sabato 15 giugno 2013

Appunti


La nuova amministrazione che è stata eletta a maggio nel Comune di Porto Venere dovrà operare su molti versanti per correggere e cercare di annullare i danni che abbiamo più volte evidenziato nei nostri post, danni sociali, economici e, non ultimi, ambientali.
Dovrà riuscire a ridare ai cittadini fiducia nelle istituzioni, certezza di essere ascoltati e desiderio di tornare a partecipare alla gestione dei beni comuni, della cosa pubblica.
Per arrivare a ciò è necessario un forte cambiamento che ci auguriamo, per il bene del nostro territorio e della nostra comunità, di vedere messo in atto.
La nostra Associazione è nata da un’esperienza di Urbanistica Partecipata che ha profondamente segnato il nostro modo di accostarci alle problematiche dell’ambiente in cui viviamo.
La prima cosa che vorremmo vedere messa in atto dalla nuova Amministrazione è proprio l’applicazione di una buona e corretta democrazia partecipativa che si attua favorendo prima di tutto la partecipazione dei cittadini alla gestione del territorio, bene comune per eccellenza, che non è soltanto il suolo o la società ivi insediata, ma l’intero patrimonio fisico, sociale e culturale, un valore aggiunto collettivo che troppo spesso viene distrutto in nome di un astratto e illusorio sviluppo. La partecipazione attiva dei cittadini fin dall’inizio di un qualsiasi procedimento è la condizione per migliorare la qualità delle decisioni della Pubblica Amministrazione poiché le rende più complete e motivate.

La partecipazione non può prescindere dalla trasparenza che deve essere messa in atto secondo le disposizioni del recente Decreto Legislativo 33/2013 che la pone tra gli obblighi addirittura sanzionabili delle Pubbliche Amministrazioni. Un’ulteriore novità di questo decreto è lo strumento dell’accesso civico che riconosce il diritto al cittadino comune, senza la necessità di dimostrare particolari interessi, di richiedere la pubblicazione di tutti i documenti e le informazioni.
Già nella Convenzione di Århus il legame tra accesso e partecipazione attiva era evidenziato dai tre pilastri sui quali poggia la Convenzione stessa: l’accesso alle informazioni ambientali, la partecipazione ai processi decisionali, l’accesso alla giustizia.
La possibilità di effettuare previsioni partecipate sui futuri assetti urbanistici e sull’uso del bene pubblico deve diventare punto cardine dell’azione amministrativa. Ogni intervento urbanistico deve avvenire nella massima trasparenza ed  i cittadini devono essere documentati su ogni azione in tutte le sue fasi, da quelle preventive a quelle progettuali, a quelle esecutive, come è nei diritti di ogni comunità amministrata e come le leggi sulla trasparenza impongono. Questo principio assume un’importanza fondamentale in questo momento in cui si sta procedendo alla dismissione di beni del Demanio Militare e del Demanio Storico-Artistico (pensiamo ai beni sull’isola Palmaria, all’area dell’Aeronautica al Fezzano, ai forti e ai beni che sono già entrati a far parte del patrimonio del Comune).
Un ruolo importante nell’applicazione della trasparenza può essere svolto dalle Associazioni che operano sul territorio che devono poter accedere ai dati e essere costantemente informate sulle attività del Comune; loro rappresentanti potrebbero essere collocati all’interno di organismi comunali, partecipando, senza potere decisionale, ai lavori delle Commissioni Consiliari permanenti. Naturalmente tutto questo presuppone una revisione dello Statuto Comunale secondo i principi della trasparenza e della partecipazione. Allo statuto comunale di Porto Venere o, meglio, alle sue mancanze, ha dedicato un post Marco Grondacci.
Mettere al centro delle politiche pubbliche forme di partecipazione nella gestione del bene comune “territorio” diventa l’ossatura su cui possono svilupparsi politiche sostenibili sia da un punto di vista sociale che ambientale. In quest’ottica  diventa un obiettivo fondamentale porre fine al consumo di
territorio permettendo solo gli interventi sul patrimonio edilizio esistente, in altre parole, consentendo le tre R: riqualificazione, ristrutturazione, restauro.
Nel recente passato nel nostro territorio, anche utilizzando varianti al PUC vigente, si è continuato a costruire in modo insensato, rilasciando concessioni edilizie che spesso non avevano niente a che fare con i bisogni dei cittadini ma solo con interessi privati e speculativi. Anche di questo abbiamo più volte scritto in questo blog.
Così come abbiamo scritto in merito alla messa in sicurezza del territorio. Purtroppo si è finora osteggiato, con una interpretazione distorta della partecipazione, il formarsi di una coscienza collettiva che possa favorire una svolta in materia di gestione del territorio.
Inseguendo costruzioni dissennate, che spesso influiscono sulla situazione dei fossi e del sistema di drenaggio delle acque piovane, non sostenendo le azioni virtuose di chi potrebbe dare un segnale positivo in materia di tutela con il recupero dei sentieri, dei muretti a secco, degli oliveti ecc.,  si lasciano nell’incuria totale ampie zone del territorio, le colline, i boschi, i corsi d’acqua.
Oggi, con il ripetersi delle alluvioni, si sta facendo strada tra i cittadini più consapevoli la convinzione che l’impegno per la messa in sicurezza del territorio sia l’unica grande opera di cui il nostro paese ha veramente bisogno e, aggiungiamo, potrebbe creare posti di lavoro e produrre ricchezza vera.

La sicurezza del territorio non è solo quella idrogeologica ma occorre anche analizzare l’impatto ambientale derivante dalla presenza di impianti ad alto rischio, impianti che mal si accompagnano ad un Sic o a un Sito Unesco. Ci riferiamo in particolare al rigassificatore di Panigaglia sul cui progetto di ampliamento, e sul suo stesso permanere nella baia, ci siamo ripetutamente espressi anche in questo blog.
Una buona Amministrazione deve mettere al centro della sua azione il cittadino, i suoi diritti, la sua tutela e la sua salute anche attraverso un continuo monitoraggio ambientale. Indagini mediche anche recenti hanno evidenziato su Porto Venere il ripetersi di alcune patologie e una presenza molto alta, anche rapportandola alle percentuali nazionali o di altri comuni della Provincia, di particolari tipi di tumore.  Vorremmo vedere  poste in essere tutte le verifiche, le prescrizioni e le cautele necessarie; sarebbe auspicabile un pronunciamento chiaro dell’Amministrazione sull’uso del carbone nella centrale Enel, concausa, insieme alla presenza dell’amianto e di metalli pesanti, delle patologie, anche tumorali, evidenziate dai rapporti medici. Vorremmo che fossero periodicamente monitorati e divulgati i dati che riguardano la salubrità del territorio in cui viviamo (per esempio dove scaricano le nostre fogne, qual è lo stato di salute del nostro mare, qual è la qualità dell’aria, quali sono gli effetti delle lavorazioni nocive, ecc.)

Governare un territorio non è soltanto il fare le piccole cose ma anche  proporre e sperimentare progetti e idee con percorsi partecipati e  condivisi che permettano di recuperare e valorizzare  le potenziali energie sociali ed economiche e dar loro la possibilità di esprimersi e di affermarsi.
Auspichiamo si possa dare vita a un “cantiere permanente di idee”, formalmente riconosciuto con atti amministrativi, che dialoghi con il Comune continuando a mantenere la propria autonomia di giudizio e di  proposta e riconoscendo naturalmente agli amministratori la prerogativa della decisione finale sulle proposte che verranno formulate..

Nessun commento:

Posta un commento