L’Amministrazione
Comunale di Porto Venere ha adottato, Delibera n. 61 del 14 dicembre
2018, una proposta di variante al PUD, Piano di utilizzo
comunale delle aree demaniali marittime, che porterà a un notevole
aumento dei pontili galleggianti nel seno dell’Olivo, alla modifica
e cementificazione di un tratto di linea di costa e trasformerà le
spiagge da libere a attrezzate lasciando libero solo l’ultimo
tratto ai confini con lo stabilimento Le Terrazze.
L’Associazione
Posidonia ha protocollato ieri in Comune a Porto Venere e in Regione
Liguria le Osservazioni che pubblichiamo qui di seguito
Sindaco
Comune
di Porto Venere
Assessore
Urbanistica e Pianificazione Territoriale
Regione
Liguria
Dipartimento
Pianificazione Territoriale
Settore
Tutela del paesaggio e Demanio Marittimo
Regione
Liguria
Dipartimento
Pianificazione Territoriale
Settore
Pianificazione Territoriale e V.A.S.
Regione
Liguria
Le
Grazie 14 gennaio 2019
OGGETTO:
Osservazioni alla proposta di variante al P.U.D., Progetto di
Utilizzo comunale delle aree Demaniali marittime, adottata nel C.C.
del 14/12/2018 con Deliberazione n. 61
L’Associazione
Posidonia registrata alla Spezia, Agenzia delle Entrate, il 3 marzo
2009, C.F. 91070700116 presenta le seguenti osservazioni al
provvedimento di cui all’oggetto che interessa principalmente il
seno dell’Olivo riprodotto nell’immagine.
Osservazioni
di carattere generale
Il
primo principio che ci preme sottolineare è che le spiagge sono un
bene pubblico che deve essere accessibile a tutti indipendentemente
dalla capacità economica.
Il
Piano utilizzo delle aree demaniali marittime, Deliberazione di
Consiglio n. 18/2002 della Regione Liguria, stabilisce come
prioritario “il
soddisfacimento degli interessi pubblici e di uso pubblico” e
impone che venga garantita
“la libera fruizione dei litorali”.
Questo
concetto è ribadito nelle Linee Guida approvate dalla Regione
Liguria con Delibera di Giunta 512/2004 che ribadiscono la priorità
del “libero
e gratuito accesso al mare, che resta una delle finalità da
perseguire nell’uso delle aree demaniali marittime”.
Il
conseguimento di questa esigenza, cioè fruizione libera e gratuita
degli spazi demaniali e del mare, si può ottenere, sempre secondo le
Linee Guida, “individuando
tratti fruibili del litorale
(spiagge
o scogliere praticabili) da lasciarsi liberi”.
In un territorio come quello
del Comune di Porto Venere così
particolare da un punto di vista geo-morfologico, quell’aggettivo
“praticabile” associato alle scogliere ha una forte valenza.
I
tratti di scogliera balneabile presenti nel territorio difficilmente
possono essere definiti “praticabili”, brevi tratti lo sono solo
per una particolare tipologia di frequentatori, cioè i giovani e le
persone ancora agili, ma non certo per i bambini e gli anziani e
tanto meno per i portatori di handicap.
Le
Linee Guida definiscono poi le “caratteristiche
delle spiagge libere (cioè delle spiagge non date in concessione)
che dovranno essere mantenute o recuperate in misura significativa
rispetto alle altre tipologie prevalenti (stabilimento, spiaggia
libera attrezzata)”.
Le
Linee Guida danno quindi indicazione di mantenere o recuperare le
poche spiagge libere rimaste ritenendo ormai prevalenti le altre
tipologie. Non solo, fanno anche
una distinzione tra le varie tipologie associando stabilimento
balneare e spiaggia libera attrezzata
e
considerando a parte le spiagge libere,
classificazione
a nostro avviso più corretta e rispondente alla realtà.
La
misurazione del litorale del Comune di Porto Venere, su cui si basa
nella Variante al PUD la verifica del rispetto delle percentuali di
stabilimenti, spiagge attrezzate e spiagge libere presenti nel
territorio, è fatta considerando tutto il territorio nel suo
complesso, comprese l’isola Palmaria e il tratto verso il Comune di
Riomaggiore (sull’inclusione dell’ultimo tratto citato non
abbiamo avuto risposta precisa dall’Ufficio Tecnico del Comune di
Porto Venere, da misurazioni su immagini in scala georeferenziate
sembrerebbe incluso), con esclusione della parte entro diga che è
sottoposta alle norme dell’Autorità Portuale e delle isole del
Tino e del Tinetto. Ma il litorale del nostro territorio presenta una
forte disomogeneità: ci sono spiagge alle quali l’accesso è
proibito per pericolo di frane, scogliere non praticabili, tratti di
costa sottoposti a servitù militare e tratti occupati da
stabilimenti balneari militari.
E
che dire poi delle spiagge dell’isola Palmaria raggiungibili solo
con la barca o a piedi con mille difficoltà? La loro estensione
lineare non può, a nostro avviso, rientrare nel calcolo delle
spiagge libere e concorrere così al raggiungimento della percentuale
stabilita dalla L. R. 22/2008.
Non
a caso nelle Linee Guida è scritto che “in
ogni comune deve essere mantenuta una estensione significativa di
spiaggia libera. Il Comune, nella formazione del PUD, è tenuto ad
identificare e motivare tale estensione, in rapporto alla morfologia
della costa nonché alla qualità, dimensione e posizione degli
arenili complessivamente presenti nel territorio comunale.”
In
ogni caso qualora la Variante al P.U.D. adottata con Deliberazione di
C.C. n. 61/2018 venisse approvata, contrasterebbe con le
raccomandazioni della L.R. 22/2008 in quanto, come si legge nella
Relazione Tecnica allegata alla deliberazione, diminuiscono le
spiagge libere e aumentano le spiagge attrezzate.
Partecipazione
del pubblico e applicabilità della Valutazione Ambientale Strategica
Il
P.U.D. comunale è disciplinato dalla Legge regionale 13/1999.
Secondo l’articolo 11 della L.R. citata “il
piano di utilizzazione contiene indirizzi e criteri per assicurare la
pianificazione integrata dell’assetto costiero e la tutela del
paesaggio, il mantenimento delle visuali verso il mare e la non
cementificazione del litorale”.
Il
P.U.D, comunale è uno strumento urbanistico attuativo del P.U.D.
regionale che a sua volta è attuativo del Piano territoriale di
Coordinamento della Costa. Questa correlazione e discendenza ha due
importanti conseguenze: la necessità della partecipazione del
pubblico all’intero processo di elaborazione del P.U.D. e la
necessità che a questo venga applicata la V.A.S.
Riguardo
al primo punto, l’esclusione della consultazione del pubblico,
trattandosi di spazi pubblici importanti da un punto di vista
ambientale e sociale, contrasta sia con la Delibera CIVIT 50/2013,
“Linee guida per l’aggiornamento del Programma triennale per la
trasparenza e l’integrità 2014-2016”, che con la Direttiva
Europea 35/2003 che disciplina la modalità di partecipazione del
pubblico a piani e programmi come un P.U.D. La Direttiva prevede che
il pubblico sia informato su tutte le proposte e gli atti relativi a
tali piani, che possa esprimere osservazioni e pareri prima che
vengano adottate decisioni, quando ancora tutte le opzioni sono
aperte, e infine che l’autorità competente informi il pubblico
sulle decisioni adottate motivandole.
La
Valutazione Ambientale Strategica è parte integrante del
procedimento di adozione e approvazione di un P.U.D. specialmente
quando, come nel nostro caso, le aree interessate sono aree SIC, aree
soggette alla Direttiva Habitat e, soprattutto, ricadono interamente
entro i confini del Sito Unesco come è ben rappresentato nella carta
pubblicata nel sito web ufficiale dell’Unesco e nel quaderno 9 del
Piano per la gestione Sito Unesco.
Per
quanto scritto sopra l’Amministrazione Comunale avrebbe dovuto
organizzare un percorso di coinvolgimento della comunità locale così
come indicato dalle norme europee e sottoporre il progetto di
variante al P.U.D. ad un corretto processo di valutazione ambientale
economico e sociale favorendo nei cittadini la conoscenza e la
consapevolezza degli usi del loro territorio.
Osservazioni
di carattere puntuale
Pontile
N19 e Spiaggia Sp4
E’
scritto al primo punto della Relazione Tecnica che accompagna la
variante PUD che si vuole realizzare un “pontile galleggiante
permanente nel tratto di costa ricompreso tra la II Traversa Olivo e
Punta del Frate”. Tale pontile nella tavola grafica di variante
appare posizionato all’interno dello stabilimento Le Terrazze (e
quindi ad uso esclusivo dello stabilimento?) al confine con la
spiaggia Sp4.
La
presenza di questo pontile, con gli spazi di manovra asserviti,
diminuirà gli spazi di balneazione della confinante spiaggia che
secondo la variante ritornerà ad essere classificata come “spiaggia
libera”.
Facciamo
notare, come è evidenziato dalle foto sopra, che in questo tratto è
impedito l’accesso alla battigia da separazioni in cemento (un vero
e proprio muro) tra la spiaggia e lo stabilimento che, contrariamente
a quanto stabilito dalle Linee Guida, impediscono il passaggio.
Zona
nautica N18
Nella
Relazione Tecnica di variante si dice che “Si
prevede l’installazione di n°3 pontili galleggianti permanenti, di
dimensioni da definirsi nel corso della fase di progettazione, in
corrispondenza della nuova zona adibita alle attività nautiche N18
che
verrà a crearsi in località Olivo”.
Riteniamo
molto preoccupante la dicitura “di dimensioni da definirsi nel
corso della fase di progettazione”. I cittadini, il Consiglio
Comunale, la Regione Liguria non possono in questo modo valutare
l’impatto ambientale di questa nuova opera.
La
nuova zona nautica denominata N18 appare comunque nella tavola
grafica allegata alla variante notevolmente più estesa delle attuali
N5-N6-N14 il che comporterà non solo l’attracco di barche più
grandi ma anche di un maggior numero di imbarcazioni. Questo aumento
delle dimensioni che
non
è immediatamente percepibile nella tavola 2 di variante allegata
alla proposta di Variante PUD
adottata
con Delibera di C.C. 61/2018, è invece ben evidente dal confronto
tra l’allegato b e gli allegati c e d alla D.G.C. 3/2018 che la
suddetta tavola 2 riprende.
Dagli
allegati c e d risulta anche evidente come la nuova collocazione dei
pontili interferisca in notevole misura con lo specchio acqueo
denominato Sp e cioè lo specchio riservato alla balneazione.
E’
evidente che la spiaggia che ritornerà anche formalmente libera in
zona II traversa Olivo avrà a disposizione un ridotto specchio
acqueo sicuramente delimitato da boe per salvaguardare la sicurezza
dei bagnanti.
La
creazione di nuovi posti barca, non solo nei pontili delle Società
che hanno attualmente la concessione, ma anche nella parte comunale,
cioè in quello destinato ai residenti, è in contraddizione con la
tendenza demografica del nostro Comune che, nonostante il gran numero
di finte residenze, vede costantemente in calo la popolazione.
Non
si capisce quindi perché ogni nuovo calo della popolazione residente
venga accompagnato da nuova occupazione del mare con pontili sempre
più capienti.
La
creazione della nuova zona dedicata alla nautica cancellerà una
piccola spiaggia libera, la Sp4 nella carta attuale, che, seppure di
dimensioni modestissime, è costantemente frequentata e apprezzata da
molti utenti.
Su
questa piccola spiaggia verranno costruite le infrastrutture a terra
asservite alla zona nautica con conseguente interramento,
cementificazione e modifica della linea di costa. Soprattutto la
necessità dell’interramento è bene evidenziata nella foto sotto,
anche se scattata in periodo invernale e quindi quando l’erosione
ha raggiunto il suo massimo.
Ai
sensi delle normative citate nelle premesse, dell’appartenenza
della zona a un Sito Unesco, del Dlgs 152/2006, della L.R. 32/2012 e
della L.R. 6/2017 riteniamo sia indispensabile applicare alla
variante al Piano di Utilizzo delle aree Demaniali e marittime la
procedura di V.A.S.
Spiaggia
attrezzata Spa1
Per
quanto riguarda le spiagge libere attrezzate le Linee Guida
prescrivono che l’accesso rimanga libero e gratuito, che sia
garantito l’accesso al mare ai portatori di handicap, che la
superficie occupata dai volumi di servizio (chioschi, bar,
spogliatoi, docce, servizi, ecc.) non superi il 20% dell’area in
concessione e che le strutture siano di facile rimozione. Soprattutto
prescrivono che il 50% dell’area in concessione e il 50% del fronte
a mare debbano rimanere liberi da ogni tipo di attrezzatura del
gestore. Le Linee Guida contengono prescrizioni sulla collocazione
delle attrezzature che solitamente non vediamo applicate nelle
spiagge libere attrezzate del nostro golfo: le attrezzature devono
essere collocate in spiaggia solo al momento della richiesta del
cliente e, se vengono collocate prima, devono essere rispettate
distanze minime tra i paletti dell’ombrellone e esattamente devono
esserci metri 2,5 tra le file e metri 2 tra ombrelloni della stessa
fila.
Una
modifica apportata nel 2015 ha stabilito che “è
consentita la stipula di abbonamenti settimanali o quindicinali per
le attrezzature da spiaggia quali sedie a sdraio, ombrelloni e
lettini limitatamente al cinquanta per cento delle attrezzature poste
sull’arenile”-
Riproduciamo
lo schema di una possibile suddivisione dello spazio in concessione
che appare alla pagina 7 delle Linee Guida
E’
importante ricordare che la spiaggia attualmente libera nel seno
dell’Olivo che si vuole trasformare in spiaggia attrezzata, lido di
dimensioni ridotte, come ben visibile nell’immagine, e dove è
difficile anche solo immaginare una parziale occupazione come nel
grafico sopra, è l’unica vera spiaggia nel Comune di Porto Venere
con accesso facile e gratuito. Abbiamo già scritto nelle
considerazioni generali delle spiagge sull’isola Palmaria o delle
spiagge verso Riomaggiore raggiungibili solo con una barca. La
spiaggia in questione invece confina con la strada carrozzabile, via
Olivo, fiancheggiata da parcheggi, è servita da autobus (una fermata
è proprio in corrispondenza della spiaggia) ed ha nelle immediate
vicinanze molti servizi. E’ sufficiente attraversare via Olivo per
trovare bar, ristoranti e rivendita di articoli da spiaggia. Nella
spiaggia sono già presenti due docce e una struttura in muratura in
passato adibita a servizio igienico e ora abbandonata che
necessiterebbe solo di una ristrutturazione per essere trasformata in
servizio igienico automatizzato.
Questa
è la spiaggia maggiormente frequentata non solo da residenti del
Comune e della Provincia ma anche da turisti. Con la trasformazione
di questa spiaggia da spiaggia libera in spiaggia attrezzata inoltre
si toglierà la possibilità a molti frequentatori-lavoratori di
godere del mare anche solo per le poche ore della pausa pranzo o a
molte famiglie con bambini piccoli di usufruirne nelle ore meno calde
della giornata.
Sottolineiamo
che tutta la costa del Comune della Spezia non è fruibile per la
balneazione e neppure del tutto percorribile in quanto occupata da
zone militari, cantieri navali, porti militari e commerciali,
porticcioli turistici. Anche nella zona di Lerici le spiagge libere
sono molto limitate e non sempre facilmente e liberamente
accessibili. Risulta quindi fortemente penalizzante per i cittadini
voler attrezzare questa spiaggia, una delle ultime rimaste libere,
facilmente raggiungibili e fruibili da utenti di ogni età.
Osserviamo
infine che rispetto alla proposta di variante PUD del 2005, che non
venne poi accolta dalla Regione Liguria proprio per la parte
riguardante le spiagge dell’Olivo, le spiagge libere del comune si
sono notevolmente ridotte: se allora venivano dichiarati 2507 ml,
oggi sono 1977 che diventeranno 1906,70 dopo l’eventuale
approvazione della proposta di variante che stiamo esaminando. In
queste estensioni dichiarate sono compresi anche tutti i tratti di
scogliera, come dire che le vere e proprie spiagge sulla terra ferma
insistono su porzioni di litorale veramente esigue, poco più di un
centinaio di metri.
Zona
solarium “Calata Doria”
Nel
centro di Porto Venere è rimasta quale spiaggia quella lingua di
terra, non si può definire sabbia, davanti a Piazza Bastreri, dove
si respirano i fumi dei motori delle barche private e dei traghetti
per le isole e le 5 terre che
ormeggiano davanti.
Sono
poi liberi per la balneazione gli scogli dal bar Doria fino a San
Pietro e
quelli che costeggiano la costruzione sul cui tetto è stata creata
la zona
solarium.
Questo terrazzo, soprannominato “friggitrice” dai
ragazzi, è
sempre stato storicamente utilizzato da giovani e adolescenti fino ad
assumere un valore identitario quale luogo di incontro e
socializzazione.
Chiudere
questa zona all’uso pubblico comporterà anche un
sovraffollamento della scogliera e della grotta Byron.
Alla
luce delle considerazioni su illustrate, si ritiene la proposta di
variante al Piano di Utilizzo delle Aree Demaniali Marittime del
Comune di Porto Venere viziata da illegittimità sostanziali sia per
mancata ottemperanza di tutte le norme sia poiché porta con sé il
verificarsi di condizioni di disuguaglianza e disequilibrio nella
gestione delle risorse del nostro territorio.
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