martedì 26 agosto 2014

E' passato più d'un anno dall'insediamento del nuovo Sindaco e della nuova Giunta ....

Riceviamo e pubblichiamo questo contributo del nostro socio Corrado Giudici
 
L’annuncio dello sbarco dei marxiani alle Grazie e la decisione di Posidonia di ospitare e diffondere gli interventi di questi quattro ragazzi, che spero abbiano presto numerosa compagnia, e infine il contenuto dei primi loro scritti, mi spingono, a oltre un anno dall’insediamento del nuovo Sindaco e della nuova Giunta Comunale, a rilanciare alcune riflessioni.
Il nuovo Sindaco e la nuova Giunta avevano suscitato grandi aspettative di rinnovamento, che pur non essendo state del tutto tradite, sono però state in buona parte deluse.

TRASPARENZA - Sul piano della trasparenza è innegabile che qualcosa sia stato fatto per quanto riguarda la pubblicità degli atti (p.e. la possibilità di seguire le sedute del Consiglio via internet) e anche l’attenzione riservata alle varie Associazioni presenti sul territorio e ai singoli cittadini, nel senso dell’ascolto e del dialogo (più per il primo che per il secondo), appare migliorata. Il positivo si ferma qui. Siamo ben lungi da quella trasparenza e soprattutto da quell’opera di promozione e sostegno della partecipazione che ci si aspettava e che è necessaria per far riprendere ai cittadini il controllo e la gioia nel contribuire al governo, in senso lato del territorio.



FOGNE E RIFIUTI, due problemi centrali in campagna elettorale - Per quanto riguarda il sistema fognario, siamo ancora alle ordinanze, storicamente disattese, per completare il corretto allaccio di tutte le abitazioni delle Grazie e di Fezzano (Porto Venere è, purtroppo, un caso a parte) alle acque nere e consentire così la separazione del sistema delle acque nere da quello delle acque bianche (o grigie che dir si voglia), che i tecnici dichiarano essere il motivo dei ricorrenti e fastidiosi disservizi. Non si è ancora sicuri, sembra, di chi è e chi non è allacciato (e allora ci si domanda quando verrà fatto il monitoraggio opportuno) e soprattutto non si è ancora presa cura dei problemi finanziari di chi per allacciarsi dovrebbe spendere decine di migliaia di euro: il Comune non deve certo accollarsi gli oneri, ci mancherebbe altro, ma potrebbe e dovrebbe proporre, in collaborazione con gli istituti bancari della piazza, strumenti di agevolazione finanziaria per chi ne avesse bisogno allo scopo. Salvo errore siamo al punto da cui si era partiti, tranne che sembra ci sia una certa celerità a rispondere (al telefono) alle richieste di interventi d’urgenza: intanto in questi giorni si è riaggravata la penosa situazione del fosso di Mezzo delle Grazie (dove c’era il distributore a mare, per intenderci), che, come risulta dalle segnalazioni di numerosi cittadini, ha tutto l’aspetto di una fogna a cielo aperto.
Per i rifiuti, che in campagna elettorale sono stati ancor più al centro del dibattito, la situazione mi sembra analoga. Per diverso tempo se ne è fatta una questione di contratto con ACAM e di costi. Sul primo punto non si è concluso nulla: evidentemente il contratto, dal punto di vista di ACAM, era stato ben costruito; comunque sarebbe stato assurdo, da parte del Comune, togliere lavoro a una sua partecipata, per quanto minoritaria e discutibilmente amministrata. Sul secondo punto si è decisa una distribuzione percentuale dei carichi fra privati e operatori commerciali che ha fortemente penalizzato i secondi. Si è poi deliberata e parzialmente attuata (il cancello lato Le Grazie non è “operativo”) l’ultimazione del centro di raccolta rifiuti del Cavo, per un costo, salvo errori, di € 300.000,00: a oggi il centro risulta ampiamente sottoutilizzato. Non si assolutamente intervenuti per la bonifica e la sistemazione dei luoghi di raccolta in paese, dove lascia a desiderare anche la semplice pulizia periodica dei cassonetti.
Lasciamo perdere la questione della raccolta differenziata e del ciclo completo dei rifiuti: i dati pubblici sono lusinghieri, l’impressione privata è che siano largamente manipolati. Il Comune e l’attuale Amministrazione non sono responsabili in toto della situazione, ma qualche pezza potrebbero mettercela: intervenendo nella bonifica dei centri di raccolta locali (dove ci sono i cassonetti, per intenderci), con immediato e consistente ritorno d’immagine e spesa del tutto relativa, sollecitando la popolazione a partecipare a brevi e cicliche riunioni per sensibilizzarla alle modalità di stoccaggio dei rifiuti in modo da ottenere un “prodotto” sempre più facilmente trattabile, con la possibilità di utilizzare lo spazio del Cavo oltre che per lo stoccaggio, per un eventuale ulteriore trattamento intermedio. Fatto questo il Comune avrebbe largamente effettuato quanto di sua competenza sul piano operativo e potrebbe cominciare ad avviare un discorso politico, perché principalmente di questo si tratta, sulla gestione della raccolta differenziata, del ciclo rifiuti e della gestione dell’ACAM, che nel frattempo ha ceduto a “privati” (ENI, credo) la gestione di acqua e gas (mah!).

ALTRI PROBLEMI - Su tutto il resto si naviga ancora largamente a vista e la giustificazione delle macerie ereditate vale fino a un certo punto: per esempio può esser buona per la questione “Hotel San Pietro”, un po’ meno per la questione “Cantiere Valdettaro”, che a fronte del tamponamento dei capannoni nell’area ex-Pittaluga prevedeva, salvo errore, l’arretramento di almeno 8 metri del cantiere fra i giardini vecchi, la “pinetina”, e quelli nuovi (e poi, nel cronoprogramma stabilito fra le parti, la tempistica non era invertita?). Per brevità, non per mancanza di argomenti, mi fermo a questi due esempi.

GESTIONE DEL TERRITORIO - L’argomento è vasto e ha necessità di un intervento ad hoc, tanto più che siamo in attesa della revisione del PUC. Quel che mi preme di dire al riguardo è che è necessario rafforzare l’atteggiamento di tutela, che non esclude tuttavia la possibilità di interventi per migliorare l’accessibilità (non necessariamente quella carrabile) dei luoghi. Gli interventi devono essere il risultato di uno studio condiviso (con la popolazione), ma non possono essere delle forzature da parte di singoli privati, che anzi vanno sanzionate duramente e tempestivamente (le segnalazioni dei cittadini non mancano).

VERSO IL FUTURO - E’ palese che i tre borghi che compongono il Comune sono più o meno prossimi alla soglia di non ritorno verso un’inesorabile anche se lenta decadenza. Se l’ambiente circostante si manterrà accettabilmente gradevole e se l’attuale situazione di crisi economica nazionale troverà, come si spera, uno sbocco, il nostri borghi sono destinati a divenire “non luoghi”, abitati solo per i brevi periodi delle vacanze. E’ necessario trovare rimedio o almeno proporre delle vie di uscita a questa situazione. Qui intervengono i già citati marxiani: fanno delle timide proposte, possono essere giuste e possono essere anche sbagliate, ma vanno apprezzate per il tentativo di aprire una discussione. L’Amministrazione dovrebbe suscitare il dibattito più ampio per individuare aree di sviluppo, partendo dalle attività tradizionali e individuandone anche di nuove, facendo quanto più possibile per sviluppare forme di cooperativismo giovanile, almeno per quei settori dove l’investimento iniziale non è consistente.
In questi anni molte delle competenze cantieristiche (carpenteria in legno, ecc.) sono andate perdute, ma ci sono possibilità di recupero: al territorio sono legati alcuni manager che hanno operato o sono attivi nel settore, sono risorse cui si potrebbe chiedere una collaborazione, forse anche a costo zero. In quest’ambito la Porto Venere Servizi Portuali e Turistici Srl potrebbe svolgere un importante ruolo di indirizzo e di coordinamento.
La pesca e la mitilicoltura potrebbero esse rivitalizzate, orientate alla trasformazione locale del prodotto, alla conservazione e promozione del territorio anche per fini turistici (da un punto di vista paesaggistico, p.e., sono meglio gli attuali campi di coltivazione o i vecchi “paletti”?), non escludendo per lo scopo anche forme di incentivazione.
Stessa cosa vale per la collina, per il recupero dei sentieri e per l’utilizzo agricolo, fatto salvo quanto accennato nel precedente paragrafo.

E INVECE? - Su quanto appena esposto mi sembra che l’Amministrazione sia ferma, tranne una pericolosa tendenza a voler monetizzare e privatizzare tutte le attività, pur in presenza di una palese dimostrazione che il pubblico, parliamo della ancora della Porto Venere Servizi Portuali e Turistici Srl, a prevalente partecipazione pubblica e con azionariato diffuso, è in grado di produrre anche buon reddito. Insomma ci si dovrebbe dedicare alla realizzazione di un piano industriale (che non vuol dire necessariamente raddoppio del rigassificatore, anzi), per rivitalizzare il territorio sul piano economico (non esistono solo bar, ristoranti e negozi di souvenirs!), unica premessa per invertire il progressivo processo di invecchiamento della popolazione e conseguente progressivo spopolamento. E invece?
Invece niente e in qualche caso, un pericoloso ritorno al passato: si è tanto parlato e, giustamente, sparlato del parcheggio al Fezzano, per poi giungere alla conclusione che la situazione sul piano patrimoniale e finanziario, pur appesantendo sensibilmente le capacità di spesa del Comune, non è così drammatica. Ma a questo punto che senso ha prevedere una spesa di ca. € 400.000,00 per dotarlo di antistante rotonda? A meno che non vi sia un obbligo di legge, non ci sembra che l’attuale situazione, vista l’intensità del traffico e la limitata (dovrebbe essere comunque limitata) velocità dello stesso, evidenzi particolari necessità (a proposito poi: ma il parcheggio ora ha l’agibilità, o siamo ancora a mezzo?). Un spesa del genere ci sembra, in questo momento, superflua e conferma una scarsa attenzione per le modalità di spesa dei soldi pubblici. Esempi? Sopra abbiamo citato il centro raccolta rifiuti del Cavo, esempio non ancora conclamato, ma, ferma restando la situazione, avviato ad esserlo. Ma ve ne sono altri, non ultimo il parziale banchinamento della via del Varignano: la banchina, che ha anche qualche problema di utilizzo, di fatto non è ancora stata assegnata e viene utilizzata, da diversi anni, a fini balneari (e per questo non servivano tante attrezzature) e per qualche ormeggio, riteniamo gratis e abusivo. Scusate, qui i soldi, dei cittadini, non ce li ha messi il Comune, ce li ha messi l’Autorità Portuale.

Corrado Giudici

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