gli obiettivi
fondamentali è la “collaborazione tra tutte le parti interessate”,
elemento che riteniamo molto importante e indispensabile a ogni altra
azione che si voglia mettere in atto sul territorio per
l’individuazione di una strategia comune e l’elaborazione di un
piano d’azione.
L’isola
Palmaria è molto vicina alla terra ferma, facilmente raggiungibile,
e questo ha pregi e difetti; un difetto è sicuramente l’eccessivo,
a volte quasi insostenibile, numero di
bagnanti e escursionisti che sbarcano sull’isola e si concentrano
lungo la costa oppure privilegiano un unico sentiero, quello che fa
il periplo dell’isola.
Questo
modello di turismo può essere fortemente distruttivo poiché
considera il territorio semplicemente oggetto di consumo, e porta
all’unico risultato di esperire i luoghi in modo superficiale e
monocorde. La tipologia più diffusa di turista è attualmente quella
di semplice “consumatore di luoghi” e se da un lato non si può
pensare di cancellare questo turismo giornaliero é però
indispensabile pensare anche a un modello di accoglienza diverso, che
apra la strada ad un turismo attento e consapevole, un turista/ospite
che si arricchisce nella relazione con il territorio e i suoi
abitanti e che al termine della visita porterà con sé un ricordo
personale, non standardizzato, e una accresciuta conoscenza del
luogo.
Si deve
pensare a un modello di accoglienza che potremmo definire di
“ospitalità diffusa” sia coinvolgendo gli abitanti che
attraverso il recupero di alcuni immobili dismessi. Da tempo gli
abitanti affittano, specialmente durante la stagione estiva; quello
che stiamo prospettando non è quindi una novità se non nella
creazione di uno standard di qualità frutto di accordo tra gli
stessi abitanti che offra loro vantaggi economici senza alterare gli
equilibri dell’ambiente e del territorio ma anzi preservandolo e
arricchendolo.
La
domanda fondamentale è: quale ricchezza, non solo da un punto di
vista economico ma anche di relazione e conoscenza, porta il turista
consapevole e che cosa la comunità gli restituisce?
Molto
importante è quanto sta facendo l’associazione Dalla
parte dei forti che con le visite
guidate alle fortificazioni presenti sull’isola risponde proprio a
quanto indicato dalla Carta.
A
queste iniziative potranno aggiungersene altre di carattere
culturale, teatrale, letterario, naturalistico, ecc. con la
collaborazione di altre Associazioni.
Accanto
alla fruizione naturalistica, escursionistica, culturale, è
possibile prevedere anche quella di carattere sportivo avendo la
massima cura nel selezionare quali attività sono compatibili con il
parco e quali no. Per esempio, una attività di cicloturismo dovrebbe
essere meglio regolamentata (o forse proprio evitata): così come è
stata realizzata finora porta danni e manomissioni ai sentieri,
abbandono di rifiuti e in generale crea una occupazione pesante e
difficilmente sopportabile dall’ambiente.
Quelle
che sono invece auspicabili sono manifestazioni che riescano a
mettere in collegamento gli operatori dello sport con quelli
dell’ambiente e questo è possibile solo con la “collaborazione
tra tutte le parti interessate”, come specifica la Carta Europea,
in ogni fase dell’evento, dalla progettazione alla realizzazione.
La
Palmaria è prima di tutto Parco, quindi è indispensabile coniugare
l’attività turistica e di svago con i valori di un Parco.
Riuscire
a preservare i luoghi naturali anche accogliendo un gran numero di
visitatori resta un’importante sfida da perseguire.
Biodiversità
e ricchezza della flora. Potenziamento delle attività di
monitoraggio e delle ricerche scientifiche del Parco
Non è nostro compito né nostra intenzione inoltrarci in una
trattazione botanica. Nello spirito dichiarato di fornire una visione
complessiva dell’isola che eviti interventi spezzettati,
desideriamo segnalare alcune emergenze floristiche che rendono il suo
paesaggio molto importante sia da un punto di vista scientifico e
didattico che per il godimento del visitatore.
Il
carattere della flora presente sull’isola Palmaria è tipicamente
mediterraneo con basso indice di endemismo, cosa che testimonia la
recente separazione dell’isola dalla terraferma. Tra le specie
endemiche spicca Centaurea
veneris,
esclusiva del promontorio di Porto Venere e delle isole. Fiorisce sui
costoni rocciosi a mare aperto e sulla terraferma sotto il Muzzerone.
Molto apprezzate sono anche le piccole, minuscole orchidee selvatiche
che si incontrano lungo i sentieri.
Altri
arbusti interessanti, soprattutto dal punto di vista fitogeografico,
sono Cistus
incanus, Euphorbia dendroides, Campanula medium,
per citare i più comuni; molto diffuse sono anche le piante
aromatiche quali il timo, il rosmarino, il mirto. La diffusione di
queste piante offre ai frequentatori dell’isola un’immersione in
colori e profumi che rendono la visita indimenticabile.
Il bosco, che copre principalmente la parte a nord e a est
dell’isola, è formato quasi esclusivamente da pini, lecci e
roverella e è intervallato con zone a macchia, testimonianza del
passaggio del fuoco.
Sulla
sommità dell’isola, proprio accanto a uno degli immobili in
dismissione che da lui prende il nome, si ammira una albero
monumentale, un pino domestico alto poco meno di 20 metri, della
presunta età di 100 anni. Ha una
chioma imponente scolpita dai venti salmastri e una caratteristica
forma policormica, con più tronchi, che si discosta
dall'architettura tipica della specie. Questo albero costituisce
elemento caratteristico del paesaggio dell'Isola Palmaria, domina i
suoi boschi ed è ben visibile da Porto Venere.
Purtroppo non solo gli incendi rappresentano un pericolo per la flora
dell’isola ma anche l’inserimento di specie non congrue e la
presenza di animali: alcuni come i conigli presenti ormai da lungo
tempo, altri, come le capre, inserite in anni recenti, complicano la
sopravvivenza di alcune specie botaniche.
Da qualche anno il Parco ha creato nelle vicinanze del CEA un Orto
botanico che, insieme alla Stanza dei suoni collocata nella Torre
Umberto I, è oggetto di visite guidate rivolte sia alle scuole che a
visitatori adulti. Tali iniziative rientrano nel programma di
Educazione Ambientale messo in atto dal Parco finalizzato a
diffondere la cultura dello sviluppo sostenibile e responsabile,
tramite la conoscenza e la valorizzazione del territorio.
L’orto botanico e le attività didattiche del Parco devono essere
mantenute e potenziate senza per questo dimenticare il valore
naturalistico dell’isola nel suo complesso: tutta l’isola è un
giardino botanico che deve essere preservato così come è, protetto
dal degrado e dall’inserimento di specie non congrue.
In particolare la struttura del CEA si presta alla realizzazione di
campi residenziali sia per ragazzi che per adulti, i quali,
attraverso la piena immersione in natura e la realizzazione di
esperienze appositamente predisposte, possono valorizzare al massimo
i caratteri dell’isola fin qui descritti.
La Palmaria non ha emergenze faunistiche, l’unico endemismo
presente nell’arcipelago è il tarantolino, il più piccolo geco
europeo, che si trova però sulle isole del Tino e del Tinetto. Tra
gli uccelli ricordiamo il gheppio, il falco pellegrino, il corvo
imperiale, il cormorano e una delle maggiori colonie nel Mar Ligure
di gabbiani reali.
Tra i Progetti ospitati dal CEA della Palmaria viene portato avanti
da ormai quasi venti anni il Progetto Piccole Isole per lo studio e
il monitoraggio dei migratori, a cura dell'Istituto Nazionale per la
Fauna Selvatica.
Tutte queste importanti attività del Parco contribuiscono a rendere
l’isola conosciuta, amata e rispettata. Gli abitanti e la ProLoco
Palmaria dovrebbero esercitare una funzione di sorveglianza e
controllo per il mantenimento in buono stato di questi siti, operando
quale presidio di tutela ambientale per evitare situazioni di degrado
nell’isola.
Sentieri
e cartellonistica
I
sentieri che percorrono
l’isola
Palmaria non sono solo quelli di
origine militare, ci sono sentieri interpoderali, sentieri nati come
“scorciatoie”, ecc. e tutti, devono essere mantenuti pubblici,
percorribili e segnati. Purtroppo anche sull’isola, come sul
promontorio di Porto Venere, ci sono sentieri che sono stati
privatizzati e ne è impedito l’accesso che deve al più presto
essere ripristinato.
Con
la collaborazione della Pro
Loco Palmaria, dell’associazione
Dalla
parte di forti e di altre
associazioni dovrebbero essere indicate per ogni sentiero in appositi
cartelli non solo le informazioni di cui alla normativa regionale in
materia, ma anche le sue peculiarità e possibilmente la sua storia e
il perché della sua apertura.
Sono
necessari quindi un certo numero di cartelli ma, poiché anche la
cartellonistica può essere invasiva, sarebbe bene creare uno stile,
mantenuto in tutta l’isola, che sia di minimo impatto visivo. E’
indispensabile porre fine, non solo nella segnaletica ma anche nella
manutenzione dei sentieri, al sovrapporsi di interventi da parte di
varie associazioni spesso in contrasto tra loro. (Vedi Mangiatrekking
e CAI per esempio).
La
segnalazione con apposita cartellonistica vale anche per punti
panoramici, punti di osservazione per il bird-watching, emergenze
floristico-vegetazionali, faunistiche, morfologiche, ecc.
Una
parte naturalisticamente e storicamente importante dell’isola è il
Pozzale dove rimangono molto evidenti i segni della cava. Al pari
delle fortificazioni anche questa ha un valore testimoniale e quindi
dovrebbero esserle riservate visite guidate e apposita
cartellonistica.
Per realizzare tutto questo riteniamo che il Parco possa accedere a
finanziamenti europei presentando appositi progetti.
La
sorveglianza e il mantenimento in funzione sia della percorribilità
dei sentieri che di queste strutture dovrebbe essere affidata con
apposita convenzione alla locale ProLoco
che potrà avvalersi della collaborazione di Associazioni
qualificate.
Possibile
vendita di alcuni beni dismessi
E’ nostra convinzione oltre che nostro desiderio che tutti i beni dismessi dal Demanio debbano rimanere di proprietà e uso pubblico, come del resto avrebbero dovuto essere finora visto il significato del termine “demanio”.
Nel caso specifico ci rendiamo conto realisticamente di quanto sia
utopistico prevedere il mantenimento della proprietà collettiva per
tutti i beni in dismissione. E’ possibile però prevedere vendite
“sub condicione” così come accade per palazzi storici di città
d’arte, palazzi che sono sottoposti a vincoli dalle soprintendenze.
L’acquisizione del bene cioè dovrebbe essere regolata, oltre che
dai dettati del Parco, del Comune e del Piano Casa, anche da
particolari vincoli pensati per l’isola: non deve essere concessa
nessuna nuova edificazione, nessuna possibilità di ampliamento,
nessun cambio d’uso, le ristrutturazioni devono essere eseguite in
modo sostenibile e rispettoso del luogo e della sua storia (vedi
paragrafi successivi).
Ipotesi
di utilizzo degli immobili che rimangono di proprietà pubblica
Ipotizziamo per gli immobili che rimangono di proprietà pubblica un
utilizzo coerente con le considerazioni generali espresse sopra.
Indichiamo
come esempio alcune attività che possono essere ospitate negli
immobili dismessi e ristrutturati. Pensiamo principalmente agli
immobili della zona Terrizzo che è il punto principale di accesso
all’isola senza per questo dimenticare gli immobili del Pozzale:
punto di accoglienza e sensibilizzazione turisti, vendita cartine e
opuscoli, vendita prodotti del mare, degli orti e oggetti in portoro,
sede ProLoco,
centro accoglienza per le scuole, punto ristoro, ostello sede
staccata del CEA, sede della Protezione
Civile,
antincendio, punto di primo soccorso.
Non ultimo, oltre ai locali allestiti dall’Associazione Dalla parte
dei forti all’interno della Torre Umberto I per documentare con
foto e video la storia delle strutture “ex belliche”, riteniamo
di grande importanza prevedere la creazione di un centro di
documentazione storica e naturalistica che, con una esposizione
permanente di foto storiche e la proiezione di video, offra ai
turisti la possibilità di essere avviati alla conoscenza degli
aspetti della storia dell’isola, della sua formazione geologica,
delle prime presenze umane e delle attività che vi avevano sede: le
stratificazioni rocciose, la grotta dei colombi, le cave, le
emergenze botaniche, le coltivazioni, la salagione delle acciughe,
ecc.
Ristrutturazione
degli edificati
Sia per i beni ceduti a privati che per quelli che rimangono a
proprietà e uso pubblico si deve prevedere l’obbligo di una
ristrutturazione sostenibile e ciò non solo per salvaguardare la
salute ma anche per evitare gli sprechi e ridurre le fonti di
inquinamento nel rispetto dell’ambiente. Vanno privilegiati quindi
i materiali per la bioedilizia che hanno anche proprietà
termico-isolanti. Dovrebbe essere prevista l’autosufficienza
energetica mediante l’uso di pannelli solari che oggi si possono
dissimulare facilmente. La produzione di elettricità da fonti
alternative potrebbe rendere inutile il collegamento dell’isola
alla rete gas.
Molto
importante nell’isola è il risparmio idrico, quindi divieto di
qualsiasi tipo di piscina, mentre deve essere previsto il recupero
dell’acqua piovana
per usi non potabili, per esempio WC, lavatrici o impianti
d’irrigazione.
Per ogni abitazione o servizio sull’isola deve essere prevista la
fitodepurazione.
Questi e altri piccoli accorgimenti possono contribuire a
salvaguardare l’ambiente e nella fattispecie l’isola Palmaria
Memoria
storica
L’isola
Palmaria come tutto il territorio di Porto Venere è ricca di grotte
(da cui molto probabilmente deriva il nome dell’isola) specialmente
nelle alte falesie che caratterizzano il versante occidentale.
Proprio qui è stata scoperta e esplorata per la prima volta nel 1869
da Giovanni Capellini la “grotta dei colombi”, unica grotta non
marina dell’isola. Questa grotta, situata ad una altezza di una
trentina di metri dalla superficie del mare, è stata abitata nel
Paleolitico Superiore e utilizzata successivamente come sepolcreto
nel Neolitico. Al suo interno sono stati rinvenuti oggetti di uso
quotidiano, armi per la caccia e ossa fossilizzate di animali che
vivono abitualmente nelle zone fredde e glaciali.
Queste
notizie dovrebbero trovare spazio nel Centro di documentazione
storica e naturalistica con esposizioni permanenti di fotografie
mentre, per gli oggetti rinvenuti a attualmente conservati al Museo
della Spezia, si possono prevedere esposizioni temporanee.
Sull’esame
dei beni “ex bellici” e sul loro utilizzo a fini turistici e
culturali rimandiamo alla relazione presentata dall’Associazione
Dalla
parte dei forti,
relazione che condividiamo. Chiediamo con loro che venga previsto per
tutti questi beni, forti e batterie, il mantenimento della proprietà
collettiva, condizione fondamentale perché non vada disperso un
patrimonio storico e culturale di grande valore.
Area di Tutela Marina. Traffico marittimo e approdi
La
fascia di mare che circonda l’isola Palmaria, da Punta Secca al
Pozzale passando per mare aperto, e le isole del Tino e del Tinetto è
Area di Tutela Marina dichiarata tale per la particolarità degli
habitat e la ricchezza delle emergenze biologiche presenti. In questa
area sono presenti varie tipologie di fondali, grotte, una ricca
presenza di gorgonie e madrepore nonché molte specie protette
presenti tra le alghe, le spugne, i molluschi, i crostacei ed i
pesci. La piccola prateria di Posidonia
oceanica
presente nel canale di Porto Venere, oltre a essere essa stessa una
peculiarità e una ricchezza, offre cibo e rifugio a una grande
quantità di organismi marini e pesci come il tordo (Labrus
viridis),
il pesce ago (Syngnathus
acus),
il cavalluccio marino (Hippocampus
ramulosus),
il sarago sparaglione (Diplodus
annularis).
In questa area il Parco sta conducendo importanti ricerche e attività
didattiche che permettono ai ragazzi delle scuole di avvicinarsi non
solo alla conoscenza degli organismi marini ma soprattutto di
apprendere i corretti comportamenti in mare nonché le principali
tecniche di monitoraggio
All’interno di questa fascia valgono, e auspichiamo rimangano, le
prescrizioni del Parco di Porto Venere in particolare quelle che
regolamentano la velocità delle imbarcazioni, l’accesso e
l’ancoraggio.
In generale l’accesso a tutta la fascia marina intorno alle tre
isole, quindi anche in quella non compresa nell’Area di Tutela Marina, dovrebbe essere riservato a imbarcazioni dotate di
contenitori per le acque nere. Questa prescrizione, oltre a
promuovere le buone pratiche di diporto, favorirebbe l’utilizzo dei
sistemi di gestione delle acque sui battelli in tutta l’area marina
e anche nell’adiacente Parco delle 5 terre.
Particolare
attenzione va posta alla realizzazione di nuovi pontili al Terrizzo
che, seppure devono soddisfare le reali esigenze dei residenti, non
devono però trasformare la baia in una distesa di barche togliendo
così spazio alla balneazione e al godimento visivo del mare.
E’
ovviamente esclusa in questa nostra visione la creazione di nuovi
attracchi e nuovi pontili in qualsiasi altra parte dell’isola, da
Punta Secca al Terrizzo, da Punta della Scuola a Capo dell’isola,
escludendo quindi totalmente, oltre alle zone già comprese nell’Area di Tutela Marina, Cala Schenello, Cala Fornace e Cala Pozzale.
Attività
economiche. Creazione di un marchio Palmaria
Oltre
all’accoglienza del turista di cui abbiamo trattato in un paragrafo
precedente ci sono altre possibili attività economiche che possono
portare introiti per il Parco e per gli abitanti. Pensiamo per
esempio a piccole attività commerciali, dalla vendita di prodotti
del territorio e del mare (nelle immediate vicinanze dell’isola ci
sono già coltivazioni di muscoli e ostriche) agli oggetti in
portoro.
Si può
prevedere, in alcune zone dell’isola, limitate e accuratamente
individuate da un naturalista, la coltivazione di piante officinali e
aromatiche da utilizzare poi per preparazioni cosmetiche, alimentari,
erboristiche.
Queste
coltivazioni e lavorazioni creerebbero lavoro non solo per gli
abitanti ma anche per cooperative di giovani del territorio.
Per
meglio identificare le attività offerte pensiamo sia
necessario creare un marchio commerciale che valorizzi i prodotti e i
servizi del territorio di cui si possano fregiare le imprese che
corrispondono ai valori del Parco, cioè tutte quelle che mettono in
atto pratiche sostenibili nell’esercizio delle loro funzioni. A
questo scopo devono essere stilati dei regolamenti d’uso di
categoria corrispondenti ai prodotti e ai servizi erogati (prodotti
del territorio, artigianato, servizi turistici, ospitalità, ecc.).
Questo
marchio commerciale diventa il simbolo dell’impegno di tutti coloro
che propongono attività sull’isola con l’ambizione di
valorizzare i loro prodotti e servizi. Simbolo dell’impegno nel
rispetto dell’ambiente e della tutela del territorio, portatore di
un messaggio solidale perché, privilegiando l’economia locale,
diventa per il consumatore un segno di fiducia e di appartenenza.
Conclusioni
L’isola
Palmaria è ricca di paesaggi e di una natura eccezionali, di storia
e di cultura, un patrimonio prezioso che deve essere condiviso con
tutti e soprattutto preservato per essere trasmesso alle generazioni
future.
Deve
quindi essere perseguito come obiettivo prioritario il mantenimento
della proprietà collettiva favorendo la percezione dell’isola come
bene comune.
Nell’eventualità,
già esaminata, che un numero molto ridotto di beni debba essere
venduto a privati, chiediamo
che
le vendite abbiano inizio in una fase successiva rispetto alla
progettazione e questo affinché il privato potenzialmente
interessato a investire sull’isola si metta in gioco conoscendo i
vincoli imposti dal Masterplan. Potrebbe esserci in caso contrario il
rischio, assolutamente da non correre, che siano gli investitori a
guidare la progettazione verso i propri scopi.
Palmaria
deve conservare la sua vegetazione spontanea e le sue coste intatte;
gli interventi, molto leggeri, che ne agevolano la fruizione
turistica vanno pensati all’interno di una visione dell’isola
complessiva e non parcellizzata.
Come
ha scritto l’Unesco, Palmaria deve continuare a "essere
un esempio eminente dell'interazione umana con l'ambiente".
Associazione
Culturale di Promozione Sociale POSIDONIA
Le
Grazie giugno 2017
In
questo testo idee e suggestioni da
-
Parco Naturale Regionale di Porto Venere
-
Carta Europea per un turismo sostenibile nelle Aree Protette
-
Carta del Parco di Port Cros Porquerolles
-
Mariotti, L’isola Palmaria. Stato attuale e proposte per un
miglioramento ambientale
-
Parco Naturale Arcipelago Toscano. Rapporto diagnostico
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