L'Associazione Posidonia ha manifestato fin dalla sua nascita, con scritti, comunicati e Osservazioni, la sua opposizione all'ampliamento del rigassificatore
di Panigaglia. Per molti dei suoi soci si tratta di un'opposizione
antica, risalente addirittura al primo progetto del 1989/90, quello
che prevedeva di scavare la Castellana e sistemare al suo interno i
bidoni.
Coerentemente quindi ci
siamo attivati quando è comparso nella Gazzetta Ufficiale
dell'Unione Europea un Avviso di gara con procedura ristretta con cui
Snam Spa chiedeva uno studio di fattibilità per la fornitura
attraverso il terminale GNL di Panigaglia di servizi di liquefazione
e distribuzione gas. Di questo abbiamo parlato nel blog
dell'Associazione QUI
Grazie allo Sblocca
Italia varato dal governo Renzi, quanto di più distruttivo e miope
abbia prodotto la politica italiana negli ultimi decenni, il progetto
di ampliamento del rigassificatore, che aggiunge all'impianto
esistente un impianto di liquefazione con collegato distributore di
GNL, sembrerebbe in dirittura d'arrivo.
L'Associazione Posidonia
ribadisce la sua ferma opposizione ad ogni ipotesi di
trasformazione/ampliamento con motivazioni che riassumiamo brevemente
riservandoci di farne oggetto di un prossimo scritto.
L'impianto è da sempre
classificato ad alto rischio e sugli adempimenti previsti per questo
tipo di impianti le autorità preposte, in primis il Comune di Porto
Venere, sono sempre stati inadempienti, come dimostrato da Marco
Grondacci anche negli ultimi articoli pubblicati sul suo blog, QUI, QUI e QUI
In particolare non sono
mai state date alla popolazione informazioni adeguate sui rischi di
incidenti potenziali e sui comportamenti da tenere in caso di
incidente. I rischi crescerebbero in modo esponenziale con la
trasformazione progettata poiché non solo si avrebbe l'attività di
rigassificazione ma anche quella inversa di liquefazione.
Il punto 5
dell'Avviso di gara chiede uno “Studio di pre-fattibilità per gli
investimenti necessari a realizzare, fuori dal terminale, un impianto
di stoccaggio costiero, rifornito da feeder ship, per la caricazione
di autocisterne e ISO Container”.
Questo
è un punto molto inquietante perché si prevede la realizzazione
fuori dal terminale
di un impianto di stoccaggio costiero. Un'intervista al Comandante di
fregata Pasquale Tripodi, pubblicata da Città della Spezia online il
27 febbraio 2015, fa pensare che il sito individuato sia all'interno
dell'Arsenale Militare. Si tratterebbe della creazione di un
ulteriore sito ad altissimo rischio all'interno di un Golfo già
sovraccarico. Le feeder ship incaricate di rifornire questo impianto
di stoccaggio costiero creerebbero un notevole incremento di traffico
marittimo all'interno di un Golfo dove transitano già navi
mercantili, navi da crociera e tantissime imbarcazioni private vista
la presenza di numerosi porticcioli e ormeggi. Per non parlare poi di
navi militari e altre con carichi pericolosi.
Il
punto 5 come anche il punto 3 dello stesso Avviso di gara parlano di
“caricazione di autocisterne e ISO Container”
Le
autobotti viaggeranno su strada, sulla strada che collega il
terminale alla città e quindi alle grandi vie di comunicazione
stradale e ferroviaria. L'unico collegamento con la città della
Spezia è la SP530, strada stretta, tortuosa, sempre molto
trafficata, ancora di più in estate per la presenza dei numerosi
turisti, e nella quale si verificano spesso incidenti che bloccano la
circolazione.
Ancora
una volta si mettono a rischio la salute dei cittadini, l'ambiente e
il paesaggio per un business che porterà vantaggi, pochi e limitati
nel tempo, solo per grandi società che, dopo aver distrutto il
nostro territorio, abbandoneranno i ferri vecchi alla ricerca di
nuovi territori da cannibalizzare.
Per questo l'Associazione
Posidonia conferma la sua contrarietà a ogni ipotesi di ampliamento
e/o trasformazione del rigassificatore di Panigaglia e al suo stesso
permanere nella baia.
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