Presidente del Consiglio
dei Ministri
Ministro dell’Ambiente e
della Tutela del Territorio e del Mare
Ministro
dello Sviluppo Economico
Ministro
delle Infrastrutture e dei Trasporti
Le
Grazie 2 luglio 2018
OGGETTO:
Note dell’Associazione Culturale di Promozione Sociale POSIDONIA
in merito all’impianto di rigassificazione della società GNL
Italia sito nella baia di Panigaglia del Comune di Porto Venere
Onorevole
Presidente e Onorevoli Ministri
prima
di tutto ci presentiamo. Siamo un’Associazione che opera ormai da
circa 10 anni nel Comune di Porto Venere in qualità di Presidio
Paesistico Partecipativo, per la valorizzazione culturale e
paesaggistica del territorio. Con questo spirito ci siamo più volte
occupati del rigassificatore presente nella baia di Panigaglia,
sottolineandone la pericolosità per l’ambiente, la salute e la
vita stessa dei cittadini. Consentiteci una breve descrizione
dell’impianto e soprattutto del sito in cui è ubicato.
L’impianto di
rigassificazione, di proprietà della GNL Italia, società del gruppo
Snam, è inserito in una baia della costa occidentale del Golfo della
Spezia, golfo di modestissime dimensioni, densamente trafficato e
abitato.
Sul
sistema Golfo insistono:
-
il porto commerciale, attualmente il secondo porto container in Italia: nel 2017 ha movimentato 16 milioni di tonnellate di merci con circa 1.500.000 teus e con un incremento del 15,8% rispetto al 2016;
-
il porto militare che rimane una base strategica per la Marina Militare, pedina fondamentale nel nostro dispositivo di difesa. Nel porto militare attraccano anche unità a propulsione nucleare tanto che La Spezia è uno dei pochissimi porti italiani in cui esiste un Piano di Emergenza Nucleare (del quale la popolazione non sa assolutamente nulla). Per la presenza dell’Arsenale Militare e della base del Varignano, il Golfo è spesso teatro di esercitazioni aeree con elicotteri della M.M.
-
il balipedio della Marina Militare, presso Punta Castagna, nel quale si svolgono esercitazioni di tiro sia in galleria che da terra verso mare, nonché un poligono di tiro per le navi militari;
-
le attività crocieristiche che attualmente occupano in modo provvisorio un molo del porto commerciale e una superficie a terra di 1450 mq, ma per le quali è prevista a breve la costruzione di un nuovo molo e di una vera e propria stazione crocieristica;
-
numerosi cantieri navali sulla sponda est che fanno del golfo un centro di eccellenza della cantieristica e della nautica da diporto;
-
le attività diportistiche che contano già oltre 4000 posti barca in porticcioli privati o in catenarie di associazioni o di Comuni, altri porticcioli sono in fase di ultimazione;
-
le attività marittime collegate alla mitilicoltura, alla piscicoltura e alla pesca;
-
i battelli turistici e i traghetti che fanno la spola tra la città, le località di Lerici e Porto Venere e le isole.
La baia di Panigaglia non
è un luogo isolato ma è all’interno di una zona densamente urbanizzata e altamente turistica con forte presenza di seconde
case, alberghi e B&B. Per questo motivo nel periodo estivo e nei
fine settimana il numero di presenze nel raggio di poco più di 5 Km
dall’impianto, che è normalmente di circa 110.000 persone, aumenta
notevolmente. E’ importante sottolineare che l’area dello
stabilimento è a meno di 3 Km in linea d’aria da Porto Venere,
Sito Unesco e Patrimonio Mondiale dell’Umanità, confina con il
Parco Nazionale delle 5 terre, con il Parco Naturale Regionale di
Porto Venere, con un’area marina protetta e con un sito SIC, il
sito Porto Venere – Riomaggiore – San Benedetto, zone per la cui
salvaguardia la Comunità Europea fissa regole ben precise.
Un pericolo rilevante è
costituito dalle gasiere che, dopo aver costeggiato le isole
Palmaria, Tino e Tinetto, all’interno del Santuario dei cetacei,
entrano in Golfo dal varco di ponente della diga foranea, unico
accesso al porto, e sono poi trainate da rimorchiatori per attraccare
al pontile dello stabilimento. Date le ristrette dimensioni del Golfo
non è possibile osservare nessuna distanza di sicurezza tra le
gasiere ed altre imbarcazioni, come è invece prescritto dalle
normative sulle navi che trasportano GNL liquido, normative che
impongono l’obbligo di fermare ogni attività del porto e di non navigare intorno alla nave in fase di scarico in
un raggio di 2 Km. Ecco allora che le gasiere manovrano mentre in
Golfo arriva o parte una nave porta-containers o una nave da crociera
o mentre, a poche decine di metri da loro, operano Canadair ed
elicotteri del servizio antincendio per il rifornimento di acqua.
Già allo stato attuale
l'impianto, oltre a essere in contrasto con tutti gli strumenti di
pianificazione urbanistica, presenta molte carenze anche rispetto
all'ultimo Dlgs 105/2015 sull' “attuazione della direttiva europea
relativa al controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi
con sostanze pericolose”. Per esempio ha un Rapporto di Sicurezza
non aggiornato da almeno 5 anni così come risale al 2008 il Piano di
Emergenza Esterna che dovrebbe invece essere aggiornato ogni tre anni
dopo consultazione della popolazione. Quest'ultimo aspetto è stato
costantemente disatteso da gestori e amministratori: la popolazione,
nonostante la convenzione di Aarhus, ratificata dall'Italia nel 2005,
dia precise indicazioni, non è mai stata coinvolta, non è mai stata
informata né sui segnali di allarme cui rispondere né sui
comportamenti da tenere in caso di incidente.
Lo stesso Dlgs amplia la zona
di attenzione intorno ad un impianto ad alto rischio portandola a
“almeno 2 Km” dal confine dello stabilimento, e quindi anche dal
pontile di attracco.
Prescrizione, ripetiamo, difficile da rispettare in un golfo di
dimensioni così ridotte così come sarà difficile scrivere nel
Piano di Emergenza Esterno, come è scritto in quello, scaduto ma
tuttora in vigore, che “non risulta la presenza di soggetti nelle
zone di pianificazione”.
Anche i collegamenti viari
presentano molte e gravi criticità e non hanno le caratteristiche
che sarebbero necessarie per una veloce evacuazione della
popolazione. La zona in cui ha sede lo stabilimento GNL è servita da
un’unica strada, la provinciale 530, l’antica napoleonica, che
passa a poche decine di metri dai serbatoi e dal pontile di attracco,
stretta e tortuosa e soprattutto senza sbocco. La strada infatti
unisce La Spezia con Porto Venere e lì termina ed è frequentata sia
dai locali che da numerosi pullman e auto di turisti oltre ai mezzi
militari che servono la base del Varignano nella quale, come abbiamo
già detto, ha sede anche un balipedio. Tale strada è sovente
interessata da incidenti che, come anche recentemente è accaduto,
isolano le frazioni del Comune di Porto Venere e anche alcune
frazioni del Comune della Spezia.
Quando nel 2007 fu presentato
un progetto di ampliamento e di raddoppio della capacità di
rigassificazione, tutte le amministrazioni del Golfo e la Regione
Liguria si schierarono contro l'approvazione del progetto.
Nel
febbraio 2015 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale
dell’Unione Europea un Avviso di gara “Servizi di ingegneria per
studi di fattibilità e pre-fattibilità per la fornitura di servizi
di tipo Small Scale LNG presso il terminale GNL di Panigaglia”. Si
è aggiudicata la gara a gennaio 2016 un’associazione temporanea di
imprese composta dalla società genovese D’Appolonia e dalla belga
Tractebel. Da allora stanno procedendo con gli studi di fattibilità
per rispondere ai quesiti del bando nel totale silenzio delle
istituzioni e senza nessuna informazione alla popolazione.
Tale trasformazione renderebbe
l’impianto ancora più pericoloso: non solo rimarrà attivo un
impianto che rigassifica il GNL liquido e lo immette in rete ma si
prevede di realizzare accanto a questo anche uno Small Scale, cioè
un distributore di GNL liquido. Verranno installati nuovi serbatoi in
cui immettere il GNL liquido scaricato dalla nave, prima di
trasferirlo a autocisterne o bettoline, quindi il GNL verrà
trasportato via mare e via terra a un impianto di stoccaggio e
distribuzione sempre interno al Golfo, con conseguente costruzione di
un altro impianto ad altissimo rischio di incidente rilevante.
Le autocisterne cariche di gas
liquido saranno destinate anche a altri centri di stoccaggio e
distribuzione italiani quindi dovranno raggiungere l’ingresso
dell’autostrada percorrendo la strada napoleonica descritta sopra
fino alla città della Spezia e attraverseranno poi tutta la città
passando per quartieri densamente abitati e costeggiando il porto e
la stazione crocieristica. In alternativa, come ipotizzato da un
ingegnere Snam, le autocisterne verrebbero caricate su chiatte e
portate via mare al punto più vicino all’autostrada, percorrendo
così una rotta perpendicolare a quella di tutte le navi e battelli
che quotidianamente percorrono il golfo.
Conclusioni
Fatte
le valutazioni di cui sopra sulla non compatibilità dell’impianto
con l’ambiente circostante e sulla sua pericolosità, ci chiediamo
come si possa anche solo immaginare di esporre la popolazione e il
territorio di un intero golfo a un tale rischio, niente affatto
remoto, compromettendo, forse per sempre, il futuro, non solo
turistico, dei nostri bellissimi luoghi.
Chiediamo che la politica si
occupi dei cittadini e del bene comune più prezioso che è la loro
salute e il territorio in cui vivono.
Chiediamo che, invece di
operare scelte irreversibili che comprometteranno il futuro del
Golfo, si apra con ENI una trattativa per la riconversione dell'area
tutelando i posti di lavoro e avviando una disamina sul futuro del
Golfo anche nell'ottica di un progressivo abbandono delle fonti
fossili.
Vi ringraziamo per
l’attenzione e ci dichiariamo pronti a fornirvi qualsiasi ulteriore
informazione vorrete chiederci
Per
Associazione Culturale di Promozione Sociale POSIDONIA
il
Presidente Gabriella Reboa
Complimenti per l'iniziativa. Vi suggerisco di elaborare un volantino per pubblicizzare l'iniziativa,e farlo distribuire in tutte le cassette postali , dei Comuni di Portovenere e La Spezia. Per coprire i costi, potete reperire degli sponsor, con la pubblicazione dei loghi nel volantino. Cordiali Saluti, Diego Gasparro -La Spezia
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