La nostra amica e socia Sandra Allori ci ha inviato questa nota che condividiamo e pubblichiamo. Questo scritto ci ha stimolato riflessioni su quanto sta accadendo anche a livello locale, riflessioni che contiamo di pubblicare nei prossimi giorni
Soltanto chi è molto anziano sa, nel nostro Paese, cosa voglia dire non vivere in una democrazia. Per tutti gli
altri è normale andare a votare liberamente, scegliere i propri
rappresentanti sia a livello nazionale che locale. Diamo per scontata questa meravigliosa
libertà dimenticando che ancora oggi in molte nazioni non è così e che
anche in Italia è una conquista recente, ottenuta a prezzo altissimo.
Dovremmo forse ricordarci di più
questo, quando deponiamo la nostra scheda nell’urna: come sia importante quel
gesto, quella scelta derivata da un pensiero LIBERO e quell’affidare il nostro
futuro a chi ci rappresenterà.
I recenti risultati elettorali ci
hanno fatto capire che milioni di
italiani sono delusi dai soliti politici, dalle solite promesse non mantenute,
dai soliti giochi di potere, dalle solite corruzioni e che insomma, seppur con fatica, si vuol
cercare di cambiare, si vuole sperare che la politica diventi qualcosa di più comprensibile e meno lontana dal cittadino medio.
Nessuno è così ingenuo da pensare
che da oggi in poi tutto sarà perfetto, trasparente e funzionale: la Storia e
Machiavelli qualcosa ci hanno insegnato.
Ma se è un nostro
dovere votare, è un nostro
diritto credere che si possa cambiare,
si possa affidare ad uomini responsabili il nostro territorio, il nostro futuro e quello dei figli.
Tra non molto a Porto Venere ci
saranno le elezioni amministrative e chissà che questo vento di rinnovamento
non scuota un po’ anche coscienze intorpidite, mugugni genetici, tranquille ma
pericolose indifferenze.
Porto Venere merita amore e
attenzione, merita una politica lungimirante, merita soprattutto scelte che
tengano conto non di interessi
personali, o comunque di pochi, ma di interessi collettivi, di trasparenza, di
coinvolgimento pubblico .
Come ha scritto recentemente
Settis in un editoriale su “Repubblica”, c’è bisogno di una politica intesa
come “pubblico discorso tra cittadini, che ha come fine la pubblica utilità, come
strumento il governo, come regola la democrazia”. Tutto il resto è
antipolitica.
Con le elezioni amministrative i cittadini di Porto Venere hanno scelto di cambiare uomini e
RispondiElimina(è stato promesso)metodi di governo del loro Comune.Certamente la trasparenza promessa non può prescindere dalla conoscenza dei dati reali del bilancio comunale a cominciare da quello delle società partecipate.I comuni sono in genere cattivi imprenditori e Porto Venere non fa eccezione.E'stata promessa la messa in rete dei consigli comunali per poter informare
tutti su uno dei meccanismi decisionali.
Questa scelta coinvolgerà i cittadini affinché possano condividere i rischi ma anche la ricerca delle soluzioni dei problemi ereditati.
Questa corresponsabilità, si spera possa recuperare quel senso di comunità,che un
apparato autoreferenziale aveva sicuramente offuscato.La struttura burocratica di un comune di 3900 anime,richiederebbe agilità amministrativa, massima contenimento dei costi di gestione ed abolizione di strutture degne di una metropoli.
Ma soprattutto richiede che la Casa comunale sia di tutti ed a tutti accessibile senza che
venga posto un qualsiasi genere di ostacolo.
Così il senso d'appartenenza al territorio può essere recuperato,restituendo quella voglia di comunità che il recente voto ha sicuramente indicato.
PS. per la più esplicita sintesi di quanto sarebbe auspicabile vedi
www.posidoniaportovenere.blogspot.it2013/01/orgogliosi-di-essere-mugugnoni