giovedì 1 maggio 2025

Il Parco dov'è?

 


L’Associazione Posidonia e Fabio Giacomazzi, biologo di Legambiente, replicano alle dichiarazioni riportate nell’articolo pubblicato il 29 aprile su Il Secolo XIX con il titolo “Porto Venere assente agli eventi sul Tino”



Apprendiamo con sconcerto, ma purtroppo senza eccessivo stupore, che le visite all’isola del Tino “sono regolate da accordi specifici tra Marina e CAI, con limiti di frequentazione perché non ci sono i cessi”, come dichiarato dal Consigliere Comunale Balzarotti.

La prima obiezione, che non è solo formale, riguarda questi “accordi specifici” che non sono mai stati resi noti. Trattandosi di un bene di tutti i cittadini, e di un bene preziosissimo quale è l’isola del Tino, crediamo che non dovrebbe esserci bisogno di fare richiesta per avere il testo di questi accordi ma che dovrebbe essere un dovere dell’Amministrazione portarli a conoscenza di tutti.


La seconda obiezione riguarda la gestione di quello che abbiamo definito sopra “bene preziosissimo”, gestione che deve essere regolata da quanto stabilisce il Piano di Gestione della ZSC “Isole Tino-Tinetto”. Perché l’isola del Tino è prima di tutto Zona Speciale di Conservazione, inserita nel Parco Naturale Regionale di Porto Venere, con un alto valore naturalistico tutelato da Leggi nazionali e Direttive europee. Questa tutela deve passare anche dal controllo degli accessi, ma non perché mancano i bagni pubblici ma perché la limitazione degli accessi deve basarsi sulla valutazione di habitat e specie presenti, in modo da non andare a intaccare l’eccezionalità delle isole e il recupero dei caratteri naturali determinato anche dal loro isolamento

In particolare il recente studio per la predisposizione del Piano di Gestione della Zona Speciale di Conservazione “Tino e Tinetto” ha permesso di aggiornare le conoscenze in merito ai caratteri naturali delle due isole e del tratto di mare che le interessa. Non dimentichiamo che Tino e Tinetto sono circondate dall’Area di Tutela Marina, ambiente straordinario e fragilissimo che risente drammaticamente di ogni interferenza antropica. In tali Piani l’incremento della fruizione turistica dell’isola (escursionismo) è annoverato tra le minacce su Habitat e specie terrestri mentre l’inquinamento marino originato dalle attività ricreative e i disturbi provocati dal traffico marittimo sono citati come minacce e pressioni su Habitat e specie marine. Lo studio ha definito una strategia di conservazione e miglioramento che deve essere necessariamente applicata.

A questo scopo è fondamentale ripristinare il ruolo del Parco che non può delegare ad altri soggetti l’attuazione di un corretto equilibrio tra aperture al pubblico e capacità di carico dell’isola e dei suoi ecosistemi.





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