giovedì 19 dicembre 2024

Un nuovo traghetto nel Golfo

 


E’ sbarcato a Spezia proveniente da Rotterdam il nuovo traghetto Ro-Ro completamente elettrico acquistato da GNL Italia. Il mezzo “sarà funzionale al progetto di truckloading che prenderà il via nel primo trimestre del 2025 presso il terminale di Panigaglia” come dichiarato dalla stessa società a Shipping Italy.


La nostra ferma contrarietà alla presenza del rigassificatore nel golfo così come le nostre obiezioni al progetto di truckloading QUI
, caricamento su autobotti del gnl, e anche al progetto di vesselreloading, che comporterà l’ingresso in golfo e l’attracco al pontile del rigassificatore di metaniere molto più grandi di quelle che abbiamo visto finora e in numero molto più alto rispetto all’attuale, sono sempre state e rimangono di due tipi.


Al primo posto abbiamo sempre messo la pericolosità, non solo per i due paese confinanti con lo stabilimento ma per l’intero golfo. A Panigaglia viene trattato gnl, gas naturale liquefatto, sostanza definita nel Rapporto di Sicurezza presentato al Comitato Tecnico Regionale come “altamente infiammabile” e che, in grande quantità e a una temperatura di -162°, è presente nei serbatoi, nella tubature che vanno dal pontile ai serbatoi, nelle metaniere che accostano al pontile per scaricare. A breve, quando sarà operativo il progetto di truckloading, sarà presente anche in nuove condotte che andranno dai serbatoi principali alle baie di carico (posizionate tra i serbatoi e la scarpata sotto la Sp 530), da queste verrà caricato su autobotti criogeniche che percorreranno la viabilità interna della baia per andare, quattro alla volta, ad imbarcarsi dal piccolo pontile lato Fezzano sul traghetto/ro-ro che le trasferirà dall’altra parte del golfo al molo Enel, attraversando tutto il golfo con una rotta perpendicolare al rimanente traffico.

Il gnl se liberato, passando allo stato aeriforme per riscaldamento naturale, aumenta di 600 volte il suo volume, rimane a livello del terreno fino a che da -162° non raggiunge i -85° circa. In questo lasso di tempo se il gnl trovasse un innesco esploderebbe, come è dimostrato da incidenti avvenuti nel mondo e che abbiamo citato QUI.

Oltre a questo progetto di truckloading ne è previsto un altro, quello di vesselreloading, cioè caricamento su piccole metaniere o bettoline di gnl destinato alla Sardegna, al rifornimento di navi che utilizzano questo tipo di combustibile o di depositi costieri, cioè luoghi dove il gnl verrà stoccato in piccoli serbatoi criogenici. Questo gnl verrà prelevato dai serbatoi e riportato al pontile con un percorso inverso a quello attuale, che rimarrà in funzione.

Ma la presenza del rigassificatore e la pericolosità del gnl non riguardano solo i cittadini residenti nel nostro golfo, che sarebbero i primi e i più duramente colpiti da un incidente rilevante. C’è una pericolosità poco avvertita che colpisce l’ambiente ed è responsabile della grave emergenza climatica che stiamo vivendo. E’ ormai dimostrato che il metano è un gas altamente climalterante, contribuisce al riscaldamento globale in maniera superiore alla CO2, diventando così concausa di eventi catastrofici e di numerosissime morti. Il metano fuoriesce durante l’estrazione del gas, specialmente quando è effettuata con il fracking come in America, fuoriesce dalle metaniere che attraversano gli oceani e il Mare Mediterraneo, fuoriesce dagli impianti di liquefazione e da quelli di rigassificazione. C’è la fuoriuscita di metano da valvole malfunzionanti o quella che è descritta dalle società come derivante dal normale esercizio d’impianto, la letteratura mondiale su questo tema è ampia e documentata.

Questa pervicacia nel voler continuare ad utilizzare fonti fossili ha un solo motivo: il business, favorire i portafogli delle grandi società che gestiscono il mercato delle fonti fossili e che vengono costantemente beneficiate dai governi, sia italiani che europei. Da un lato si fanno grandi proclami sulla necessità di una riconversione verso fonti rinnovabili ma dall’altro si promulgano leggi che favoriscono il prolungare l’uso delle fonti fossili.

Quanto questa ostinazione sia anche anacronistica lo dicono le statistiche di fonte ministeriale. E’ stato pubblicato il 17 dicembre u.s. dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica il rapporto sui consumi di gas dei primi 10 mesi dell’anno 2024 raffrontato ai primi 10 mesi del 2023: continua la diminuzione dei consumi, già in calo del 10,1% nel 2023 rispetto all’anno precedente, smentendo ancora una volta chi scommette su una forte ripresa che dovrebbe riportare i consumi di gas ai livelli di 25 anni fa.







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