Riceviamo e pubblichiamo questo contributo del nostro socio Corrado Giudici
L’annuncio dello sbarco
dei marxiani alle Grazie e la decisione di Posidonia di ospitare e
diffondere gli interventi di questi quattro ragazzi, che spero
abbiano presto numerosa compagnia, e infine il contenuto dei primi
loro scritti, mi spingono, a oltre un anno dall’insediamento del
nuovo Sindaco e della nuova Giunta Comunale, a rilanciare alcune
riflessioni.
Il nuovo Sindaco e la
nuova Giunta avevano suscitato grandi aspettative di rinnovamento,
che pur non essendo state del tutto tradite, sono però state in
buona parte deluse.
TRASPARENZA - Sul
piano della trasparenza è innegabile che qualcosa sia stato fatto
per quanto riguarda la pubblicità degli atti (p.e. la possibilità
di seguire le sedute del Consiglio via internet) e anche l’attenzione
riservata alle varie Associazioni presenti sul territorio e ai
singoli cittadini, nel senso dell’ascolto e del dialogo (più per
il primo che per il secondo), appare migliorata. Il positivo si ferma
qui. Siamo ben lungi da quella trasparenza e soprattutto da
quell’opera di promozione e sostegno della partecipazione che ci si
aspettava e che è necessaria per far riprendere ai cittadini il
controllo e la gioia nel contribuire al governo, in senso lato del
territorio.
FOGNE E RIFIUTI, due
problemi centrali in campagna elettorale - Per quanto riguarda il
sistema fognario, siamo ancora alle ordinanze, storicamente
disattese, per completare il corretto allaccio di tutte le abitazioni
delle Grazie e di Fezzano (Porto Venere è, purtroppo, un caso a
parte) alle acque nere e consentire così la separazione del sistema
delle acque nere da quello delle acque bianche (o grigie che dir si
voglia), che i tecnici dichiarano essere il motivo dei ricorrenti e
fastidiosi disservizi. Non si è ancora sicuri, sembra, di chi è e
chi non è allacciato (e allora ci si domanda quando verrà fatto il
monitoraggio opportuno) e soprattutto non si è ancora presa cura dei
problemi finanziari di chi per allacciarsi dovrebbe spendere decine
di migliaia di euro: il Comune non deve certo accollarsi gli oneri,
ci mancherebbe altro, ma potrebbe e dovrebbe proporre, in
collaborazione con gli istituti bancari della piazza, strumenti di
agevolazione finanziaria per chi ne avesse bisogno allo scopo. Salvo
errore siamo al punto da cui si era partiti, tranne che sembra ci sia
una certa celerità a rispondere (al telefono) alle richieste di
interventi d’urgenza: intanto in questi giorni si è riaggravata la
penosa situazione del fosso di Mezzo delle Grazie (dove c’era il
distributore a mare, per intenderci), che, come risulta dalle
segnalazioni di numerosi cittadini, ha tutto l’aspetto di una fogna
a cielo aperto.
Per i rifiuti, che in
campagna elettorale sono stati ancor più al centro del dibattito, la
situazione mi sembra analoga. Per diverso tempo se ne è fatta una
questione di contratto con ACAM e di costi. Sul primo punto non si è
concluso nulla: evidentemente il contratto, dal punto di vista di
ACAM, era stato ben costruito; comunque sarebbe stato assurdo, da
parte del Comune, togliere lavoro a una sua partecipata, per quanto
minoritaria e discutibilmente amministrata. Sul secondo punto si è
decisa una distribuzione percentuale dei carichi fra privati e
operatori commerciali che ha fortemente penalizzato i secondi. Si è
poi deliberata e parzialmente attuata (il cancello lato Le Grazie non
è “operativo”) l’ultimazione del centro di raccolta rifiuti
del Cavo, per un costo, salvo errori, di € 300.000,00: a oggi il
centro risulta ampiamente sottoutilizzato. Non si assolutamente
intervenuti per la bonifica e la sistemazione dei luoghi di raccolta
in paese, dove lascia a desiderare anche la semplice pulizia
periodica dei cassonetti.
Lasciamo perdere la
questione della raccolta differenziata e del ciclo completo dei
rifiuti: i dati pubblici sono lusinghieri, l’impressione privata è
che siano largamente manipolati. Il Comune e l’attuale
Amministrazione non sono responsabili in toto della situazione, ma
qualche pezza potrebbero mettercela: intervenendo nella bonifica dei
centri di raccolta locali (dove ci sono i cassonetti, per
intenderci), con immediato e consistente ritorno d’immagine e spesa
del tutto relativa, sollecitando la popolazione a partecipare a brevi
e cicliche riunioni per sensibilizzarla alle modalità di stoccaggio
dei rifiuti in modo da ottenere un “prodotto” sempre più
facilmente trattabile, con la possibilità di utilizzare lo spazio
del Cavo oltre che per lo stoccaggio, per un eventuale ulteriore
trattamento intermedio. Fatto questo il Comune avrebbe largamente
effettuato quanto di sua competenza sul piano operativo e potrebbe
cominciare ad avviare un discorso politico, perché principalmente di
questo si tratta, sulla gestione della raccolta differenziata, del
ciclo rifiuti e della gestione dell’ACAM, che nel frattempo ha
ceduto a “privati” (ENI, credo) la gestione di acqua e gas
(mah!).
ALTRI PROBLEMI -
Su tutto il resto si naviga ancora largamente a vista e la
giustificazione delle macerie ereditate vale fino a un certo punto:
per esempio può esser buona per la questione “Hotel San Pietro”,
un po’ meno per la questione “Cantiere Valdettaro”, che a
fronte del tamponamento dei capannoni nell’area ex-Pittaluga
prevedeva, salvo errore, l’arretramento di almeno 8 metri del
cantiere fra i giardini vecchi, la “pinetina”, e quelli nuovi (e
poi, nel cronoprogramma stabilito fra le parti, la tempistica non era
invertita?). Per brevità, non per mancanza di argomenti, mi fermo a
questi due esempi.
GESTIONE DEL
TERRITORIO - L’argomento è vasto e ha necessità di un
intervento ad hoc, tanto più che siamo in attesa della revisione del
PUC. Quel che mi preme di dire al riguardo è che è necessario
rafforzare l’atteggiamento di tutela, che non esclude tuttavia la
possibilità di interventi per migliorare l’accessibilità (non
necessariamente quella carrabile) dei luoghi. Gli interventi devono
essere il risultato di uno studio condiviso (con la popolazione), ma
non possono essere delle forzature da parte di singoli privati, che
anzi vanno sanzionate duramente e tempestivamente (le segnalazioni
dei cittadini non mancano).
VERSO IL FUTURO -
E’ palese che i tre borghi che compongono il Comune sono più o
meno prossimi alla soglia di non ritorno verso un’inesorabile anche
se lenta decadenza. Se l’ambiente circostante si manterrà
accettabilmente gradevole e se l’attuale situazione di crisi
economica nazionale troverà, come si spera, uno sbocco, il nostri
borghi sono destinati a divenire “non luoghi”, abitati solo per i
brevi periodi delle vacanze. E’ necessario trovare rimedio o almeno
proporre delle vie di uscita a questa situazione. Qui intervengono i
già citati marxiani: fanno delle timide proposte, possono essere
giuste e possono essere anche sbagliate, ma vanno apprezzate per il
tentativo di aprire una discussione. L’Amministrazione dovrebbe
suscitare il dibattito più ampio per individuare aree di sviluppo,
partendo dalle attività tradizionali e individuandone anche di
nuove, facendo quanto più possibile per sviluppare forme di
cooperativismo giovanile, almeno per quei settori dove l’investimento
iniziale non è consistente.
In questi anni molte
delle competenze cantieristiche (carpenteria in legno, ecc.) sono
andate perdute, ma ci sono possibilità di recupero: al territorio
sono legati alcuni manager che hanno operato o sono attivi nel
settore, sono risorse cui si potrebbe chiedere una collaborazione,
forse anche a costo zero. In quest’ambito la Porto Venere Servizi
Portuali e Turistici Srl potrebbe svolgere un importante ruolo di
indirizzo e di coordinamento.
La pesca e la
mitilicoltura potrebbero esse rivitalizzate, orientate alla
trasformazione locale del prodotto, alla conservazione e promozione
del territorio anche per fini turistici (da un punto di vista
paesaggistico, p.e., sono meglio gli attuali campi di coltivazione o
i vecchi “paletti”?), non escludendo per lo scopo anche forme di
incentivazione.
Stessa cosa vale per la
collina, per il recupero dei sentieri e per l’utilizzo agricolo,
fatto salvo quanto accennato nel precedente paragrafo.
E INVECE? - Su
quanto appena esposto mi sembra che l’Amministrazione sia ferma,
tranne una pericolosa tendenza a voler monetizzare e privatizzare
tutte le attività, pur in presenza di una palese dimostrazione che
il pubblico, parliamo della ancora della Porto Venere Servizi
Portuali e Turistici Srl, a prevalente partecipazione pubblica e con
azionariato diffuso, è in grado di produrre anche buon reddito.
Insomma ci si dovrebbe dedicare alla realizzazione di un piano
industriale (che non vuol dire necessariamente raddoppio del
rigassificatore, anzi), per rivitalizzare il territorio sul piano
economico (non esistono solo bar, ristoranti e negozi di souvenirs!),
unica premessa per invertire il progressivo processo di
invecchiamento della popolazione e conseguente progressivo
spopolamento. E invece?
Invece niente e in
qualche caso, un pericoloso ritorno al passato: si è tanto parlato
e, giustamente, sparlato del parcheggio al Fezzano, per poi giungere
alla conclusione che la situazione sul piano patrimoniale e
finanziario, pur appesantendo sensibilmente le capacità di spesa del
Comune, non è così drammatica. Ma a questo punto che senso ha
prevedere una spesa di ca. € 400.000,00 per dotarlo di antistante
rotonda? A meno che non vi sia un obbligo di legge, non ci sembra che
l’attuale situazione, vista l’intensità del traffico e la
limitata (dovrebbe essere comunque limitata) velocità dello stesso,
evidenzi particolari necessità (a proposito poi: ma il parcheggio
ora ha l’agibilità, o siamo ancora a mezzo?). Un spesa del genere
ci sembra, in questo momento, superflua e conferma una scarsa
attenzione per le modalità di spesa dei soldi pubblici. Esempi?
Sopra abbiamo citato il centro raccolta rifiuti del Cavo, esempio non
ancora conclamato, ma, ferma restando la situazione, avviato ad
esserlo. Ma ve ne sono altri, non ultimo il parziale banchinamento
della via del Varignano: la banchina, che ha anche qualche problema
di utilizzo, di fatto non è ancora stata assegnata e viene
utilizzata, da diversi anni, a fini balneari (e per questo non
servivano tante attrezzature) e per qualche ormeggio, riteniamo
gratis e abusivo. Scusate, qui i soldi, dei cittadini, non ce li ha
messi il Comune, ce li ha messi l’Autorità Portuale.
Corrado Giudici
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