La nuova amministrazione che è stata eletta a maggio nel Comune di Porto Venere dovrà operare su molti versanti per correggere e cercare di annullare i danni che abbiamo più volte evidenziato nei nostri post, danni sociali, economici e, non ultimi, ambientali.
Dovrà riuscire a ridare ai cittadini fiducia nelle
istituzioni, certezza di essere ascoltati e desiderio di tornare a partecipare
alla gestione dei beni comuni, della cosa pubblica.
Per arrivare a ciò è necessario un forte cambiamento che ci
auguriamo, per il bene del nostro territorio e della nostra comunità, di vedere
messo in atto.
La nostra Associazione è nata da un’esperienza di
Urbanistica Partecipata che ha profondamente segnato il nostro modo di
accostarci alle problematiche dell’ambiente in cui viviamo.
La prima cosa che vorremmo vedere messa in atto dalla nuova
Amministrazione è proprio l’applicazione di una buona e corretta democrazia
partecipativa che si attua favorendo prima di tutto la partecipazione
dei cittadini alla gestione del territorio, bene comune per eccellenza, che non
è soltanto il suolo o la società ivi insediata, ma l’intero patrimonio fisico,
sociale e culturale, un valore aggiunto collettivo che troppo spesso viene
distrutto in nome di un astratto e illusorio sviluppo. La partecipazione attiva
dei cittadini fin dall’inizio di un qualsiasi procedimento è la condizione per
migliorare la qualità delle decisioni della Pubblica Amministrazione poiché le
rende più complete e motivate.
La partecipazione non può prescindere dalla trasparenza
che deve essere messa in atto secondo le disposizioni del recente Decreto
Legislativo 33/2013 che la pone tra gli obblighi addirittura sanzionabili delle
Pubbliche Amministrazioni. Un’ulteriore novità di questo decreto è lo strumento
dell’accesso civico che riconosce il diritto al cittadino comune, senza la
necessità di dimostrare particolari interessi, di richiedere la pubblicazione
di tutti i documenti e le informazioni.
Già nella Convenzione di Århus il legame tra accesso e
partecipazione attiva era evidenziato dai tre pilastri sui quali poggia la
Convenzione stessa: l’accesso alle informazioni ambientali, la partecipazione
ai processi decisionali, l’accesso alla giustizia.
La
possibilità di effettuare previsioni partecipate sui futuri assetti urbanistici
e sull’uso del bene pubblico deve diventare punto cardine dell’azione
amministrativa. Ogni intervento urbanistico deve avvenire nella massima
trasparenza ed i cittadini devono essere
documentati su ogni azione in tutte le sue fasi, da quelle preventive a quelle
progettuali, a quelle esecutive, come è nei diritti di ogni comunità
amministrata e come le leggi sulla trasparenza impongono. Questo principio
assume un’importanza fondamentale in questo momento in cui si sta procedendo
alla dismissione di beni del Demanio Militare e del Demanio Storico-Artistico
(pensiamo ai beni sull’isola Palmaria, all’area dell’Aeronautica al Fezzano, ai
forti e ai beni che sono già entrati a far parte del patrimonio del Comune).
Un ruolo importante nell’applicazione della trasparenza può
essere svolto dalle Associazioni che operano sul territorio che devono poter
accedere ai dati e essere costantemente informate sulle attività del Comune;
loro rappresentanti potrebbero essere collocati all’interno di organismi
comunali, partecipando, senza potere decisionale, ai lavori delle Commissioni
Consiliari permanenti. Naturalmente tutto questo presuppone una revisione dello
Statuto Comunale secondo i principi della trasparenza e della partecipazione. Allo
statuto comunale di Porto Venere o, meglio, alle sue mancanze, ha dedicato un post Marco Grondacci.
Mettere
al centro delle politiche pubbliche forme di partecipazione nella gestione del
bene comune “territorio” diventa l’ossatura su cui possono svilupparsi
politiche sostenibili sia da un punto di vista sociale che ambientale. In
quest’ottica diventa un obiettivo
fondamentale porre
fine al consumo di
territorio permettendo solo gli interventi sul
patrimonio edilizio esistente, in altre parole, consentendo le tre R:
riqualificazione, ristrutturazione, restauro.
Nel
recente passato nel nostro territorio, anche utilizzando varianti al PUC
vigente, si è continuato a costruire in modo insensato, rilasciando concessioni
edilizie che spesso non avevano niente a che fare con i bisogni dei cittadini
ma solo con interessi privati e speculativi. Anche di questo abbiamo più volte
scritto in questo blog.
Così
come abbiamo scritto in merito alla messa in sicurezza del territorio. Purtroppo si è
finora osteggiato, con una interpretazione distorta della partecipazione, il
formarsi di una coscienza collettiva che possa favorire una svolta in materia
di gestione del territorio.
Inseguendo costruzioni dissennate,
che spesso influiscono sulla situazione dei fossi e del sistema di drenaggio
delle acque piovane, non sostenendo le azioni virtuose di chi potrebbe dare un
segnale positivo in materia di tutela con il recupero dei sentieri, dei muretti
a secco, degli oliveti ecc., si lasciano
nell’incuria totale ampie zone del territorio, le colline, i boschi, i corsi
d’acqua.
Oggi, con il ripetersi delle
alluvioni, si sta facendo strada tra i cittadini più consapevoli la convinzione
che l’impegno per la messa in sicurezza del territorio sia l’unica grande opera
di cui il nostro paese ha veramente bisogno e, aggiungiamo, potrebbe creare
posti di lavoro e produrre ricchezza vera.
La
sicurezza del territorio non è solo quella idrogeologica ma occorre anche
analizzare l’impatto ambientale derivante dalla presenza di impianti ad alto
rischio, impianti che mal si accompagnano ad un Sic o a un Sito
Unesco. Ci riferiamo in particolare al rigassificatore di Panigaglia sul cui
progetto di ampliamento, e sul suo stesso permanere nella baia, ci siamo
ripetutamente espressi anche in questo blog.
Una buona Amministrazione deve mettere al centro della sua
azione il cittadino, i suoi diritti, la sua tutela e la sua salute
anche attraverso un continuo monitoraggio ambientale. Indagini mediche anche recenti
hanno evidenziato su Porto Venere il ripetersi di alcune patologie e una
presenza molto alta, anche rapportandola alle percentuali nazionali o di altri
comuni della Provincia, di particolari tipi di tumore. Vorremmo vedere poste in
essere tutte le verifiche, le prescrizioni e le cautele necessarie; sarebbe
auspicabile un pronunciamento chiaro dell’Amministrazione sull’uso del carbone
nella centrale Enel, concausa, insieme alla presenza dell’amianto e di metalli
pesanti, delle patologie, anche tumorali, evidenziate dai rapporti medici.
Vorremmo che fossero periodicamente monitorati e divulgati i dati che
riguardano la salubrità del territorio in cui viviamo (per esempio dove
scaricano le nostre fogne, qual è lo stato di salute del nostro mare, qual è la
qualità dell’aria, quali sono gli effetti delle lavorazioni nocive, ecc.)
Governare un territorio non è soltanto il fare le piccole
cose ma anche proporre e sperimentare progetti e idee con percorsi
partecipati e condivisi che permettano di recuperare e valorizzare
le potenziali energie sociali ed economiche e dar loro la possibilità di
esprimersi e di affermarsi.
Auspichiamo si possa dare vita a un “cantiere permanente di idee”,
formalmente riconosciuto con atti amministrativi, che dialoghi con il Comune
continuando a mantenere la propria autonomia di giudizio e
di proposta e riconoscendo naturalmente agli amministratori la
prerogativa della decisione finale sulle proposte che verranno formulate..
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