Da quando è apparso,
presso il Cantiere Valdettaro delle Grazie, un nuovo progetto di
ristrutturazione dell'area, a terra e a mare, si fa un gran parlare
sui giornali e sulle panchine della Convenzione del 2009, stipulata
tra l'Amministrazione Comunale e la proprietà e ancora vigente.
Questa Convenzione,
finora attuata in piccola parte, non prevedeva nessuna invasione a
mare e prevedeva ristrutturazioni a terra da eseguirsi seguendo un
preciso cronoprogramma. Non vogliamo entrare nella discussione,
secondo noi a questo punto sterile, su chi non abbia fatto rispettare
il cronoprogramma, ma ci sono alcuni elementi attinenti al diritto
che è bene sottolineare. Intanto una Convenzione non è un atto
firmato da un Sindaco X e da un Amministratore Delegato o Presidente
Y; è un atto firmato tra un'Amministrazione Pubblica e una Società
che quindi rimane valido qualsiasi cambiamento avvenga
nelle persone
fisiche. Per questo motivo ci chiediamo come mai non ci sia stato
nessun controllo non solo sul rispetto del cronoprogramma ma in
generale sulle opere finora eseguite che appaiono in molti aspetti
difformi da quanto stabilito nella Convenzione. Il caso più
eclatante è il cancello di dimensioni carrabili che è comparso su
via dei Calafati (strada pedonale che deve rimanere tale) che non era
previsto in nessun elaborato grafico.
Detto
questo non possiamo esimerci dal dire qualcosa, sul metodo e sul
merito, sia sulla Convenzione del 2009, sia sul progetto apparso
qualche giorno fa.
E'
necessaria una breve premessa. Nel dicembre 2008 era stata firmata
una Convenzione tra Comune, Autorità Portuale e Università di
Firenze per l'elaborazione “di un Progetto Urbano partecipato
riferito alla zona di interesse” (area giardini, Cantiere, area ex
Pittaluga e campo sportivo) con una
“progettazione partecipata e operativa, che assolva anche alle
prescrizioni del Piano particolareggiato di cui al PUC e al PRP”.
Lavoro eseguito, consegnato, mai discusso e definitivamente
accantonato con la stipula della Convenzione del 2009 che non ne riprende né lo spirito né i contenuti.
I Cantieri
dell'Urbanistica Partecipata e l'Associazione Posidonia, che è nata
da quell'esperienza, avevano decisamente criticato quella Convenzione
con motivazioni che riteniamo ancora valide e che riportiamo in parte
(come sempre tutta la documentazione è a disposizione presso la sede
dell'Associazione).
Ritenevamo e riteniamo
quella Convenzione frutto “di una politica errata messa in atto nei
confronti del Fronte Mare frammentando qualsiasi disegno unitario e
organico sul territorio”.... “Il progetto dell'Urbanistica
Partecipata mirava a riconquistare al paese un'area centrale con una
soluzione equilibrata che non negava un'attività economica però
concedeva alla popolazione l'uso della piazza al mare...”. Quella
Convenzione prevede una serie di scambi di aree
cantiere-collettività (senza alcun
vantaggio per quest’ultima) e si “dimentica” della restituzione
al paese di mq. 5.100 di aree anche pregiate (passeggiata lungo mare)
prevista nel PUC. Fra l’altro restituisce al paese una piccola
striscia, molto più piccola nella realtà di quanto segnato
nell'elaborato, e, con notevole senso dell'umorismo, impegna la
Società a garantire, lungo via Libertà, “l'introspezione visuale
verso il mare”. Abbiamo considerato nel 2009 e continuiamo ancora
oggi a considerare questa Convenzione una presa in giro e uno
sberleffo per i cittadini delle Grazie e per tutti i frequentatori
del luogo.
Improvvisamente, mentre
il progetto del 2009 non è ancora attuato, ne compare un altro.
Quanto sta avvenendo è descritto, con parole che ben si adattano
anche alla situazione attuale, nel Ricorso al TAR presentato nel 2010
dal Comitato di Salvaguardia Ambientale delle Grazie, ricorso tuttora
pendente: “un problema di grande dimensione e importanza che
investe e riguarda l'intero paese delle Grazie, sarebbe risolto,
oltreché mediante una impropria trattativa privata, soprattutto
senza alcun rispetto delle molte indicazioni che nel tempo si sono
avute in merito”, indicazioni recepite nel PUC, frutto di un
confronto serrato e continuo fra l'Amministrazione Comunale e
l'intera popolazione delle Grazie e che esprimono un punto di
equilibrio fra le diverse esigenze e richieste sia del privato che
della collettività.
Nel ricorso citato si
sottolinea come si sia addivenuti alla stipula della Convenzione
senza alcun rispetto di quanto stabilito dal PUC che prevede
“l'attuazione delle proprie disposizioni relative al sub ambito
dell'ex Cantiere Valdettaro alle Grazie mediante Piano Urbanistico
Operativo”. La Convenzione del 2009 era quindi, secondo noi, anche
illegittima.
Continuare ad operare per
varianti o addirittura asservire il PUC a esigenze di singoli può
solo andare a discapito dei valori paesistici, naturalistici e
ambientali e quindi del bene della collettività che ogni
Amministrazione dovrebbe prima di tutto tutelare.
Infine, dichiariamo la
nostra contrarietà alla massiccia occupazione e privatizzazione
della baia che si consoliderebbe con la costruzione di nuovi pontili,
pontili che appaiono, in una ricostruzione grafica rispettosa delle
misure, come decisamente preponderanti e soffocanti rispetto alla
baia.
Chiediamo
che venga avviato un ragionamento complessivo sulla sistemazione
della baia e del suo fronte mare condotto nella massima trasparenza e
con la partecipazione dei cittadini, anche partendo finalmente
dall’approntamento e redazione del PUO riguardante il cantiere,
così come prescritto nel PUC.
Questo
non significa ovviamente che tutto nella baia dovrà essere
modificato in una sola volta ma solo che qualsiasi intervento, anche
su pochi metri, dovrà tenere conto di questa visione generale e non
essere in contrasto con essa.
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