Il Comune di Porto Venere sta procedendo alla revisione del PUC attualmente in vigore, approvato nell'ormai lontano 2002. Siamo ancora nella fase iniziale, alla stesura del Documento Obiettivi per la cui costruzione l'Amministrazione ha svolto incontri nelle tre frazioni e ha richiesto contributi ai cittadini. Questa mattina abbiamo inviato all'Ufficio di Pianificazione il contributo dell'Associazione che potete leggere qui sotto. Abbiamo diviso il contributo in due parti: la prima descrive gli obblighi di legge sull'applicazione della VAS e la seconda esamina quelle che sono a nostro parere le criticità del territorio su cui sarà necessario intervenire.
Per la prima parte abbiamo avuto un grande aiuto da Marco Grondacci e dai suoi scritti e per questo lo ringraziamo.
“La
Valutazione
Ambientale Strategica (VAS)
è un processo di valutazione ambientale introdotto dalla Direttiva
2001/42/CE con l'obiettivo di garantire un elevato livello di
protezione dell'ambiente e di contribuire all'integrazione di
considerazioni ambientali all'atto dell'elaborazione e dell'adozione
di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile.
Più
precisamente, la valutazione ambientale prevede:
-
l'elaborazione di un rapporto di impatto ambientale,
-
lo svolgimento di consultazioni,
-
la valutazione del rapporto ambientale e dei risultati delle
consultazioni
-
la messa a disposizione, del pubblico e delle autorità interessate,
delle informazioni sulle decisioni prese.”
La
Regione Liguria con la L.R. 32/2012, successivamente integrata con
la L.R. 6/2017, ha regolamentato la procedura di VAS.
In
particolare, per quanto riguarda la costruzione o la revisione di un
PUC, la VAS (ordinaria o con procedura di assoggettabilità, in
questo caso non cambia) prescrive che mentre si elaborano gli
obiettivi del preliminare di PUC si debbano definire gli obiettivi
ambientali. Il che significa che, accanto alla elaborazione degli
obiettivi settoriali del piano (edificato, servizi pubblici,
infrastrutture viarie, impianti industriali, ecc.) devono essere
individuati gli obiettivi ambientali (riduzione emissioni in
atmosfera, riduzione produzione rifiuti, riduzione suolo consumato,
ecc.) da raggiungere attraverso il piano.
Gli
obiettivi settoriali andranno quindi valutati in rapporto alla loro
capacità di raggiungere gli obiettivi ambientali i quali saranno
definiti tenendo conto sia della legislazione ambientale che delle
conoscenze e delle emergenze del territorio interessato.
Inoltre,
se la VAS deve rispettare il suo nome, cioè avere valore strategico,
sia gli obiettivi settoriali che gli obiettivi ambientali andranno
inseriti all’interno di scenari di sviluppo alternativo del
territorio.
E
ancora, molto importante per il nostro territorio, la L.R. citata
prescrive che “Nel
caso di piani o programmi che interessino siti della Rete Natura 2000
di cui alla legge regionale 10 luglio 2009, n. 28 (Disposizioni in
materia di tutela e valorizzazione della biodiversita') il rapporto
preliminare ed il rapporto ambientale contengono anche gli elementi
indicati nei criteri e nelle linee guida definiti dalla Regione in
materia di valutazione di incidenza“.
Quanto
si sta pubblicando nel sito del Comune sembrerebbe una valutazione
degli ambiti di riferimento propedeutico all’elaborazione di un
rapporto di impatto ambientale, così come prescritto dall’art. 8
della L.R. 32/2012.
La
normativa sulla trasparenza e la Commissione per la valutazione, la
trasparenza
e
l'integrità delle amministrazioni pubbliche (acronimo CiVIT)
prescrivono che i Comuni pubblichino la
documentazione relativa alla valutazione ambientale dei Piani cioè:
lo stato dell’ambiente, i fattori inquinanti, le misure che
incidono sull’ambiente, le misure a protezione dell’ambiente e le
relative analisi di impatto, le relazioni sull’attuazione della
legislazione (cioè gli atti amministrativi che il comune deve
predisporre per adempiere alla legislazione comunitaria, nazionale e
regionale in materia ambientale), lo stato della salute e della
sicurezza umana.
Relativamente
a questo ultimo punto nel sito del Comune è pubblicato il documento
RIR (Rischi Incidente Rilevante) relativo al rigassificatore di
Panigaglia, documento che è piuttosto generico sulla parte che
riguarda gli impatti da scenari incidentali a cominciare dal rischio
sanitario che è invece parte fondamentale dei documenti ex Seveso
III. Citiamo a questo proposito, poiché ci sembra molto attinente
con il nostro territorio, la sentenza del TAR Puglia, la n. 60 del 16
gennaio 2018, con la quale viene rigettato il ricorso della ditta che
voleva realizzare un deposito costiero per lo stoccaggio di
idrocarburi. La motivazione principale viene individuata nelle
carenze del Rapporto di sicurezza con particolare rilievo alla non
adeguata valutazione del rischio sanitario legato ai potenziali
scenari incidentali. Il TAR afferma un principio generale secondo il
quale per la normativa Seveso “l’interesse
pubblico alla sicurezza di siffatti impianti è assolutamente
prioritario rispetto agli interessi economici privati e in alcun modo
negoziabile”.
La
Legge Regionale ligure sulla VAS prevede che il Rapporto Ambientale
che deve accompagnare il PUC contenga anche i criteri per effettuare
la Valutazione Integrata di Impatto Ambientale e Sanitario (VIIAS).
Una Delibera di Giunta Regionale, la 1295/2016, ha fissato le Linee
Guida per la VIIAS nelle procedure di VAS. In sintesi, nel Rapporto
Ambientale deve essere verificata la coerenza degli obiettivi
settoriali e ambientali con quelli della tutela della salute dei
cittadini specificando quali siano i possibili effetti del Piano
sugli aspetti socio-sanitari e quali miglioramenti ci si prefiggano.
Secondo
la recente riforma della Legge Regionale 32/2012, la competenza di
approvare l’atto che conclude il procedimento di VAS spetta ai
Comuni, cioè sia la procedura di verifica di assoggettabilità che
la VAS ordinaria si concludono con un provvedimento emanato dall’Ente
Comune. Resta fermo quanto stabilito dalla sentenza del Consiglio di
Stato 133/2011 secondo la quale il parere motivato che conclude il
procedimento di VAS deve essere rilasciato da un Ufficio e da un
responsabile diverso da quello responsabile del procedimento di PUC
pena la illegittimità del procedimento. La stessa sentenza dice che
“appare
evidente la volontà di assicurare che la fissazione delle
“competenze” sia compiuta a priori, con atti che individuino in
via generale e astratta i soggetti, uffici o organi cui viene
attribuita la veste di “autorità competente””.
Quanto
detto vale anche per la VIIAS che deve prima essere elaborata
dall’Autorità Procedente del PUC, cioè dall’Ufficio di Piano e
dal responsabile del procedimento. Successivamente, in sede di VAS,
dovrà essere valutata, nella forma e nella sostanza, dall’Autorità
Competente che deve essere un settore specifico del Comune, separato
dall’Ufficio di Piano e dal Responsabile del procedimento.
Il
nostro Comune ha avviato, con D.G.C. 79/2014 l’Ufficio di
Pianificazione il quale ha tra le sue competenze, come si legge nel
sito del Comune, “Pianificazione:
urbanistica,
piani e programmi del Parco Naturale Regionale, piani di gestione,
piani attuativi e piani di settore (privati e ERS), piani e
programmi
di valorizzazione dei beni demaniali e culturali, del S.I.C. e del
Sito Unesco”
ma anche “Procedimenti
di VAS e VIA per procedimenti di competenza. Pareri di conformità al
Piano del Parco Naturale Regionale, nulla osta Urbanistici e
Forestali di competenza comunale. VAS, VIA e Valutazioni di incidenza
procedimenti edilizi e urbanistici.
Evidentemente
non è stata messa in atto la separazione prevista dalla legge.
Nel
sito del Comune, alla pagina “Verso il PUC” sono pubblicati molti
documenti propedeutici alla creazione del Documento obiettivi ma
mancano gli atti amministrativi e le normative che regolano il
procedimento. Per una maggiore chiarezza e affinché la
partecipazione del pubblico non sia solo formale chiediamo vengano
pubblicati.
Contributo
dell’Associazione Culturale di Promozione Sociale Posidonia alla
stesura del Documento Obiettivi del nuovo PUC
PREMESSA
Gli
obiettivi di un PUC devono tener conto del concetto di paesaggio come
definito dalla Convenzione Europea del paesaggio: “il paesaggio
svolge importanti funzioni di interesse generale sul piano culturale,
ecologico, ambientale e sociale e costituisce una risorsa favorevole
all’attività economica, … se salvaguardato, gestito e
pianificato in modo adeguato, può contribuire alla creazione di
posti di lavoro; … è un elemento importante della qualità della
vita delle popolazioni; … rappresenta un elemento chiave del
benessere individuale e sociale, … la sua salvaguardia, la sua
gestione e la sua pianificazione comportano diritti e responsabilità
per ciascun individuo”.
Questa
idea di paesaggio è ormai consolidata nella moderna urbanistica così
come l’idea che l’ambiente di vita abbia influenza sul
comportamento e sul carattere dei cittadini tutti, non solo di quelli
più attenti a ciò che li circonda ma anche di quelli più
indifferenti che lo subiscono inconsapevolmente. E’ altrettanto
noto come lo stato di abbandono e il degrado di strutture pubbliche
abbia abbassato nei cittadini il livello di percezione della
negatività, abbia ridotto il rispetto verso i beni comuni e abbia
favorito il distacco delle persone dal senso di appartenenza a una
comunità.
Grande
attenzione va quindi posta nel recupero della qualità dei luoghi,
tenendo conto che il territorio è la risorsa fondamentale per chi lo
abita. Obiettivo
fondamentale è dare ai paesi la possibilità di recuperare la
propria identità e la propria vivibilità (pensiamo per esempio al
recupero della balneabilità, della percorribilità dei sentieri e
alla creazione di spazi aggregativi), tenendo ben presente che
affinché un luogo sia attrattivo dal punto di vista turistico deve
prima di tutto essere a misura di residenti
Il
PUC che uscirà da questa revisione dovrà, fatta la fotografia della
situazione e effettuata la diagnosi, procedere alla cura dei mali
strutturali e gestionali del nostro ambiente che sono da ricercare
principalmente in un insensato sviluppo edilizio e nella mancata
attenzione al territorio nelle sue parti più fragili, sia da un
punto di vista naturalistico che geomorfologico.
A
nostro avviso un PUC non deve essere la somma di desiderata espressi
dai cittadini più o meno interessati ma deve prima di tutto fornire
una visione del territorio e del suo sviluppo di ampio respiro e
lungimiranza, senza voli pindarici e senza progetti che si
configurino già in partenza come irrealizzabili.
E’
fondamentale ricordare che buona parte del territorio di Portovenere
è Sito Unesco, Parco Regionale e Sito di Interesse Comunitario. I
valori paesaggistici, storici, naturalistici e antropologici che
hanno determinato questi riconoscimenti devono essere mantenuti e
consolidati.
CRITICITA’
DEL TERRITORIO E POSSIBILI INTERVENTI
Elenchiamo
quelle che a nostro avviso sono le principali criticità
del nostro territorio,
fornendo alcuni esempi e quello che auspichiamo di trovare nel nuovo
PUC
1)
A nostro avviso il PUC dovrebbe avere come obiettivo prioritario la
tutela e salvaguardia del territorio. Il nostro è un territorio
fragile sia da un punto di vista idrogeologico che idraulico,
presenta numerose emergenze che, per nostra fortuna, per ora si sono
evidenziate in poche occasioni. I cambiamenti climatici denunciati a
livello mondiale però portano a una intensificazione degli eventi
estremi per cui la massima attenzione va posta nella prevenzione.
Attenzione
e prevenzione che si traducono sia nella manutenzione del territorio
non insediato che nel non caricarlo ulteriormente con nuove
costruzioni e nuove infrastrutture.
La
cura per il territorio ha conseguenze positive non solo per la vita
degli abitanti ma anche per il turismo sempre più raffinato e
specializzato. Accanto a un turismo di massa, domenicale e estivo, il
classico turismo mordi e fuggi che privilegia il consumo del
territorio, si devono
creare le condizioni per attirare un turismo consapevole e
sostenibile che
possa godere, anche oltre la
stagione estiva, delle bellezze paesaggistiche, delle tradizioni e
della storia locale
e di una quotidianità a misura d’uomo. Quindi massima attenzione
agli ambiti di tutela e conservazione prevedendone anche
l'ampliamento.
2)
Particolare cura deve essere rivolta al territorio collinare
impedendo la chiusura di sentieri ma anzi favorendone la
percorribilità anche con una attenta manutenzione. Si
deve mantenere la possibilità di attuare nelle zone di presidio
ambientale convenzioni con i proprietari che, mantenendo la
funzione agricola del sito, possano esercitare una forma di controllo
sul territorio. Tali convenzioni potrebbero anche consentire, nelle
zone attraversate dai sentieri, di adattare strutture già esistenti
per creare mini rifugi che offrano alcuni servizi agli escursionisti.
3)
Deve essere evitato ogni intervento che vada nella direzione del
consumo di suolo. Nel nostro comune la popolazione è in calo almeno
da trent'anni a questa parte e non per mancanza di abitazioni:
infatti a fronte del calo della popolazione cresce il numero di
abitazioni e di vani inutilizzati. Anche il mercato delle seconde
case, dopo una iniziale esplosione,
ha subito una brusca
frenata.
Ci
sono molte abitazioni invendute e inutilizzate, alcune addirittura
non terminate, e di questo problema un PUC deve tener conto.
Questo
significa anche porre la massima attenzione nel censimento delle
abitazioni sfitte e inutilizzate e nel predisporre incentivi e aiuti
per la loro ristrutturazione per arrivare alla piena utilizzazione di
tutto il patrimonio abitativo esistente.
E'
auspicabile che venga incentivato per le ristrutturazioni l'uso di
tecniche e materiali che portino risparmi energetici e lo
sfruttamento di energie rinnovabili. Sono in commercio per esempio
pannelli solari a mo' di tegole di cui si può favorire l'utilizzo
magari al di fuori dei centri storici.
4)
Ugualmente importante è mettere un freno al consumo di mare che ha
importanti ripercussioni sulla terra ferma. Abbiamo visto in questi
anni che la creazione e l'ampliamento di porticcioli e marine non
porta maggior benessere alla popolazione ma al contrario ha
conseguenze negative quali l’aumento del traffico veicolare con la
conseguente necessità di costruire parcheggi gravando ancora di più
su un già fragile territorio. In genere poi all’interno dei
porticcioli si creano strutture commerciali, sportive e di
accoglienza togliendo così ricadute positive nei confronti del
commercio locale.
La
"pavimentazione" del mare con pontili ha modificato non
solo l'estetica delle baie e impedito a abitanti e turisti il
godimento del mare ma interagisce con le correnti e contribuisce
all'inquinamento con gli scarichi delle barche.
Vorremmo
perciò venisse adottato come principio cardine lo stop
al consumo del territorio e del mare
5)
La creazione e l'ampliamento di porticcioli, marine e approdi ha
modificato anche la linea di costa e la stessa possibilità per la
popolazione di accedere al mare. Si è intervenuti pesantemente su
tratti di costa che conservavano ancora tratti geologici e
naturalistici integri.
Al
Fezzano si ipotizza un distruttivo intervento su un tratto di costa
rimasto inalterato nel tempo, questo come conseguenza della richiesta
di ampliamento dell’attuale porticciolo che auspichiamo venga
negato. La baia delle Grazie ha subito numerose modificazioni. Sono
state privatizzate e chiuse numerose discese al mare, si è
intervenuti pesantemente sulla costa. Permane inoltre la separazione
tra un buon tratto del borgo e il mare costituita dalla presenza del
Cantiere Valdettaro. La ricerca di soluzioni che permettano la
percorribilità lungo mare dell'intera baia non è più
procrastinabile.
6)
Allo stesso modo non è più procrastinabile la bonifica del nostro
mare e di aree a terra, bonifica in assenza della quale non si può
parlare né di benessere degli abitanti né di turismo e tanto meno
di recupero della balneabilità. Pensiamo per esempio all’Area ex
Pittaluga alle Grazie che è tutt’ora inserita nell’elenco della
Regione Liguria dei siti da bonificare.
Ci
sono anche attività quali la piscicoltura che contribuiscono
notevolmente all’inquinamento del mare e che avrebbero dovuto da
tempo essere trasferite in siti più idonei.
Un
notevole miglioramento dell’ambiente e della sua vivibilità
verrebbe da una attenta revisione della rete fognaria che allo stato
attuale contribuisce in maniera notevole all’inquinamento del mare
e non solo.
7)
Un PUC deve mirare al benessere della popolazione, deve
salvaguardarla da rischi che ne potrebbero compromettere la salute e
la stessa vita. Per questo riteniamo sia necessario mantenere la
dizione "Area di trasformazione" (obiettivi PUC 2002) per
la baia di Panigaglia, credendoci e lavorando per una reale
trasformazione, avviando trattative con la proprietà e facendo
concrete ipotesi di insediamenti di altra natura, pensando a
incrementi dell'occupazione e al miglioramento della vita dei borghi.
8)
E’ indispensabile migliorare la percorribilità della Sp 530 che
presenta tratti molto critici e spesso è teatro di incidenti anche
gravi. Nel tratto a Fezzano, località “dazio”, è sempre più
urgente arrivare a una convenzione con l’Aeronautica Militare per
l’acquisizione di uno spazio sottostrada per la creazione di un
parcheggio che consentirebbe di eliminare le macchine in sosta che
restringono la carreggiata. Alle Grazie permane la pericolosità in
località “case rosse”, dovuta alla ristrettezza della sede
stradale.
9)
Un accordo con l’Aeronautica Militare sarebbe auspicabile anche per
la creazione di un passaggio lungomare tra Fezzano e Cadimare e per
l’utilizzo delle strutture sportive presenti in quel sito, utilizzo
che potrebbe alleggerire le frazioni dall’ingombrante presenza dei
campi sportivi destinando quelle aree ad uso verde pubblico o uso
sportivo più leggero.
Sempre
nell’area Aeronautica la creazione di un campus universitario nei
fabbricati che insistono nel territorio del Comune di Porto Venere
porterebbe un buon numero di giovani a frequentare e soggiornare nel
nostro territorio con ricadute benefiche sull’economia.
10)
Il borgo di Porto Venere ha subito nel tempo pesanti sconvolgimenti,
dalle mura fino alla baia dell’Olivo.
Potremmo
dire che non c’è più nulla da distruggere, tutto è già stato
fatto. Si pensi anche a quelli che anni fa sono passati per
interventi migliorativi e hanno invece provocato danni irrecuperabili
(per esempio la distruzione del vecchio comune). Occorre fare molta
attenzione affinché tali errori non si ripetano.
La
tendenza alla banalizzazione e alla disneylandizzazione del luogo può
essere fermata prevedendo anche qui, come in tutto il territorio
comunale, lo stop al consumo di territorio e di mare e salvaguardando
e tutelando la parte collinare, sottraendola a un insensato
sfruttamento e mantenendola a un uso naturalistico e culturale che
favorisca un turismo più attento e rispettoso.
11)
Per Palmaria dovrà essere
garantita la fruizione pubblica libera e dovrà essere consentito
l'accesso e la fruizione alle scogliere, alle spiagge e a tutti i
sentieri che la percorrono. Dovrà essere preservato il valore
naturalistico e storico-culturale dell’isola. Piccoli interventi su
edifici già esistenti dovranno migliorare la qualità della vita
degli abitanti (per esempio presidio sanitario o di protezione civile
e antincendio) e favorire la fruizione turistica (punto informativo,
vendita di prodotti dell’isola, ecc.).
Non
dovrà essere consentito costruire nuovi edifici né alterare i
caratteri tipologici, compositivi e costruttivi di quelli esistenti.
INCHIESTA
PUBBLICA
Siamo
in attesa della Inchiesta pubblica guidata da un garante terzo che è
prevista dalla procedura di VAS cui il nuovo PUC dovrà essere
assoggettato. Questo passaggio, se ben gestito, avrà una notevole
importanza sia per i cittadini che per l’Amministrazione: i
cittadini si sentiranno interlocutori attivi e almeno in parte
artefici del proprio futuro e l’Amministrazione avrà a
disposizione i risultati di un grande lavoro collettivo cui potrà
attingere per proseguire la propria azione.
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