La nostra amica e socia Sandra
Allori ha inviato nei giorni scorsi la lettera che leggete sotto ai giornalisti
Corrado Augias e Marco Preve del quotidiano La Repubblica. La lettera è stata
pubblicata il giorno 6 settembre nella rubrica Lettere, Commenti & Idee a
pag. 26. Riportiamo anche la risposta di
Augias
Ho letto su Repubblica l'inchiesta di Gabriele Salari “Perdiamo
terreno: l'Italia cementificata”, un'altra amara, precisa, documentata
riflessione sullo scempio che da tempo sta avvenendo sul territorio italiano,
da nord a sud, isole comprese. Sembra però che a poco servano sdegno,
inchieste, denunce di molti giornalisti e uomini di cultura (da Preve a Settis,
da Asor Rosa a Sansa), di associazioni ambientaliste, di comuni cittadini
sensibili al problema.
Possibile che non si possa fare niente, possibile che si debba
assistere impotenti a queste aggressioni al territorio così poco
giustificabili?
Vorrei segnalare quello che sta, per esempio, accadendo a Porto Venere
(La Spezia), non solo gioiello urbanistico, ma luogo designato dall'Unesco
“patrimonio dell'umanità”: due storici alberghi chiusi, uno dei quali, il San
Pietro, ingabbiato da anni in impalcature arrugginite davanti all'omonima,
splendida, Chiesa medievale e, in compenso, nuove strutture alberghiere che
stanno sorgendo devastando e alterando paesaggi e zone di particolare
interesse.
Questo è un esempio significativo di quello che avviene a livello
nazionale e credo sia lecito chiedersi se da parte delle nostre classi
dirigenti ci sia soltanto, nella gestione del territorio, indifferenza o anche,
talora, connivenza.
D'altronde già Calvino, in un romanzo del 1963 “La speculazione
edilizia” diceva: “,,, in questo gioco sono sempre i peggiori che vincono”.
Da (ri)leggere!
Risponde Corrado Augias:
La signora Allori ha allegato
alla lettera alcune foto di orribili manomissioni e negligenze. Non so chi sia
il Sindaco di Port Venere, di chiunque si tratti qualcuno dovrebbe spiegargli
di quale gioiello ha la responsabilità e perché dovrebbe tutelarlo a tutti i
costi.
Antonio Paolucci, direttore dei
musei vaticani, intervenendo sul Corriere
della sera (28 agosto u.s.), ha avuto sullo scempio del territorio parole
durissime che faccio mie: “Uno degli atti più sciagurati è stata la riforma del
titolo V della Costituzione. La Repubblica, che dovrebbe tutelare il paesaggio,
di fatto non è più una, diretta dal centro, ma un guazzabuglio di Comuni,
Province, Comuni…. il più delle volte governati da personaggi mediocri”. Duole
ricordare che quella Riforma è stata voluta dal Centrosinistra nel 2001. Una
riforma malfatta dettata dall’urgenza politica di contrastare la Lega; vi si
stabiliva che Regioni, Province e Comuni non hanno più un rapporto gerarchico
bensì di parità con lo Stato, ampliando le loro competenze salvo quelle
espressamente devolute allo Stato. Il risultato lo vediamo. Nessuno può dire
quali sindaci o amministratori siano solo distratti o inconsapevoli, o troppo
incolti per capire appieno le loro responsabilità, quanti non se la sentano di
dire no agli abusi per ragioni elettorali, di amicizia, di parentela, quanti
infine siano davvero conniventi o complici. La classifica non ha alcuna
importanza. Importante è il risultato di un Paese scempiato da Nord a Sud che
getta via spensieratamente il suo patrimonio più prezioso. Nel mondo
globalizzato quasi ogni prodotto può essere imitato a costi sempre più bassi.
Non il nostro patrimonio artistico di cui è parte il paesaggio. Ci sono voluti
secoli per farlo e lo stiamo buttando via.
Da "La Repubblica" di oggi:
RispondiEliminahttp://genova.repubblica.it/cronaca/2012/09/09/news/portovenere_assedio_alla_collina-42201853/?ref=HREC2-5