Nel
Consiglio Comunale del 25 settembre sono stati presentati dalla nuova
Amministrazione di Porto Venere le Linee programmatiche di mandato
per la legislatura 2013-2018 e il Piano generale di Sviluppo.
E'
un piano molto ambizioso che contiene i presupposti per un
cambiamento del volto di Porto Venere e degli altri due borghi
facenti parte del territorio comunale. E' un piano decisamente
rilevante che condizionerà sicuramente il futuro della comunità
che vi abita e che forse avrebbe dovuto essere coinvolta in un
progetto di tale portata. Come Associazione stiamo organizzando una
giornata di studio su “trasparenza e partecipazione nella pubblica
amministrazione” e in questo lavoro pensavamo di coinvolgere non
solo i cittadini interessati ma in particolare amministratori,
consiglieri e quanti, impiegati, responsabili, dirigenti della
pubblica amministrazione che da un simile confronto potrebbero
trovare interessanti spunti di riflessione per il proprio lavoro.
Il
sindaco Cozzani, in particolare si è dimostrato estremamente
interessato al nostro progetto ma le modalità attraverso cui il
Piano generale di sviluppo per il comune di Porto Venere sono venute
alla luce ed il modo in cui sono state rese pubbliche non ci fanno
sperare nulla di buono, e neppure nulla di nuovo.
Nelle
Linee programmatiche di mandato alla trasparenza è dedicato un
paragrafo, per l'esattezza 8 righe, e nel cronoprogramma è prevista
una “giornata della trasparenza” (?) nella prima metà di ogni
anno, dal 2014 al 2018, mentre alla partecipazione non è dedicato
neppure quello spazio. Viene qua e là utilizzato il termine
“condiviso”. Sinceramente non ci sembra eccessivo utilizzare il
temine “ridicolo” per un simile trattamento e non ci sembra molto
diverso dal “vi informiamo su cosa abbiamo deciso” della
precedente amministrazione. La trasparenza, e la partecipazione, sono
a nostro avviso le fondamenta di una buona amministrazione, non
possono essere confinate in un capitolo o in una giornata a se
stante, collocazione che le rende nulla più di un obbligo formale
mentre dovrebbero permeare ogni atto amministrativo. Ancora una volta
i cittadini hanno dato una delega in bianco e devono credere
fideisticamente che quella indicata dalle Linee programmatiche sia la
via migliore.
Altra
questione estremamente delicata che i documenti approvati nel
Consiglio Comunale affrontano è la gestione dei beni pubblici.
In
questi documenti si legge infatti l'intenzione dell'attuale
amministrazione di dare in gestione a privati molti servizi tra cui
tutto ciò che riguarda le attività legate al turismo e alla
cultura. Ci sembra davvero poco lungimirante che un comune che
esprime la maggior parte della sue potenzialità e delle sue capacità
attrattive proprio nel turismo affidi a mani estranee la sua maggiore
ricchezza. La motivazione che ha portato a questa decisione è solo
economica: è chiaramente scritto che “partendo dalla
considerazione che il pubblico in generale, e anche il nostro comune
non è un'eccezione in questo campo, non è in grado di gestire al
meglio” si ritiene opportuno dare in gestione a privati alcuni
servizi pubblici.
Consideriamo
molto grave ed anche pilatesca la prima affermazione: il
pubblico non è in grado di
gestire
al meglio.
E' vero, veniamo da esperienze decisamente sconfortanti, ma ci sono
in Italia molti esempi di buona gestione ai quali ci si può ispirare
e, perché no, dai quali si può imparare. Consideriamo soprattutto
grave che un'amministrazione rinunci al suo ruolo politico di guida
di una comunità, rinunci ad avere una visione strategica sullo
sviluppo di questa comunità, visione che non può e non deve essere
esclusivamente economica. Riteniamo sia contraddittorio affermare che
“il compito della politica è sempre più quello di avere una
“visione” strategica del futuro del proprio territorio” e poi
affidare la gestione o, meglio, lo sfruttamento di questo territorio
a privati che offrono “maggiori garanzie di imprenditorialità”,
considereranno cioè il territorio alla stregua di una merce da cui
ottenere il massimo guadagno possibile.
Pensiamo
che questa sia una visione miope, incapace di guardare oltre
l'obbiettivo immediato che è quello di fare cassa non importa come.
Il
territorio con tutto ciò che rappresenta non ha solo un valore
economico ma anzitutto culturale ed è compito prioritario di una
buona amministrazione quello di rendere i propri concittadini
consapevoli del valore del territorio che abitano. Dare ai cittadini
questa consapevolezza significa consegnar loro l'opportunità
di crescere e far crescere anche le generazioni a venire conservando
e tutelando il territorio come il bene comune più prezioso, l'unico
in grado di assicurare opportunità economiche e di sviluppo per la
comunità che lo abita, assicurando così anche il mantenimento della
comunità stessa.
Nelle
Linee programmatiche è scritto anche che “sarà valutata la
possibilità di vendere alcuni beni immobili ormai scarsamente
utilizzati”. Riteniamo non ci sia motivazione economica che
giustifichi il fatto che un sindaco, e quindi un'amministrazione, pro
tempore
possano alienare beni di proprietà della comunità. Il guadagno che
si potrà ottenere da queste vendite darà a noi una ricchezza
effimera, momentanea, ma lascerà ai nostri figli un territorio
impoverito e rapinato.
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