venerdì 28 febbraio 2025

2. La storia non ha nascondigli

 


L’Accordo del ‘96 ha tra le sue finalità la riqualificazione di due aree verdi, una lato Fezzano e una lato Pezzino, nonché la trasformazione funzionale di una parte degli immobili dello Stabilimento e la riclassificazione urbanistica delle aree indicate nel Piano Particolareggiato.

Riprendiamo in particolare due articoli:

Articolo 3, Oggetto dell’Accordo, “In coerenza con le finalità come sopra enunciate, l’Accordo ha pertanto specificamente per oggetto l’approvazione di un progetto che prevede:

  1. la demolizione di alcuni edifici esistenti;

  2. la realizzazione di un nuovo edificio ad uso officine, magazzini, ricovero automezzi ed uffici tecnici;

  3. la riclassificazione urbanistica a “verde pubblico” (F3) di un’area di mq 3.914 sottostante e antistante Cà Bertocchi, precedentemente classificata “zona boschiva attrezzata” (E3) e “Parco con Ville” (C9);

  4. la riclassificazione urbanistica a “verde privato Pezzino Basso” (C9/VP), di un’area di mq 2.500, sita in località Pezzino Basso, precedentemente classificata “verde pubblico” (F3);

  5. il completamento della passeggiata a mare “Le Grazie”;

  6. la monetizzazione degli oneri finanziari connessi alla realizzazione delle opere di riqualificazione paesistico-ambientale dell’area dello Stabilimento e alla realizzazione delle opere di cui alle lettere a) e b) che precedono.”


All’articolo 5, Opere di urbanizzazione, leggiamo:

  1. La SNAM S.p.A. si obbliga ad eseguire a propria cura e spese le opere di urbanizzazione relative al prolungamento della passeggiata a mare in località Varignano-Le Grazie, sulla base del titolo edilizio rilasciato con il presente Accordo secondo il progetto dell’Ufficio Tecnico del Comune di Porto Venere allegato. Valore stimato dell’opera 188.000.000 (centoottantottomilioni).

  2. La SNAM S.p.A. si obbliga altresì a corrispondere al Comune di Porto Venere a titolo di monetizzazione degli oneri finanziari connessi alla realizzazione delle opere di riqualificazione paesistico-ambientale dell’area dello stabilimento e alla realizzazione delle opere di cui all’articolo 3, una somma complessiva di 1.667.000.000 (unmiliardoseicentosessantasettemilioni) così ripartita:

    1. a) Allacciamento fognario di Fezzano e Le Grazie al depuratore della Spezia

    2. 1.380.680.000

    3. (unmiliardotrecentoottantamilioniseicentoottantamila)

    4. b) Orto Botanico 50.000.000 (cinquantamilioni)

    5. c) Contributo opere di illuminazione Via Olivo 156.320.000

    6. (centocinquantaseimilionitrecentoventimila

    7. d) Convento Olivetani 80.000.000 (ottantamilioni)

3. Tali somme assorbono e comprendono ogni contributo dovuto ai sensi della

Legge 28.1.1977 n. 10 e della L.R. 25/1995 in relazione all’assenso

manifestato nel presente Accordo di Programma e al rilascio della concessione

edilizia relativa al nuovo edificio e agli interventi da effettuarsi nell’area dello

Stabilimento di Panigaglia.”


Sono arrivati al Comune tanti soldi? Vedremo presto che non è così. Tutto si ferma fino al 2002 quando il C.C. di Porto Venere si trova ancora a discutere sui rapporti intercorsi tra l’Amministrazione e la Snam/GNL Italia.

Vediamo cosa è successo dal 1996. La ristrutturazione di Ca’ Bertocchi, casa in pietra, ai confini con Fezzano, inclusa nella proprietà Snam, è iniziata dopo la firma dell’Accordo di Programma ma subito fermata per abusi edilizi. La possibilità per la popolazione di usufruire di alcune aree marginali dello stabilimento non è stata ancora attuata, non sono stati rispettati gli accordi sindacali sull’occupazione. Bisognerà aspettare il 2005 perché l’azienda produca una dettagliata relazione in merito alle dinamiche occupazionali a partire dal ‘94, relazione dalla quale si evince una costante diminuzione del numero degli occupati. Soprattutto non è stato intrapreso il percorso il cui atto finale avrebbe dovuto essere la dismissione dell’impianto.

Solo nel 2007 verrà approvato uno schema di convenzione tra il Comune di Porto Venere e la Società in relazione all’intervento di recupero paesistico ambientale di aree demaniali marittime e annesse aree GNL. Questa Convenzione sbloccherà il contenzioso su Ca’ Bertocchi che avrebbe dovuto essere ristrutturata, come si legge al punto z delle Premesse dell’Accordo di Programma, mediante “soluzioni compositive, architettoniche e formali assolutamente rispettose di tutte le esigenze di corretto inserimento paesistico/ambientale delle nuove strutture e delle sistemazioni complementari e di corredo nel contesto d’ambito, di cui propone una riqualificazione anche in aderenza agli indirizzi offerti dal P.T.C.P. regionale”. Ca’ Bertocchi verrà rasa al suolo e al suo posto sorgerà un edificio del tutto avulso dal contesto in cui avrebbe dovuto inserirsi.

Così in cambio di un’area verde non sempre accessibile ma per la quale “l’acceso del pubblico dovrà essere opportunamente regolamentato secondo orari e modalità” da concordare “in rapporto alle esigenze di sicurezza dei luoghi e della loro vicinanza allo stabilimento” e in cambio del futuro utilizzo “delle sale polivalenti collocate al piano seminterrato dell’edificio di nuova costruzione”, utilizzo anche questo da concordare, viene costruito nella baia di Panigaglia un edificio di fattura architettonica che nulla ha a che vedere né con la casa in pietra preesistente né con la tradizione del luogo, questo in contrasto anche con il punto z dell’Accordo citato sopra.

Nel frattempo la GNL Italia S.p.a., che con le concessioni ottenute ha consolidato la sua presenza nella baia, ha accumulato un debito ingente con il Comune per mancato pagamento ICI. Ma di questo parleremo nel prossimo post.


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